Al Nostos Teatro di Aversa, la compagnia “Teatro in Fabula” (per gentile concessione della Fondazione Gaber)  presenta “Il Grigio” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, con adattamento e regia di Giuseppe Cerrone e Antonio Piccolo e gli assistenti alla regia Melissa di Genova e Marco di Prima.

Sul palco un unico attore, Antonio Piccolo, che porta la tradizione di quest’unica opera in prosa andata in scena per la prima volta nel 1988.

Uno scrittore decide di rintanarsi in una casa per rifugiarsi in un cantuccio, fuggire dal mondo correndo così forte da depistare la sua vita mediocre. Ma in una casa non c’è mai nulla di buono: ci si nasconde, ma per crescere e ritrovare se stessi esiste solo la strada e l’esperienza. Lo scrittore infatti porta con sé tutti i suoi problemi, di cui ne avverte costantemente l’eco sebbene le sue letture e il suo obiettivo di liberarsene. L’isolamento prevede la mancanza di qualsiasi strumento che potrebbe riportarlo alla vita reale, televisione compresa, ma basta un nulla, anche solo una finestra, per riportare a galla tutta quella volgarità e impertinenza, quella materia malevola che è parte della vita e che si attacca, si invischia all’anima dell’uomo.

É quel senso di malessere, inconsistente ed astratto, captato da Flaubert come ingrediente base di una borghesia volgare e insofferente, protagonista di romanzi con personaggi soli e incompresi, che fingono piacevolezza solo per portare a termine un affare o per dar adito alle apparenze.
L’inettitudine e il senso di inadeguatezza dell’uomo novecentesco inizia a farsi spazio e in tema kafkiano l’oscurità di un’esistenza, i problemi d’amore, un privato dettato da un padre con una presenza da gigante, si personalizzano nella figura del Grigio, un nuovo Gregor Samsa.

Il Grigio è un topo, un peloso animaletto capace di portare scompiglio. Lo scrittore sembra risucchiato dalla sua presenza e, ossessionato, pretende di eliminarlo. La sua intelligenza e la sua costanza lo trasformano da fuggitivo in persecutore, il topo occupa tutti i pensieri dello scrittore che aveva già rinunciato alla serenità: l’isolamento è solo un’illusione di pace, i pensieri ed i problemi ti raggiungono ovunque.
Con un tono tragicomico, a tratti ilare, inizia  una lotta contro se stesso.
“Il Grigio sapeva tutto di me, io niente di lui. [..] Forse un fantasma sarebbe stato alla mia portata”.

L’unico modo per salvarsi è interiorizzare la conoscenza, la comprensione e l’accettazione.
Amare è il sentimento più difficile, tanto astratto che per comprenderlo servirebbe identificarlo come “la cosa”.. una cosa si può gestire in un modo o nell’altro. Se ci si riesce può diventare crescita, un patto tra due persone stipulato dal destino.

Bisogna quindi capire cosa sia la tenerezza sebbene sia difficile.
“Ma come si fa a mettere le cose al proprio posto, quando tutto quello che accade è nell’intimo?”.
Alcune persone ci riescono, sono quelle che vanno avanti per inerzia, che non si chiedono cosa c’è oltre, quelle definite da Montale come sine cura.
Ma il ragionare e la sensibilità portano con sé insoddisfazione e amarezza, portano all’isolamento e al rimurginare.

Lo scrittore riflette sulla vita. Le spalle dei passanti, sono tutte uguali, hanno in sé quel grigiore di mediocrità e di banalità. Che siano operai o miliardari, indossano tutti una maschera, appaiono, non vivono davvero. Ma in quelle stesse spalle giovani, stanche, robuste od ossute, c’è anche tutta la tenerezza umana, la stanchezza della vita, il fragile senso della precarietà umana.

Alessia Sicuro

Alessia Sicuro
Laureata in lettere moderne, ha in seguito ha conseguito una laurea magistrale alla facoltà di filologia moderna dell'università Federico II. Ha sempre voluto avere una visione a 360 gradi di tutte le cose: accortasi che la gente preferisce bendarsi invece di scoprire e affrontare questa società, brama ancora di tappezzare il mondo coi propri sogni nel cassetto. Vorrebbe indossare scarpe di cemento per non volar sempre con la fantasia, rintagliarsi le sue ali di carta per dimostrare, un giorno, che questa gioventù vale!

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