Il Consiglio ha deciso che “la Commissione presenterà una proposta a gennaio 2015, che il Consiglio è chiamato ad approvare entro giugno, in modo che i nuovi investimenti del piano Juncker possano essere attivati al più presto a metà 2015″. Quindi è una certezza. Da giugno dovremmo far tutti i conti con un nuovo piano di calcolo dei conti pubblici, che vedrà il tramonto della presidenza italiana. Esso comporterà un nuovo fondo di investimenti strategici (Efsi) con lo scopo di mobilitare 315 miliardi di euro nel 2015-2017. Lo stesso Juncker ha preso la parola: “Se a causa dei contributi al piano di investimenti un Paese violerà i vincoli del Patto di stabilità, questi non saranno presi in considerazione”.

Angela Merkel ha tenuto un discorso a Bundestag in cui non solo ricordava che la disoccupazione giovanile è fin troppo alta ma che, remando in questo senso, “sono e restano le imprese a fare posti di lavoro” quindi bisogna innanzitutto mobilitare investimenti privati”. Un intervento importante l’ha vista protagonista anche a Bruxelles. “La politica economica europea deve fondarsi su un consolidamento di bilancio favorevole alla crescita, lo smantellamento della burocrazia eccessiva e il piano di investimenti” afferma. Termina poi il suo discorso sottolineando che per importanza la proposta del programma di investimenti dovrà esser discussa per prima. “Ognuno deve fare ciò che sa fare meglio, la Ue non deve fare tutto. Il patto di stabilità va rispettato pienamente perché dà fiducia agli attori internazionali”.

L’ottobre scorso l’ultimo vertice del Consiglio europeo era particolarmente animato da una controversia risolta solo oggi. Infatti Bulgaria, Francia, Malta, Italia, Regno Unito, Cipro e Slovacchia (in termini di contributi di bilancio) hanno l’autorizzazione dal Consiglio europeo di versare in più tranche il contributo extra scattato con l’inclusione nel Pil del fatturato del malaffare. Con i nuovi aggiornamenti risulta quindi che l’Italia dovrà versare alle casse comunitarie 400 milioni, il Regno Unito 2,1 miliardi di euro. Entrambi possono usufruire di pagamenti a rate.
Il premier Renzi appare felice per queste modifiche.

Anche lui a Bruxelles, ha esordito con un discorso di ispirazione americana: “Per la prima volta nelle conclusioni del Vertice Ue c’è la parola ‘flessibilità’. E’ un piccolo passo per l’Italia ma un grande passo per l’Europa”, commenta parafrasando Neil Amstrong . Anche Juncker ha voluto spendere qualche parola sull’Italia. “Io non sorveglio Renzi. Con il governo italiano è in corso una discussione su un certo numero di argomenti che riguardano i conti pubblici e all’inizio di marzo decideremo [..] Sulla riforma del mercato del lavoro inoltre, Renzi è il primo ministro che non fa marcia indietro di fronte all’opposizione di quelli che non vogliono cambiare nulla”. Dimostra quindi di aver piena fiducia nel premier che ha risposto che il vero esame avverrà nel 2018, alle nuove elezioni.

Si spera che l’Italia lo passi col massimo dei voti, ma si sa, anche in politica gli esami non finiscono mai. Un ultimo punto discusso è stato il problema Russia. Renzi ritiene si debba far uscire la Russia dall’Ucraina e farla entrare nei tavoli del negoziato internazionale. L’Europa è però divisa in due. Di fronte alla crisi economica infatti molti sperano in un’apertura da Mosca, ma formalmente in maggioranza sono le condanne di politica alla Russia.

Alessia Sicuro

Alessia Sicuro
Laureata in lettere moderne, ha in seguito ha conseguito una laurea magistrale alla facoltà di filologia moderna dell'università Federico II. Ha sempre voluto avere una visione a 360 gradi di tutte le cose: accortasi che la gente preferisce bendarsi invece di scoprire e affrontare questa società, brama ancora di tappezzare il mondo coi propri sogni nel cassetto. Vorrebbe indossare scarpe di cemento per non volar sempre con la fantasia, rintagliarsi le sue ali di carta per dimostrare, un giorno, che questa gioventù vale!

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