Napoli – Parte la chiamata di Fabrizio Caliendo e del Kestè per domenica 22 alle ore 12.00 a Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli: ci sarà un’assemblea per decidere come fare a piantare un nuovo albero, dove prima c’era il cedro che è stato abbattuto a causa dei vandalismi di cui è stato vittima (https://www.liberopensiero.eu/2017/01/13/keste-napoli-criminalita/),e come fare a recuperare i fondi necessari per finanziare tale operazione.

L’invito è rivolto a tutti, cittadini della zona e non solo, a chiunque sia indignato e stanco dei soprusi imposti dalla criminalità e per chiunque abbia voglia di lottare contro la criminalità e quindi, a monte, contro coloro che dovrebbero provvedere a dare un’alternativa alla vita criminale e che dovrebbero, ancora, salvaguardare i cittadini e i luoghi da quest’ultima. Le istituzioni. Istituzioni che anni addietro (nel 2013) intervennero per tagliare il precedente cedro che era al centro della piazza perché malato e subito si provvide per ripiantarne un altro. Oggi quel cedro, che è quasi  un monumento di Largo San Giovanni Pignatelli, che si trova lì da circa 300 anni e che è addirittura raffigurato nelle mappe storiche dell’area, è stato abbattuto per colpa dell’azione di un gruppo di delinquenti, ma dalla parte istituzionale tutto tace e rimane indifferente.

L’ invito per domenica tenta proprio di rompere l’indifferenza per organizzarsi e  restituire dignità al Decumano del Mare.

“Per ripiantare un albero in piazza e alzare il livello di interazione e discussione della cittadinanza attiva su tematiche di comunicazione, collaborazione, vivibilità e sviluppo con l’amministrazione e le istituzioni”.

Una chiamata anche per salvaguardare chi non sta con le mani in mano, ma lotta per tentare di cambiare le cose e poi ne paga le conseguenze, come è successo a Caliendo stesso. E quindi rompere l’isolamento di chi lotta e creare, invece, un gruppo che lo fa insieme, unito. “Non possiamo ancora restare così isolati ed ESPOSTI”. Un isolamento in cui Fabrizio e i ragazzi del Kestè si trovano già da anni ormai: risale al 2012 l’iniziativa “piantiamola”, un giorno di semina di piante e fiori, un giorno di rivalutazione della piazza, che valeva come “invito” a bande e rapinatori perché la piantassero, appunto, di deturpare la zona. Già da allora, nonostante le numerose denunce, le istituzioni rimasero ferme. Il risultato? “Ci fu una escalation di violenza, degenerata poi in sparatorie in piazza con il conseguente svuotamento dell’intera area per circa 3 anni”.

Oggi Fabrizio afferma “(ri)piantiamola!”.

Soprattutto, Caliendo si sta battendo sul ruolo simbolico che ha oggi quel cedro abbattuto e quel vuoto che risiede adesso a Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli. Ora è il simbolo della vittoria della criminalità che distrugge, ma si spera, anche grazie all’assemblea di domenica, di poterlo trasformare nel simbolo di una città che non si arrende e sottomette alla criminalità e alla delinquenza. Il simbolo che la delinquenza non ha forza distruttiva perché dove compromette poi qualcosa rinasce, qualcosa fatta di legalità e socialità.

“Io al posto del cedro non ci vedo un nuovo albero, ma una lapide “ai cedri caduti” per l’incuria e la superficialità della società tutta. Li, a centro piazza, ci farei un palco rotondo per il teatro, per le guarattelle, per i laboratori culturali in piazza. Il tutto finanziato dal Comune, dalla Regione e dallo Stato”.

Per restare aggiornati e avere tutte le informazione dell’assemblea che si terrà domani a Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli: https://www.facebook.com/events/175481792932336/?active_tab=discussion

Lucia Ciruzzi 

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