L’ultima trovata, escogitata dal Premier Ungherese Viktor Orbán, al fine di far cambiare idea agli immigrati volti al passaggio in terra ungherese, è stata mettere finte teste mozzate per spaventare questi ultimi al confine tra Ungheria e Serbia. Teste che sarebbero solo delle barbabietole da zucchero. Tutto ciò, però, non giustifica il reale significato di questo gesto. Questo è un simbolo scelto per indicare l’arrivo in una terra, che potremmo definire “distopica”.
Viktor Orbán, nella sua politica di caratura prettamente nazionalista e anti-immigrazione, ha saputo accompagnare i fatti alle parole. Infatti, proprio l’anno scorso, vi è stata l’attuazione di misure drastiche per combattere il forte flusso migratorio transitante per l’Ungheria. In che modo? Attraverso la costruzione di una barriera di filo spinato nel confine meridionale e l’adozione di rigide leggi anti-immigrazioni.
Dunque, misure drastiche che sono il frutto di una politica volta alla rigidità e all’intransigenza.
Durante un’intervista tenutasi a Budapest, il 27 Luglio 2016, Viktor Mihály Orbán, Primo ministro dell’Ungheria dal 2010 e leader del partito Fidesz-Unione civica ungherese, non ha sprecato l’ occasione di attaccare la politica immigratoria richiesta dall’Europa. Infatti, quest’ultimo ha dichiarato:
“L’Ungheria non ha bisogno di migranti e per questo sono contrario a una politica europea comune per i flussi migratori: chiunque ne abbia bisogno può accoglierli, ma non è giusto forzare altre nazioni a farlo. Ogni singolo migrante rappresenta un pericolo per la sicurezza pubblica e comporta un rischio maggiore di subire attentati terroristici. Per noi l’immigrazione non è una soluzione ma un problema, non una medicina ma un veleno che non vogliamo ingoiare“.
Spiacevoli le parole espresse dal premier ungherese Orbán, il quale ha definito l’arrivo dei richiedenti asili come un “veleno”. Questo nella speranza di agitare le dinamiche istituzionali europee, già rese spinose in seguito ai recenti attentati che hanno reso l’Europa protagonista di queste drammatiche tragedie.
Una netta presa di posizione da parte del Primo Ministro Ungherese. Una posizione che presto potranno prendere anche tutti i cittadini ungheresi: il 2 Ottobre saranno chiamati a un voto referenziale sulle quote UE di migranti da accogliere (secondo le leggi europee, sarebbero circa 1300 gli immigrati da ospitare).
Pensieri, quelli del leader nazionalista, che vanno concordi con quelli del magnate americano Donald Trump, anche egli promulgatore di una campagna xenofoba e anti-immigrazione. Infatti, ha definito la politica del candidato repubblicano “vitale” per le sorti dell’Ungheria.
Vincenzo Molinari