“Alla luce dei provvedimenti assunti dal Governo” – scrive nel suo comunicato la Fiom – “la Segreteria nazionale della Fiom-Cgil ha deciso di anticipare la manifestazione nazionale di Roma al 18 ottobre ed invita i suoi delegati e le strutture territoriali a proclamare assemblee in sciopero in tutti i luoghi di lavoro.”
Il Sindacato dei metalmeccanici si mobilita contro le politiche de lavoro del governo Renzi e manifesterà il 18 ottobre e l’8 novembre. La manifestazione è stata anticipata al 18 per l’accelerazione brusca del governo sulla legge delega. Maurizio Landini ha risposto, da Mentana, al videomessaggio del Premier: “Il Parlamento fa le leggi, vorrei ricordarlo al premier, non le facciamo noi e le leggi che hanno reso precario il lavoro sono state fatte dal parlamento e, in larga parte, anche dal partito che egli stesso rappresenta e non l’ho mai sentito fare particolari critiche..”. Attacco duro, una risposta al “dove eravate” di Matteo Renzi.
Il comunicato della Fiom spiega le proprie motivazioni: “Siamo di fronte a proposte del Governo che cancellano interi articoli dello Statuto dei lavoratori, provocando il peggioramento dei diritti, delle tutele e della dignità di tutte le persone nei luoghi di lavoro. Se i provvedimenti dell’Esecutivo diventeranno legge, i lavoratori licenziati ingiustamente non potranno più riottenere il proprio posto di lavoro ma solo un indennizzo economico, sarà possibile il demansionamento dei lavoratori e il loro controllo a distanza.”
Landini, poi parla anche dei sindacati: “Penso ci sia bisogno di una riforma del sindacato, ma ciò che oggi si propone non è un’estensione dei diritti, ma togliere di diritti a tutti. Il lavoro va tutelato. Il sindacato è un diritto delle persone che lavorano, ci vuole una legge sulla rappresentanza, i lavoratori devono votare ciò che noi sottoscriviamo.”
La Fiom rivendica le proprie proposte: “Il Paese ha bisogno di affermare il diritto al lavoro, combattere la precarietà ed estendere l’’occupazione stabile, combattere la corruzione e l’evasione fiscale, far ripartire gli investimenti pubblici e privati, definire una vera politica industriale, qualificare la contrattazione collettiva ed estendere universalmente le tutele sociali, di cittadinanza e il diritto alla formazione per tutte le persone.” Per cui: “L’Assemblea nazionale delle delegate e dei delegati Fiom-Cgil – che si terrà il 26 e 27 settembre a Cervia – deciderà in dettaglio le modalità della manifestazione. Definirà, inoltre, le proposte per la difesa e la qualificazione del nostro sistema industriale e manifatturiero. Proposte che saranno sostenute con la mobilitazione e sottoposte al Governo ed al Paese per chiedere le riforme necessarie – anche nel rapporto con l’Europa – al fine di far ripartire una nuova crescita ed una vera e stabile occupazione.”
L’8 novembre, invece, saranno in piazza i lavoratori dei servizi pubblici di Cgil, Cisl e Uil per una manifestazione sulla riforma della pubblica amministrazione: “Saremo in piazza a Roma, tutti insieme, per sfidare il Governo degli illusionismi e delle divisioni; per chiedere una vera riforma delle Pa, dei comparti della conoscenza, dei servizi pubblici. E per rivendicare il diritto al contratto nazionale di lavoro tanto per i lavoratori pubblici quanto per quelli privati”, si legge nella nota congiunta dei tre sindacati, che continua: “Cinque anni di tagli lineari forsennati, di blocco delle retribuzioni, oltre dieci di blocco del turn-over, un esercito di precari senza certezze e tutele, riforme fatte in fretta e male: il sistema è al collasso, mentre la spesa continua a crescere nonostante i tagli al welfare e il caro prezzo pagato dai dipendenti pubblici, oltre 8 miliardi di euro in 5 anni”. Autunno molto caldo, quindi, la Fiom annuncia: “È il momento di mobilitarsi, un lavoro senza diritti è un ritorno all’800.”
Luca Mullanu