Cari lettori, ho i brividi: ma non è l’inverno.

Proprio in questi giorni, a Roma, nasce la nuova sinistra con Cosmopolitica, la reunion che dovrebbe consentire la nascita del nuovo soggetto politico a novembre. Ed è solo la quarantasettesima volta negli ultimi tre anni, quindi c’è da ben sperare.

BrainchInsomma, dopo averci provato dal basso, con la Coalizione Sociale di Landini misteriosamente scomparsa nel nulla, e poi dall’alto, con i gruppi parlamentari confluiti in Sinistra Italiana e già frantumati ancor prima di essersi detti “buongiorno”, ci si riprova dal centro, dalle mezze altezze di dirigenti e militanti in convocazione spontanea per chiarirsi un po’ di idee – e, magari, chiarirle anche a noi.

Sebbene come battesimo sarebbe stata meglio una settimana a Lourdes, Cosmopolitica si presenta con tutte le caratteristiche tipiche del processo unitario di sinistra: la sigla che cambia ogni sei mesi, una corsa più o meno affannata a cercare di raccogliere più anime possibile per non lasciare indietro nessuno, una sfilza di documenti programmatici che neanche Gramsci dal carcere. Gli ingredienti per l’ennesimo fallimento ci sono tutti, quindi non ci resta che goderci lo spettacolo.

Ma di che si tratta, di preciso? Dall’evento di presentazione leggiamo:
“Siamo in partenza per un viaggio nell’Italia reale, quella in cui tanti uomini e tante donne incontrano i problemi di ogni giorno e coltivano le aspirazioni per il proprio domani. Scappiamo dalla miseria di tanta politica italiana e dalla ipocrisia che in questi anni ha accompagnato la rinuncia a risolvere i veri problemi del paese: povertà, disuguaglianze, disoccupazione, distruzione dei servizi pubblici, assenza di diritti sociali e civili, razzismo, corruzione, degrado ambientale, guerra e terrorismo. Cerchiamo soluzioni forti e innovative, cerchiamo mescolanza di culture politiche e saperi, cerchiamo passioni sconfinate e aspirazione al cambiamento. L’abbiamo chiamata Cosmopolitica. Da qui si parte per dare vita ad una nuova forza politica della sinistra, si parte per cambiare l’Italia.”

Come nasce Cosmopolitica? Dalla volontà di creare un parallelismo tra il vuoto dello spazio e il vuoto della sinistra? Non esattamente – anche se il paragone non è azzardato. In realtà, l’appello giunse da un ambiente ben preciso, che in questa sede eviterò di palesare, e fu fatto girare alcuni mesi fa tramite facebook.

Da lì un positivo riscontro di forze e di idee, che ha poi condotto al weekend di confronto a Roma, e che ha raccolto adesioni su adesioni, finendo per coinvolgere la stessa Sinistra Italiana, al punto che sembra ormai scontato che al congresso di novembre non si farà che ufficializzare l’attuale nome, con cui presentarsi alle future elezioni.

A dire il vero, per non essere troppo ingenerosi, c’è da rilevare almeno in queste prime fasi una maggiore consapevolezza degli errori marchiani commessi nel passato anche recente, e forse, ma dico forse, una leggera propensione all’autocritica.

Abbiamo infatti modo di leggere, nel documento di apertura, i soliti buoni propositi in materia di lotta al capitale, lavoro, ambiente, diritti, integrazione e via dicendo. Si recuperano alcuni termini desueti o scomparsi dal linguaggio del ceto politico precedente, provando ad integrarlo con la prospettiva della grande sfida europea, che ci pone innanzi a criticità ben più gravi di un nome o di un simbolo.

Ora, non sta a me giudicare l’ennesimo tentativo di conciliare un mondo a metà tra la città di Oz e l’Isola che non c’è, e di sicuro le critiche antiborghesi non tarderanno a giungere da altre direzioni. Peggio del nulla attuale non c’è da raccontare, per cui terremo d’occhio Cosmopolitica al banco di prova degli impegni immediati: dal referendum contro le trivelle di aprile alle amministrative 2016, fino alla madre di tutte le sfide, il referendum costituzionale del prossimo autunno.

Il nuovo logo di Sinistra Italiana: non vi vien voglia di correre a votarla? ... Già.
Il nuovo logo di Sinistra Italiana: non vi vien voglia di correre a votarla? … Già.

Perché a beneficio di ogni dubbio passato, presente e futuro, ciò che ci si aspetta dalla sinistra non è un nome figo o delle proposte programmatiche in grado di far intenerire il buon cuore della società civile, ma la volontà di misurarsi con il dramma della quotidianità. Rinunciando alle poltrone in favore di ramazze e rastrelli, declinando giacca e cravatta per un più utile cappotto caldo, per scendere in strada d’inverno a prendersi gli insulti dei cittadini delusi, traditi ed umiliati. Mettendo da parte orgogli e bandierine in favore di una sincera pluralità d’intenti e di cause, quelle necessarie ad un riscatto in primo luogo morale della sinistra e del suo popolo.

Se Cosmopolitica sarà il preludio a questo, allora chineremo il capo in segno di rispetto, e saremo i primi a protendere la mano; se diverrà l’ennesima vetrineria per mettere in esposizione un ceto dirigente in cerca di qualcosa da dirigere, allora non avremo pietà nel giudizio, né compassione nella sinergia.

Buona domenica a tutti.

Emanuele Tanzilli
@EmaTanzilli

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