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Muri d’Autore: la poesia colora le Fornelle di Salerno

Risultati immagini per le fornelle salerno Muri d’Autore: street-art e poesia, un connubio perfetto per riportare in vita un quartiere. Parliamo delle Fornelle di Salerno, un borgo del centro storico, noto per aver dato i natali al poeta Alfonso Gatto, deceduto in un incidente stradale quarant’anni fa. Un quartiere oggi sprofondato nella solitudine, dimenticato da tutti, o per meglio dire, da quasi tutti. A ricordarsene è stato il poeta Valeriano Forte con lo street-artist Peppe Roscigno, soprannominato Greenpino: due artisti che hanno fuso la magia dell’arte pittorica con quella della scrittura, riportando in vita le mura arse dalla salsedine del vecchio borgo rionale salernitano. Quelle stesse mura oggi sono diventate meta di turismo: a colorarle ci sono  versi di poeti trascritti da Greenpino.

Risultati immagini per le fornelle salernoE grazie a questo nuovo aspetto, il quartiere sembra essere tornato a sorridere e, sebbene le famosissime Luci d’Artista non lo abbiano mai illuminato, oggi brilla finalmente di luce propria. Un progetto puramente poetico che diventa anche un programma di riqualificazione culturale della zona, perché oggi, le Fornelle offrono poesia gratis a tutti i passanti, anziani, bambini, turisti. E le pareti del quartiere sono le nuove pagine dei libri. Inoltrandoci meglio in quel luogo che, sollevandosi dalla polvere del degrado, ci offre una straordinaria ed originale proposta di civiltà, abbiamo intervistato colui che ha reso possibile la nascita di un quartiere quasi fiabesco, “dove la poesia è per tutti”: Valeriano Forte, coordinatore del progetto, amante della propria città, poeta e cultore della poesia, ma soprattutto promotore di un nuovo modo di fare cultura, che si libera dalle catene dei preconcetti, dalle arcaiche stigmatizzazioni, e si tuffa in una realtà desiderosa del cambiamento ma bisognosa di fedeli aiuti.

Iniziamo col dire come e quando nasce il progetto “Muri d’Autore”.

Il progetto nasce al di fuori del Rione Fornelle, nell’ottobre di due anni fa, con un intervento proposto dalla Fondazione Alfonso Gatto, con mia cura progettuale, la direzione artistica di Greenpino e le illustrazioni della street-artist Alice Pasquini, inteso ad omaggiare Alfonso Gatto e ispirato alle sue poesie per i bambini di ogni età. Si trattò di un’operazione che, goccia a goccia, preparava un piccolo grande cambiamento. Alice mise a disposizione la sua capacità di raffigurazione, Greenpino la sua arte di scrivere sulle pareti. Così il primo murales fu realizzato sulle mura lungo la cosiddetta Scalinata dei Mutilati di Salerno. Abbiamo poi continuato nel vicolo della Neve, a cui Alfonso Gatto dedicò una poesia, essendo un assiduo frequentatore dell’omonimo ristorante lì situato. In questo vicolo, sono stati affissi post-it poetici, i cui autori sono soprattutto giovani salernitani amanti della poesia, che hanno scritto della propria città. Ma non mancano poesie in inglese, il che ha reso il vico meta dei turisti ed oggetto di attenzione, a tal punto da essere promossa a “Panorama d’Italia” dal quindicinale Panorama. E per una piccola strada, prima abbandonata a se stessa, essere ora inserita tra i luoghi più belli della penisola è un gran bel risultato.

Come si è passati, poi, al rione Fornelle?

Con la Fondazione Alfonso Gatto, il mio lavoro di ideazione e direzione progettuale, quello artistico di Greenpino abbiamo deciso di potenziare la difesa culturale del patrimonio poetico di Alfonso Gatto,  proprio nel suo quartiere natale, certo perché è salernitano, ma non solo: la sua figura può essere considerata di gran rilevanza nel panorama letterario del 900, perché ci ha lasciato un grande quantità di materiale, trattando di ogni aspetto della realtà. Ed è questa una delle più grandi capacità di un poeta: saper raccontare il suo tempo, gestendolo sapientemente. Da poeta, ho scelto quindi di scrivere di meno e di compiere più azioni poetiche per giungere ad un cambiamento, come l’ideazione di questo progetto poetico/artistico. È un errore riconoscere la poesia in una sola forma: la poesia è in ogni aspetto della quotidianità, è una filosofia di vita.

Le Fornelle sono un rione popolare del centro storico, ma in realtà sono un piccolo paese a parte, nato nel Medioevo e in origine abitato da popolazione amalfitana, impiantata dal Principe Sicardo. Ha perciò una sua genetica e una sua architettura molto simile a quella di Amalfi. Il commercio era legato al mare, all’attività della pesca e tutt’ora parte degli abitati è impiegata in questo settore. Il progetto “Muri d’Autore” lascia spazio all’identità del quartiere: molte delle poesie, molti dei colori richiamano il legame con il mare e la parlata rionale, cioè il napoletano. Abbiamo, inoltre, lasciato la priorità a quelle voci della poesia bistrattate dalla vita, come Alfonso Gatto, Humberto Ak’abal  ed Alda Merini, o ad artisti non espressamente poeti, ma che hanno fatto poesia con il loro lavoro: da Jim Morrison a Massimo Troisi, da Pino Daniele a Totò, da Salvatore Di Giacomo ad Eduardo de Filippo. L’obiettivo è quello di mettere in atto un diverso modo di fare cultura, abbandonando la presunzione intellettuale, che ci tiene arroccati, chiusi nel nostro sapere, e dare ciò che si è appreso, aprendosi a chi non ha avuto le nostre stesse possibilità. Il progetto ha visto quaranta artisti dipingere soggetti ispirati alle poesia da trascrivere, otto mesi di lavoro, un crowdfunding, che sostenesse dal basso il progetto per dimostrare inoltre che un “cambiamento” è possibile senza attendere grandi istituzioni.

Qual è la causa del disagio del quartiere, secondo lei?

Si tratta di una zona del centro storico che, fino agli ultimi 20 anni, era off-limits. Solo di recente, mostra di essere attraversata da un moto di trasformazione. È un quartiere assolutamente pacifico: il disagio è legato ad una condizione culturale che non cambia se manca l’intervento diretto.  Il rione Fornelle vive un isolamento dovuto alla sua condizione limitrofa: si trova praticamente nel centro di Salerno, eppure qui non vengono  impiantate le Luci d’Artista, o non vengono programmate attività come quella dei mercatini natalizi.

In un futuro prossimo, intende aprirsi a nuove iniziative per la sua città?

Parlando da promotore culturale, mi rendo conto delle difficoltà pratiche che si possono incontrare. Parlando da poeta, certo che mi piacerebbe: sogno di invadere la città di Salerno e di renderla un museo a cielo aperto, affinché si ottenga una massima fruizione della cultura.

Sonia Zeno

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