Nel 1862 Victor Hugo scriveva nel suo libro più celebre, I Miserabili, che l’unico pericolo sociale è l’ignoranza.
Oggi, a più un secolo e mezzo, quelle parole suonano foscamente corrette se pensiamo a cosa sta succedendo in Africa Occidentale.
Sì, perché l’epidemia di Ebola che oramai da mesi sta martoriando quelle popolazioni non è solo un problema di scarsa igiene e carenti strutture ospedaliere. Non si tratta di un’epidemia inarrestabile solo a causa della potenza inusitata del virus che l’ha scatenata.
Un terribile mix di ignoranza e miseria sta aiutando l’epidemia a diffondersi grazie a comportamenti e pratiche scorrette da parte di alcuni operatori sanitari locali e della popolazione.
Infatti, alcuni giorni fa, è venuta fuori la notizia scioccante di alcuni familiari delle vittime che, pur di dare sepoltura secondo i propri riti religiosi ai propri cari, stanno corrompendo i moderni monatti per evitare che essi trasportino i cadaveri infetti ai centri di cremazione (vista l’alta infettività dei cadaveri, per protocollo devono esser cremati obbligatoriamente).
Il sistema è semplice: basta pagare gli addetti con somme comprese fra i quaranta ed i cinquanta dollari ed essi faranno risultare nel certificato di morte una causa diversa dall’Ebola, lasciando di conseguenza il caro estinto nelle mani della famiglia. Il problema è che alcuni riti di sepoltura africani prevedono il lavaggio del cadavere e giorni di veglia funebre corredati di bacio alla salma da parte dei visitatori.
Si tratta di pratiche rischiosissime, visto che il solo contatto con l’infetto, vivo o morto che sia, è veicolo di contagio.
Basti pensare che nel 1995 cinque suore italiane appartenenti all’ordine delle Poverelle dell’Istituto Palazzolo morirono di Ebola in Congo per il solo fatto di aver pregato e pianto al capezzale di una loro consorella (deceduta anch’essa per la stessa malattia).
Purtroppo questa non è l’unica pratica pericolosa dettata dall’ignoranza per il pericolo.
Nei mesi passati si erano diffuse fra la popolazione delle voci che volevano gli stessi medici occidentali come fautori dell’epidemia e quindi i malati e le loro famiglie si rifiutavano di rivolgersi ai centri di cura.
In un caso dei medici furono addirittura assaliti ed uccisi a colpi di machete ed i malati che che stavano curando furono fatti scappare dall’ospedale.
Ciò che comunque rimane problematica è anche la facilità con la quale gli operatori sanitari si facciano corrompere a causa delle evidenti scarse paghe che ricevono.
Rimane quindi una domanda: anche qualora le tecniche di cura dell’Ebola dovessero migliorare, come si riuscirà a far fronte nel breve periodo all’ignoranza e ad una tale corruzione?
Sergio Coppola