Lutte pour le Changement (Lucha) è un movimento pacifista che lavora per una svolta anti-autoritarista nella Repubblica Democratica del Congo. Nato nel 2012, fa sentire la sua presenza nelle lotte per un Paese più libero ed egalitario.
Cinque anni fa nella città di Goma, situata nella regione del Nord Kivu, nasceva Lutte pour le Changement (Lotta per il cambiamento, abbreviato Lucha), un esperimento politico nato dall’impegno di un gruppo di giovani che sta portando una ventata di novità e speranza nella Repubblica Democratica del Congo. Lucha si definisce un movimento di cittadini, non violento e apartitico, che opera a livello locale e nazionale per un cambiamento democratico nel Paese. Composto principalmente da giovani sotto i trent’anni, in un Paese nel quale più del 60% della popolazione ha meno di 25 anni, e con una forte componente femminile, Lucha si propone come un’alternativa alle tradizionali forme di associazionismo congolesi, proponendo una struttura completamente orizzontale, flessibile e molto spesso informale.
Il movimento cerca quindi di operare al di fuori degli schemi tradizionali della politica, dove molto spesso gli interessi particolaristici e il benessere delle strutture associazionistiche e di partito prevale sugli interessi dei cittadini, facendo pressione sui potenti per un’equa distribuzione delle risorse, e puntando su educazione, occupazione e reale partecipazione nei processi decisionali.
L’impegno politico del movimento nasce sul territorio, con le manifestazioni per l’accesso all’acqua potabile e la costruzione di strade e infrastrutture per rendere più vivibile una regione del Congo da sempre problematica. Ma forse proprio il contesto in cui è nato il movimento ha spinto gli attivisti a spostare la loro agenda anche su tematiche di interesse nazionale. In un contesto come quello del Nord Kivu — regione che, all’indomani della guerra civile in Rwanda e dell’afflusso di numerosi profughi Hutu, è stata oggetto di un conflitto endemico tra diversi gruppi ribelli appoggiati dai Paesi confinanti — l’utilizzo di forme di opposizione non violente per stabilizzare il Paese si presenta come un’innovazione attrattiva, soprattutto per le fasce della popolazione più giovani e fiduciose nella potenzialità dei movimenti che si basano su una forte partecipazione dal basso.
Nei suoi cinque anni di attività il movimento è riuscito ad espandersi nelle maggiori città del Congo e a creare importanti collegamenti con altri movimenti e organizzazioni del Paese anche grazie anche alla creazione di “Filimbi“, una piattaforma nata per incoraggiare i giovani alla partecipazione responsabile e pacifica nella vita politica del Paese.
Il tentativo dei cittadini di organizzarsi attraverso movimenti come Lucha o Filimbi è percepito dal governo del Congo come una minaccia al mantenimento dello status quo. Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli arresti di attivisti accusati di lavorare per destabilizzare il Paese attraverso l’istigazione alla violenza e la pianificazione di attività terroristiche. L’arresto degli attivisti del network Filimbi durante un workshop per la promozione dell’impegno civico dei giovani ha destato l’interesse internazionale che, attraverso le campagne di Human Rights Watch e Amnesty International, ha chiesto non solo la scarcerazione degli attivisti ma anche il rispetto della libertà di espressione e di manifestazione dei cittadini del Congo.
L’opposizione a Lucha e agli altri movimenti deve essere letta nel contesto dell’ondata di proteste anti-Kabila che sta vivendo il Paese negli ultimi anni. Migliaia di manifestanti sono scesi più volte in piazza tra il 2015 e il 2016 per impedire al Presidente Joseph Kabila di restare al potere ritardando le elezioni. Lucha ha avuto un ruolo centrale nelle manifestazioni e negli scioperi e continua il suo lavoro di pressione chiedendo che gli accordi del 31 dicembre 2016, che prevedono le elezioni per la fine del 2017 e il divieto per Kabila di ripresentarsi (il Presidente è al suo secondo mandato e la Costituzione del Congo non ne prevede un terzo), siano rispettati.
Al suo quinto compleanno Lutte pour le Changement si trova a dover fare un bilancio del suo percorso: il movimento conta ancora pochi membri fissi, anche se riesce a mobilitare molte persone con le sue attività, e il suo peso sulle decisioni politiche è ancora minimo.
L’interesse e la partecipazione attiva dei giovani del Paese in questo esperimento politico potrebbero essere il sintomo dell’inizio di un processo di lungo periodo che porterà realmente a un cambiamento nel Congo.
Marcella Esposito