Debutto da record per Alibaba, compagnia leader dell’e-commerce made in China, che nel giorno della quotazione al NYSE è riuscita a strappare una maggiorazione del 38% sulle quotazioni, portando il prezzo di ogni azione a 98,38 dollari, per una valutazione dell’azienda che si consolida sui 230 miliardi, scavalcando in un sol colpo Facebook e  i “concorrenti” occidentali Amazon ed eBay.

Si realizza un sogno per il fondatore del sito Jack Ma, che da maestro di inglese è riuscito ad entrare nel Pantheon della Borsa, allestendo con 60 mila dollari, presi in prestito da amici e conoscenti vari, e capitalizzando l’esperienza americana che lo portò a contatto con Internet nei primi anni ’90, un bazaar telematico capace di realizzare nel solo 2013 vendite per 248 miliardi di dollari.

Giornata memorabile anche per Marissa Mayer, amministratore delegato di Yahoo, la cui azienda ha incassato 8 miliardi di dollari mobilitando i 120 milioni di azioni tra quelle acquistate in un operazione da un miliardo nel 2005, mantenendone ancora 400 milioni in portafoglio.

La giornata è iniziata in ritardo, con la quotazione della sigla BABA, avvenuta poco dopo le 9,30 per motivi tecnici, ma da subito si sono intraviste le performance da record di questo titolo, con 100 milioni di ordini nei primi dieci minuti di negoziazione, registrando un rialzo mozzafiato del 46% sopra il prezzo di collocamento, per poi rallentare a metà giornata, pur restando il 30% sopra il prezzo iniziale. Un ulteriore 15% delle azioni verrà sottoscritto nei prossimi giorni con la maturazione delle opzioni in possesso delle banche che hanno predisposto la quotazione.

Dopo la quotazione di Facebook nel 2012 e quella di Twitter nel 2013, il boom di un altro titolo tecnologico riporta in mente ai nostalgici i rally registrati da Pet.com e Cisco System alla fine degli anni ’90, con il Nasdaq che eguaglia le prestazioni di fine millennio, anche se rispetto ad allora le aziende coinvolte in questo boom sono caratterizzate da una maggiore solidità, e soprattutto da una maggior concretezza nei progetti imprenditoriali.

Altro spunto di riflessione è dato dalla struttura speciale data alla quotazione, con i sottoscrittori che non diventano titolari di quote capitale di Alibaba, ma di quote di proprietà di una fiduciaria registrata alle isole Cayman cui verranno intestati i profitti dell’azienda ma dotata di poteri amministrativi limitati, per conciliare la legislazione americana con quella cinese che prevede particolari limitazioni all’investimento estero.

Il controllo di quest’azienda, dopotutto, ha assunto una grossa rilevanza anche dal punto di vista politico, poiché la quota di mercato detenuta, pari all’80% dell’e-commerce in Cina, rappresenta un’ottima testa di ponte per i prodotti occidentali, con Jack Ma che ha confermato la subordinazione della soddisfazione degli azionisti a quella di clienti e dipendenti, aumentando le aspettative sul modello organizzativo cui farà riferimento la società nel prossimo futuro, ma queste sono dinamiche che verranno meglio definite nei prossimi mesi, alla luce dei risultati del prossimo esercizio.

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