POMIGLIANO D’ARCO – Ieri mattina si è svolta a Pomigliano D’Arco la manifestazione antiracket in memoria di Don Peppino Diana.

Il progetto partorito, dall’associazione “Pomigliano per la legalità, associazione antiracket”, a mo’ di proposta di percorso di educazione alla legalità e alla dignità è fieramente giunto al sesto anno consecutivo.

Pomigliano: studenti, associazioni e istituzioni insieme per la legalità – Il reportage

Ore 10:00, stazione di Pomigliano, c’è perfino un bel tempo rispetto a quello dei giorni precedenti, le scolaresche del territorio si sono radunate, le forze dell’ordine hanno preso posto, i primi striscioni e le prime bandiere iniziano a levarsi. E’ tutto pronto, il corteo non può far altro che cominciare.

Il silenzio è mafia
Il silenzio è mafia

Il silenzio è mafia” si legge su uno degli striscioni prodotti dai ragazzi, quasi a voler riecheggiare le parole di Falcone: «Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola».

Comincia la marcia: le forze dell’ordine aprono la strada, seguono gli organizzatori della giornata e le personalità della politica e delle associazioni del territorio e dietro di loro il corpo del corteo composto dalle scolaresche. Presenti gruppi di tutti i licei pomiglianesi (Imbriani, Cantone, Matilde Serao, ITIS Barsanti, IPC Europa) e perfino una delegazione del liceo Campanella di Lamezia Terme in Calabria, che da anni partecipa attivamente alle iniziative antiracket di “Pomigliano per la legalità”.

Stanchi di pagare un conto addebitato per colpa della mafia, per colpa dello stato” si legge su uno dei manifesti del liceo Imbriani e quando incontro uno dei rappresentanti di quest’ultima scuola superiore si dice stupito e sconfortato da come i giovani del territorio sottovalutino una giornata di tale importanza e preferiscano una passeggiata all’opportunità di far sentire la propria voce in merito ad una problematica che affligge la loro quotidianità, «non la si può sottovalutare».

In effetti per quanto la partecipazione sia stata attiva e cospicua sarebbe potuta essere maggiore. Non va tolto che c’è stata una più massiccia presenza rispetto agli anni precedenti, poiché i giovani d’oggi figli della comunicazione veloce cominciano ad apprendere cosa sia il concetto di mafia. Ci dice infatti Vincenzo di Buono, coordinatore Uds Pomigliano, che in un sondaggio effettuato nelle scuole del territorio gran parte degli studenti riconoscono la camorra come un problema vicino, non è più come una volta: «la corruzione è presente più che mai nelle principali associazioni, nelle imprese e più di quanto dovrebbe perfino nello stato» perché «il mafioso d’oggi è imprenditore» e credo non sia da poco che un ragazzo di sedici anni ed altri suoi coetanei abbiano capito un concetto tanto sottile.

Un momento della manifestazione
Un momento della manifestazione

Ed è proprio il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio a rafforzare tale concetto. Sostiene Di Maio che la mafia esiste perché lo Stato è composto da corrotti. Spiega poi come la mafia svolga le sue principali azioni influenzando ciò che è la macroeconomia: la criminalità organizzata napoletana negli ultimi anni ha subito una notevole evoluzione, passando da camorra che controlla con la forza il territorio a organizzazione che entra negli appalti per poter riciclare i proventi dei traffici illeciti, insinuandosi nelle speculazioni finanziarie. Un salto di qualità che ha permesso alla camorra di diventare sempre «più silenziosa» ma ancora più pericolosa. Ma a permettere tutto ciò è chi autorizza gli appalti, in breve le amministrazioni statali, o meglio, le persone corrotte che popolano queste amministrazioni.

I giovani non riescono a riconoscere cos’è la criminalità, perché il mafioso al vertice è il classico uomo di tutti i giorni in giacca e cravatta, non è più il “picciotto” armato. Pertanto una tematica di tale portata non dovrebbe essere accantonata ma deve essere «al centro del dibattito pubblico» dice il vicepresidente. Sono 800 giorni che la legge anti corruzione è ferma in attesa di voto e Di Maio ha approfittato della giornata per esortare i giovani a visitare Montecitorio quando finalmente si giungerà al voto, per far sentire la propria voce e per influenzare finalmente una giusta sentenza. Continua ricordando la memoria di Don Peppino Diana, il quale se fosse stato presente avrebbe anch’egli sottolineato quanto la corruzione sia presente nel nostro organo statale perché «legalità significa lotta alla mafia, ciò comporta ripopolare le amministrazioni con le giuste persone, con i non-corrotti».

Il corteo continua a percorrere le strade della cittadina e man mano prende corpo, si aggiungono anche i bambini delle scuole elementari e medie del territorio (Omero, Rodari, Mauro Leone, Falcone-Catullo). Gli alunni dell’Omero si sono presentati con i capi avvolti in gabbie da loro costruite con la cartapesta, questi bambini così piccoli ma già così consapevoli: loro “la gabbia in testa non la vogliono, vogliono essere vere persone” , non è più ammissibile che la paura generi omertà.

sono sempre i sogni a dare forza al mondo pomigliano antiracket don peppino diana
Sono sempre i sogni a dare forza al mondo

E compiaciuto Salvatore Cantone, membro dell’associazione “Pomigliano per la legalità” si dice soddisfatto del percorso di sensibilizzazione portato avanti in questi anni sul territorio che ha reso buona parte dei giovani consapevoli di cosa sia la criminalità organizzata. «Prima non c’erano tutte queste opportunità per prendere coscienza di ciò che ci circondava, l’educazione dipendeva prevalentemente dalle famiglie». Cantone è fiero dei progressi della sua associazione, in pochi anni «da 10 siamo diventati 60» e i membri continuano ad aumentare grazie ai vari sportelli di supporto, alle vittime di estorsione, presenti non solo sul territorio pomiglianese. Ma la gioia più grande  di questi giorni, dichiara, è stata il sapere che è stato aperto “finalmente” il processo di beatificazione di Don Peppino Diana.

Il corteo continua il suo tragitto e tra le fila incontro Dario De Falco, candidato a sindaco di Pomigliano del Movimento 5 Stelle.  De Falco si dice dispiaciuto dell’assenza del consiglio comunale, definisce inaccettabile la presenza di un solo un assessore di rappresentanza, per una causa quale la legalità «sarebbe dovuto essere presente tutto il consiglio». Continua dicendo che i ragazzi, come dimostra la manifestazione stessa, iniziano a prendere coscienza delle grandi problematiche del territorio e cercano aiuto nelle istituzioni, per tanto quest’ultime devono dimostrare la loro presenza. «Questa amministrazione appartiene ad un’era geologica passata, è attiva da ormai 5 anni, il territorio necessita di un balzo in avanti». I nostri ragazzi, aggiunge, appartengono alla generazione “2.0” cioè sono interconnessi ed hanno accesso ad una quantità enorme di informazioni che gli hanno permesso di rendersi conto di come il loro paese sia «ridotto in macerie», tanto da credere che l’unica possibilità che possa garantire loro un futuro sia fuggire all’estero. Hanno bisogno di un cambiamento, hanno bisogno di sapere e capire che un giorno potranno governare loro le proprie città, e dovrebbero sapere come fare, fin da ora dovrebbero poter entrare in contatto con le amministrazioni locali. «Finchè i giovani non prenderanno il controllo non cambierà nulla».

i love legalità pomigliano antiracket don peppino diana
I love legalità

Il corteo giunge a Piazza Primavera, dove si ferma per permettere alle personalità presenti di conferire qualche parola ai ragazzi e a quest’ultimi di potersi esibire. «Lo dice la mia insegnante: legale è la condotta della persona onesta che nel rispetto pieno della legge fa chell ca’ adda fa comme se fa senza ‘na nfamità. Chest è ‘a legalità» recitano i ragazzi dell’I.C Falcone-Catullo.

Infine incontro Roberto Nicorelli, assessore alla cultura e pubblica istruzione di Pomigliano, presente in rappresentanza del Sindaco. «Noi siamo giovani e tocca a noi migliorare il nostro ambiente, anche tramite questo genere di manifestazioni», dichiara. Nicorelli sottolinea l’assenza del Sindaco causa impegni con la Regione e sottolinea come l’amministrazione sia stata presente alle iniziative sulla legalità di questi giorni. «Non facciamo passerella ma partecipiamo attivamente».

La manifestazione finisce e la gente inizia a disperdersi con la consapevolezza di aver reso onore ad un grande uomo quale Don Peppino Diana strenuo difensore della legalità.

Reportage di Simona Pisano
Fotografie di Sara Cantone

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