POMIGLIANO D’ARCO-  Fare del Palazzo dell’Orologio uno spazio sociale, aperto, di formazione e sapere; rendendolo così il centro di coordinamento e raccordo di una fitta rete di aree culturali, tutte racchiuse in pochi metri in linea d’aria. Era questo il temerario progetto primordiale praticamente rivelatosi un fallimento, un’opposizione quasi perfetta ai piani stabiliti.

Antonio Tondi della segreteria del Pd riconduce immediatamente questa poca considerazione all’istruzione dei giovani, allo scarso peso attribuito alla cultura e al sapere che sovrasta l’Italia.
Infatti, a Pomigliano D’Arco, quel che era stato istituito come strumento di acquisizione, organizzazione e pubblico uso dell’informazione oggi è diventato un ”contenitore vuoto”, così definito dall’esponente del Pd in una nota, per il quale vi è una visione miope ed elitaria dell’utilizzo della struttura. Secondo il regolamento della Biblioteca Comunale, la stessa, con deliberazione della Giunta Municipale e tenendo conto delle indicazioni emerse in seno alla Conferenza Cittadina dei servizi pubblici, è stato stabilito l’orario giornaliero e settimanale di apertura e chiusura (lun,mer,ven ore 9.00-13.00 e mar,giov ore 9.00-13.00/16.30-18.30), che seppur considerati consistenti rispetto al passato ancora non rientrano negli effettivi standard delle biblioteche pubbliche (12ore, 24ore in diverse realtà che si dotano di un sistema gratuito di banca del tempo). Tondi inoltre dice ”Oggi, questo luogo di cultura ospita un ufficio dell’Enam che si occupa della distribuzione dei sacchetti dell’immondizia. Diversi locali della struttura sono preclusi ad una fruizione pubblica perché concessi in comodato d’uso gratuito a fondazioni (come ad esempio quella che organizza il “Festival della Pizza”) o associazioni, molte delle quali esistono solo su carta”.

A tutto questo si è aggiunta la questione riguardante l’azzeramento dei fondi per l’acquisto dei libri, anzi dal bilancio è stata quasi del tutto eliminata. Fondi che a suo parere sono stati utilizzati dal sindaco per spese inutili e dispendiose (Rotonda via Napoli, allargamento Piazza Leone, vetrata Parco pubblico), mentre la cifra destinata alla Biblioteca di palazzo dell’Orologio è sempre stata di poche centinaia di euro, sufficienti a malapena all’acquisto di cancelleria e materiali di consumo degli uffici.

Tutto questo fa crollare quanto cita il manifesto fondativo della Biblioteca Comunale, il quale ancora attualmente recita:” Pomigliano D’Arco, guarda in particolare al popolo della scuola come utente privilegiato”

Laura Bifulco

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