Ieri sera, nei pressi di Yola, città nel nord-est della Nigeria un attacco terroristico ha causato la morte di 30 persone con circa 80 feriti. L’esplosione, che a detta dell’agenzia di stampa Reuters e di fonti vicine alla Croce Rossa è stata causata da una bomba, è avvenuta verso le 20:00 ora locale in una stazione nei pressi del mercato ortofrutticolo cittadino. Per ora non sono stati identificati i colpevoli e non è arrivata nessuna rivendicazione, ma la polizia del posto ha attributo l’attentato a Boko Haram. I testimoni raccontano di aver visto otto ambulanze arrivate sul luogo per trasportare i feriti in ospedale. Un commerciante di Yola, Alhaji Ahmed, ha raccontato ai microfoni: «La zona vicino al mio negozio era coperta di cadaveri. Ho aiutato a caricare 32 corpi in cinque veicoli».

La città si trova nello stato settentrionale di Adamawa ed è una delle zone più colpite dalla guerriglia di Boko Haram. Neanche un mese fa l’organizzazione terrorista aveva colpito alcune moschee in tutto il paese, di cui una a Yola, causando la morte di 42 persone e lo scorso giugno l’esplosione di una bomba aveva portato alla morte una trentina di persone.

In sei anni di guerra Boko Haram ha ucciso circa 17.000 persone, per la maggior parte civili, e ha costretto un milione e mezzo di persone ad emigrare. I miliziani del gruppo stanno tenendo in ostaggio molte donne e bambine, tra cui le 219 studentesse rapite nell’aprile del 2014 a Chibok. Secondo l’Institute for Economics and Peace «Boko Haram è il gruppo terrorista che nel 2014 ha causato più morti: 6.664 persone contro i 6.073 dell’ISIS. Il loro obiettivo è quello di creare un califfato nel nord-est del paese e per questo a marzo si sono alleati con l’ISIS.”

Nel corso degli ultimi mesi il Governo, presieduto dal neo-presidente Muhammadu Bahari, si sta fortemente impegnando nella lotta al terrorismo. L’esercito nigeriano, in collaborazione con quelli di Ciad e Niger, ha cominciato un’intensa lotta a Boko Haram riuscendo a riconquistare alcuni territori nel nord-est del paese. La strategia di tagliare le linee di rifornimento e di colpire i campi del gruppo fondamentalista sta dando i suoi frutti: quello di ieri è stato il primo attentato di questo mese. Si auspica sia anche l’ultimo.

Vincenzo Nicoletti

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