Home Cultura Primo Maggio: storia di una festa intrisa di sangue

Primo Maggio: storia di una festa intrisa di sangue

In molti paesi del mondo, il Primo Maggio è la data che celebra la Festa del lavoro e dei lavoratori. Si tratta di una data che racchiude in sé quasi un secolo di lunghe e sanguinose lotte condotte dalla classe operaia per la conquista di quei diritti di cui noi oggi godiamo.

Questa festività rimanda agli Stati Uniti, dove su proposta del sindacalista Peter J. McGuire, dal 1884, l’associazione Knights of Labor stabilì che il Labor Day ricorresse ogni primo lunedì di settembre. Anche il primo maggio, scelto come data della ricorrenza nel resto dei paesi, si riferisce ad un episodio verificatosi negli Stati Uniti: il primo maggio 1886 a Chicago si tenne uno sciopero per ottenere la riduzione della giornata lavorativa, il cui slogan era: “otto ore di lavoro, otto ore di sonno e otto ore di svago”. Durante la manifestazione, lo scoppio di una bomba uccise un poliziotto e la reazione delle forze armate fu durissima: i colpi sparati sulla folla uccisero dei manifestanti e ne ferirono un centinaio.

Lo scontro si inserisce all’interno di un’epoca che vide i progressi dell’industria e del mondo del lavoro derivanti dalle due Rivoluzioni Industriali, che ebbero come appendice, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, l’ingresso progressivo delle masse all’interno della storia. Si delineava cosi la nuova società di massa, la società civile, data dall’insieme delle relazioni sociali, civili ed economiche che intercorrono tra i vari gruppi, ceti e classi.

In Inghilterra, culla della Prima Rivoluzione industriale e della questione sociale, la difesa delle rivendicazioni operaie fu operata dalla Prima Internazionale (o anche Associazione internazionale dei lavoratori), riunitasi nel 1864 a Londra per volere di Karl Marx, che mirava alla diffusione del principio di associazionismo tra gli operai, che secondo Marx erano afflitti dalle stesse problematiche e pertanto dovevano allearsi in una comunanza di obiettivi, intenti ed azioni. Proprio durante la Prima Internazionale fu promosso l’ideale dello sciopero, che favorì il contatto tra gli esponenti dei partiti e le masse popolari, le quali grazie all’azione dei sindacati e alla nascita dei primi partiti socialdemocratici dimostrarono che esse non erano oggetto bensì soggetto attivo della storia, in grado di autorappresentare i propri interessi. Fu durante la Seconda Internazionale, riunitasi a Parigi nel 1889, che l’idea di un “Labor Day” fu esportata dagli Stati Uniti e trapiantata in Europa, per poi essere ratificata due anni dopo in Italia. Si verificava ciò che Gustave Le Bon aveva scritto nel 1895, tra le pagine della sua opera, “La psicologia delle folle”: “l’età che inizia sarà veramente l’era delle folle”.

Oggi in gran parte d’Europa i lavoratori, tutti, ricchi, poveri, colti, disonesti, dignitosi e non, riposano e si godono una domenica di festa…E il suono delle parole di Spies, pronunciate poco prima che il cappio al collo gli strappasse per sempre il diritto alla libertà di espressione, condannato a Chicago il 20 agosto 1887 in quanto anarchico e manifestante contro gli accadimenti dell’anno precedente, fanno rabbrividire la pelle, perché adesso acquistano il significato di un’orgogliosa profezia, pagata con la morte:

“Salute, verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che oggi soffocate con la morte”.

Sonia Zeno

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