Diamo inizio, con questa “lettera” di Maddi Di Ronza, ad un percorso tematico sulla legalità che ci offrirà uno specchiato di personaggi, eventi e situazioni in cui riconoscere le piaghe della società moderna e i contributi che si possono offrire per contrastare fattivamente la malavita e la criminalità organizzata.

Cari cittadini,
la violenza, ormai, è entrata a far parte della nostra vita.

Non c’è nessuno, oggi, che possa ritenersi al sicuro, sentirsi protetto; neppure i vecchi e i bambini. Noi ragazzi ne sentiamo particolarmente la minaccia e il pericolo, assistiamo quasi ogni giorno, nel nostro quartiere, nella nostra città, ad episodi che rivelano l’aggressività del mondo che ci circonda. Ma intanto, non avendo esperienza né sicurezza, ci sentiamo esposti e deboli, incapaci di difenderci e soprattutto farci una ragione.

Come se non bastasse TV, radio, giornali ci informano di piccoli fatti di cronaca nera, che sono tanti e paurosi,aumentando il disagio, la paura, l’insicurezza di tutti noi. La camorra è sempre più presente e incute paura nella società campana. Viviamo, ormai, in un clima generale di violenza che si manifesta in mille modi. Anche se sembra che la gente ci stia facendo l’abitudine, ci sono delitti che colpiscono dolorosamente. I camorristi impongono con la violenza e armi in pugno regole inaccettabili: estorsioni, tangenti, traffici illeciti per lo spaccio. Allora vorrei che si colpissero tutti i criminali, che si facesse a loro quello che hanno fatto agli altri. In questo modo però diventeremmo anche noi crudeli, disposti a non avere pietà, e forse questa è un’altra conseguenza dolorosa della violenza che domina la nostra vita.

È difficile, soprattutto per noi ragazzi, accettare l’idea che non si possa camminare tranquilli e sicuri per la strada, che un malfattore possa rapirci, derubarci in qualsiasi momento. Lo Stato fa quel che può, il resto lo devono fare i cittadini. Se tutti subiscono e sanno solo lamentarsi la malavita ha campo libero. Perché quando succede qualche fattaccio dalle nostre parti “nessuno ha visto o sentito niente” e tutti subiscono senza reagire? In questo modo si crea un giro pauroso, una spirale di violenza nella quale si è coinvolti tutti. A mio avviso il motivo di tutto ciò è una profonda crisi di valori spirituali e morali che ognuno dovrebbe avere e rispettare.

Se non c’è amore, rispetto per gli altri, fratellanza e tolleranza allora nascono l’ingiustizia, l’odio, la violenza. Perciò io dico che a volte nella vita bisogna fare delle scelte a cui tener fede non solo con le parole, ma con i fatti. Solo in questo modo ci può essere la speranza che la violenza sia vinta dall’amore e il male dal bene. Una persona che viene ricordata con grande dignità, che non si è fermato solo alle parole è il parroco di Casal di Principe don Peppe Diana, assassinato dalla camorra per il suo impegno, civile e religioso, contro di essa. Ha combattuto in prima linea contro il racket e lo sfruttamento degli extracomunitari. Pur consapevole di esporsi a rischi mortali, non esitava a schierarsi nella lotta alla camorra, e infatti ha lasciato un profondo segno nella società campana. Pensando al nobile gesto che don Peppe Diana ha fatto pagando la sua vita per seguire i suoi ideali di pace, di amore e d’uguaglianza, mi viene da pensare che il denaro rende davvero cattivi.

Quindi sarebbe necessario eliminare la miseria, fermare la corsa all’arricchimento, distruggere le ingiustizie, educare meglio i figli. Solo così, penso, si potrà mettere un freno alla violenza e alla malavita.

Maddi Di Ronza

Fonte immagine in evidenza: pensareliberi.com

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