“L’obiettivo minimo è raggiungere la doppia cifra”. Con queste parole Giovanni Malagò, presidente del CONI, aveva accolto gli atleti azzurri nella sede di Casa Italia a Pyeongchang pochi giorni prima dell’inizio delle gare. Il target è stato raggiunto, visto che l’Italia ha chiuso la XXIII edizione dei Giochi Olimpici Invernali con 10 medaglie conquistate: 3 ori, 2 argenti e 5 bronzi che sono valsi il dodicesimo posto finale nel medagliere.

Nonostante questa Olimpiade sia stata la migliore degli ultimi dodici anni per i colori azzurri, resta comunque un pizzico di rammarico per aver fallito la possibilità di rimpinguare, seppur in maniera minima, il bottino. Ne è un esempio la staffetta femminile di Biathlon in cui le azzurre Wierer, Gontier, Sanfilippo e Vittozzi hanno comandato la gara per gran parte del tempo perdendo di fatto la medaglia all’ultimo poligono di tiro, in una gara influenzata dal fortissimo vento e chiusa soltanto al nono posto.

L’altra grande delusione è arrivata nella specialità regina delle Olimpiadi: lo sci alpino. Dopo gli ottimi risultati ottenuti in Coppa del Mondo, gli atleti azzurri non sono riusciti a ripetersi sulle nevi coreane: zero le medaglie ottenute dagli uomini, bottino addirittura peggiorato rispetto all’unico argento conquistato a Sochi nel 2014. Molto meglio le donne, con l’impresa nella discesa libera di Sofia Goggia ed il bronzo nel gigante di Federica Brignone.

 

BILANCIO POSITIVO

Il bilancio finale di questi Giochi Olimpici resta in definitiva positivo per i 122 atleti azzurri. L’Italia è stato il sesto paese, alle spalle di Corea, Giappone, Germania, Norvegia e Svizzera, ad aver incrementato il suo bottino di medaglie rispetto a Sochi2014: +25%.

Pyeongchang2018 è stata inoltre la quinta miglior Olimpiade di sempre per noi: avevamo fatto meglio soltanto a Lillehammer94 (20 medaglie), Albertville92 (14), Salt Lake City2002 (13) e a Torino nel 2006 (11).

Sofia Goggia è la prima Olimpionica azzurra nella discesa libera

La manifestazione coreana ci ha inoltre regalato storici risultati: l’Italia, per la prima volta, ha portato in finale nelle varie disciplina ben 51 atleti e le 10 medaglie sono state conquistate in 6 diverse discipline. L’età media dei medagliati è stata di 26,3 anni, la più bassa di sempre. Tutto ciò lascia ben sperare in vista di Pechino2022, ma ci sarà bisogno anche di migliorare la propria competitività in alcune discipline in cui, di fatto, non c’è ancora la possibilità di lottare per una medaglia (bob, hockey, curling).

 

PIONIERE AZZURRE

Arianna Fontana ha conquistato tre medaglie in questi Giochi Olimpici.

Per la prima volta nella storia, non soltanto a regalarci i tre ori olimpici sono state tre donne, ma lo hanno anche fatto in discipline in cui non avevamo mai trionfato. Arianna Fontana, portabandiera alla cerimonia d’apertura dei giochi e divenuta simbolo di questi Giochi grazie alle tre medaglie conquistate, ha trionfato nello short-track 500 mSofia Goggia è stata invece autrice di un autentico miracolo sportivo, salendo sul gradino più alto del podio nella gara da sempre considerata più impegnativa e significativa delle Olimpiadi: la discesa libera. Il terzo, fantastico, oro porta la firma della bergamasca Michela Moioli, vincitrice nello Snowboard Cross (SBX).

 

LE ALTRE MEDAGLIE

I due argenti arrivano dallo sci di fondo a tecnica classica, con Federico Pellegrini che ha preceduto al photofinish per appena due centesimi il russo Bolshunov e ancora nella staffetta 3000m short-track grazie ad Arianna Fontana, Cecilia Maffei, Lucia Peretti e Martina Volpecina.

Sci e pattinaggio ci regalano anche  5 bronzi: ancora Arianna Fontana nello short-track 1000mNicola Tumulero sempre nei 1000m pattinaggio velocitàFederica Brignone, come detto, nello slalom giganteDominik Windisch nel Biathlon e, nella staffetta mista della stessa disciplina ancora Windisch assieme a Dorothea Wiever, Lisa Vittozzi Luka Hofer in un finale da brividi in cui abbiamo preceduto di pochissimo i la Germania.

 

OLIMPIADI PONTE DI PACE

Ai XXIII Giochi Olimpici Invernali hanno preso parte ben 2952 atleti provenienti da 92 paesi diversi102 sono state in totale le gare disputatesi nelle 15 diverse discipline presenti.

La Norvegia ha conquistato il primo posto finale, con 39 medaglie conquistate (14 ori, 14 argenti ed 11 bronzi). Alle sue spalle la Germania con 31, ed il Canada a quota 30. Quarto posto per gli Stati Uniti (23), mentre gli atleti russi, costretti a gareggiare sotto l’acronimo OAR (Olympic Athletes from Russia) a causa della squalifica del comitato olimpico russo in seguito agli scandali legati al doping di Sochi2014, hanno chiuso con 17 medaglie.

Pyeongchang2018 è stata anche l’Olimpiade Invernale che ha visto Corea del Nord e Corea del Sud sfilare sotto la stessa bandiera (azzura su sfondo bianco della Corea Unita) alle cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi. Un segnale importante certificato anche dal team di hockey femminile coreano, composto per la prima volta da 12 atlete nordcoreane e 23 sudcoreane: è stata la prima squadra della Corea Unita a gareggiare in una competizione internazionale dopo 27 anni.

Lo sport e le Olimpiadi sono sinonimo di pace, ha dichiarato Thomas Beck, presidente del CIO.  “Questi Giochi Olimpici sono stati un enorme successo sul piano dell’organizzazione e dei risultati. Lo sport è riuscito a riaprire il dialogo tra le due Coree; l’obiettivo è che, in quanto ponte di pace, sia il primo passo verso il dialogo per tutto il mondo, in un momento storico così importante e delicato come il nostro”.

Come ogni Olimpiade che si rispetti, anche questa coreana sarà ricordata per alcuni personaggi divenuti simbolo della manifestazione: la norvegese Marit Bjørgen ad esempio, capace a 37 anni di ottenere l’ottavo oro olimpico della sua carriera, la quindicesima medaglia in bacheca. O ancora la ceca Ester Ledecka, prima atleta capace di vincere nella stessa Olimpiade due ori in due diverse discipline (snowboard e sci alpino). Menzione particolare anche per Martin Fourcade, francese capace di vincere ben 3 ori nel biathlon.

 

VERSO PECHINO2022

Per un’Olimpiade che termina, ce n’è già un’altra all’orizzonte: nel 2022 sarà Pechino ad ospitare la XXIV edizione dei Giochi Olimpici. L’età media così bassa dei nostri medagliati in Corea rappresenta un fattore importante e di grande ottimismo.

“E’ stata un’Olimpiade in cui ne abbiamo visto molte cose particolari. C’erano tante aspettative, avevamo una squadra forte ma ogni volta ti devi rimettere in discussione” ha affermato un’entusiasta Malagò al termine della cerimonia di chiusura. “Tra 4 anni a Pechino, non so chi ci sarà al nostro posto, dovremmo partire da questi numeri e fare meglio, toccando almeno 13 medaglie. Il nostro segreto? Il grande gruppo. Molte nazioni, a differenza nostra, avevano dei grandi favoriti in diverse discipline. Noi, invece, avevamo dei buonissimi atleti in tutte le competizioni a cui abbiamo preso parte e questo ci ha favoriti perchè ha dato a tutti i 122 ragazzi la consapevolezza di dover dare il massimo e di sperare fino all’ultimo di farcela”.

Gli azzurri durante la cerimonia di chiusura. Arrivederci a Pechino2022

Molto soddisfatto anche Carlo Mornati, Capomissione della spedizione italiana e Vice Segretario Generale del CONI: “È stata la prima vera Olimpiade pianificata per tutti i 4 anni. Voglio ringraziare tutte le Federazioni d’appartenenza dei nostri atleti e tutti i membri di questa fantastica spedizione. I risultati ci hanno premiati, ora bisogna alzare l’asticella per essere ancora più proragonisti tra 4 anni”.

 

Bravi Azzurri. Arrivederci a Pechino2022…

 

Ugo D’Andrea

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