In questo primo venerdì del mese di ottobre con la nostra solita rubrica ″Il Ventre di Napoli″ viaggeremo nel territorio campano ed in particolare a Napoli, soffermandoci su alcune delle periferie di questa grande bella città. La prima tappa sarà Bagnoli.

Quartieri di Napoli

La città di Napoli è suddivisa in quartieri: questa suddivisione evidenzia naturalmente le caratteristiche geografiche, topografiche, funzionali e storiche di ogni territorio. Il primo protagonista storico che decise di disporre il territorio napoletano in 12 quartieri fu il re Ferdinando IV il 6 gennaio del 1779; l’obiettivo del re era quello di assicurare e favorire la pubblica sicurezza dei cittadini con la presenza in ogni quartiere di un giudice della Gran Corte Criminale che potesse fare da garante. I primi 12 quartieri furono:

  • 1) Quartiere di San Ferdinando
  • 2) Quartiere di Santa Maria della Vittoria
  • 3) Quartiere di Monte Calvario
  • 4) Quartiere di San Giuseppe
  • 5) Quartiere di San Giovanni Maggiore
  • 6) Quartiere di Portanova
  • 7) Quartiere di San Lorenzo
  • 8) Quartiere dell’Avocata
  • 9) Quartiere della Stella
  • 10) Quartiere di San Carlo all’Arena
  • 11) Quartiere della Vicaria
  • 12) Quartiere del Carmine Maggiore

Tuttavia, col passare del tempo ci fu un cambiamento: i quartieri divennero 30 suddivisi in 21 circoscrizioni pur non avendo competenze amministrative e, solo nel 2005, la città di Napoli venne suddivisa in 10 municipalità. Ed è proprio alla 10 municipalità che appartiene la circoscrizione di Bagnoli.

La bellezza delle periferie: Bagnoli

Napoli è senz’altro una città che parla numerosi linguaggi, una città in cui le bellezze non si fermano ma si espandono lungo tutto il territorio, raggiungendo anche Bagnoli. Bagnoli nasce come riferimento termale e con il tempo è diventata sede di insediamenti industriali: inutile negarlo, insediamenti che hanno portato importanti trasformazioni territoriali. Un territorio di lotta, precisamente di resistenza; basta attraversarle le stradine di Bagnoli per cogliere il racconto urbano scritto dalla resistenza giovanile del XXI secolo. Un quartiere vivo: vivo perché non si limita solo alla mera respirazione, ma è un quartiere che ha voglia di tramandare la propria storia attraverso i suoi veterani sempre seduti all’angolo di una nuova strada. Poi i giovani, con le loro contraddizioni e le loro diversità, rendono un tale territorio accessibile a tutti: dalla movida notturna al centro sociale, dalla noia alla difesa dei diritti e così via.

Bagnoli è bella. C’è chi dice che Bagnoli non è amata, eppure qualcuno insiste a dire che c’è un’energia che né fuoco né l’inquinamento riesce a spegnere.

La 10° municipalità ospita delle importanti strutture ricettive: dall’Ippodromo di Agnano, il più grande di Italia in cui ha sede il “Gran Premio Lotteria di Agnano”, considerata una delle più importanti corse ippiche d’Italia; a seguire ospita Città della Scienza, il primo museo interattivo d’Italia, e ancora, il pontile di Bagnoli lungo 900 metri per chi ama camminare o passeggiare lungo il mare ammirando le bellezze di un tramonto partenopeo. Sappiamo bene che le bellezze di Bagnoli non si limitano a delle bellezze cementificate: il territorio di suo potrebbe essere considerato e paragonato ad una miniera non sfruttata che di suo può dare tanto ai suoi residenti e, risolvere molte delle problematiche legate innanzitutto alla disoccupazione di quest’ultimo.

Periferie, napoli, Bagnoli
Pontile di Bagnoli, ph. Bruna Di Dio

Bagnoli e le sue ombre nere

Il tempo passa e il quartiere Bagnoli continua ad essere un territorio poco utilizzato per fini sociali. Basta interrogare la cittadina di questo quartiere per accorgersi del malessere che si vive: tanta disoccupazione, movida notturna ingestibile, forme di illegalità, strutture sportive pubbliche in stato di degrado, mezzi pubblici quasi inesistenti e poi, l’ombra portante dell’Italsider che incombe costantemente sul quartiere. Un territorio che ogni giorno ingaggia lotte sociali per la sopravvivenza, da una parte un alto tasso di mortalità legato all’inquinamento e dall’altra parte una politica nazionale negligente, dove le scelte nazionali non convergono con gli scopi sociali locali ed amministrativi.

Periferie, napoli, Bagnoli
Assemblea a Bagnoli, ph. Bruna Di Dio

 

Bagnoli vive una fase di stallo costante, ma non nasce come periferia: qualcuno ha voluto che diventasse una periferia, proprio come Scampia e tante altre periferie di Napoli, perché oggi, quando si parla di periferia l’accezione che si attribuisce è spesso negativa.

Insomma, Bagnoli è solo lo specchio di tante realtà nazionali più o meno simili, è una realtà in cui c’è bisogno di investire non solo denaro, ma soprattutto mani pulite; territori del genere hanno bisogno di cultura, di possibilità concrete che trovano sintesi in strutture pubbliche adeguate, hanno bisogno di investimenti finanziari: c’è bisogno che ogni bambino, uomo o donna del mondo sia considerato allo stesso modo.

Bruna Di Dio

Bruna Di Dio
Intraprendente, ostinata, curiosa professionale e fin troppo sensibile e attenta ad ogni particolare, motivo per cui cade spesso in paranoia. Raramente il suo terzo occhio commette errori. In continua crescita e trasformazione attraverso gli altri, ma con pochi ed essenziali punti fermi.

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