Come viene scelto uno pseudonimo? Da Henri Beyle che si chiamò Stendhal per tributo a Stendal, la città natale di Winckelmann, ad Elena Ferrante, forse un tributo ad Elsa Morante, limitandoci agli scrittori, modalità e motivi possono variare. Da Orwell a Mo Yan, passando per Svevo e Saba, ecco una lista di scrittori e pseudonimi.

George Orwell

Eric Arthur Blair nacque il 25 giugno 1903. Come ammise nel saggio “Perché scrivo”, nonostante il desiderio di diventare scrittore fosse presente già nel piccolo Eric, dai diciassette ai ventiquattro anni il futuro autore di “1984″ cercò di abbandonare l’idea. Nel 1922 Blair cominciò a lavorare per la polizia imperiale in Birmania (si vedano il racconto “L’impiccagione” e il romanzo “Giorni in Birmania”), ma dopo pochi anni ne fu così disgustato che ritornò al progetto di scrivere. Per realizzare il suo primo libro, visse tra i poveri a Londra e a Parigi. Quando il dattiloscritto di “Senza un soldo a Parigi e Londra” fu accettato da Gollancz, Blair chiese di utilizzare uno pseudonimo, soprattutto per non creare imbarazzo alla famiglia. Tra i nomi proposti, fu scelto quello di George Orwell – nel quale Orwell è un fiume inglese.

Pablo Neruda

Come quello di Orwell, lo pseudonimo Pablo Neruda servì al giovanissimo Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto per evitare alla famiglia (in questo caso al padre) la vergogna di avere un figlio letterato. La sua origine è meno chiara. Neruda sostiene di aver omaggiato il poeta ceco Jan Neruda, ma lo studioso Carlos Bernatek dubita che all’epoca in cui scelse lo pseudonimo il giovane poeta cileno potesse conoscere l’autore de “I racconti di Malá Strana”. Bernatek ha proposto l’ipotesi secondo la quale il nome fosse stato trovato in un racconto di Arthur Conan Doyle.

Curzio Malaparte

Non ci sono invece dubbi per quanto riguarda lo pseudonimo del controverso autore de “La pelle”, che ha semplicemente italianizzato il suo nome (era nato Kurt Suckert) e giocato con il cognome di Napoleone.

Italo Svevo

La scelta di Malaparte ricorda in fondo quella di Svevo, che però non optò per la versione italiana del suo nome (Svevo era nato a Trieste come Aron Hector Schmitz). L’autore di “Senilità” scelse uno pseudonimo che oggi lo identifica come un passaporto. Svevo, infatti, era un termine usato per indicare tutti i tedeschi (nonostante si riferisca più tecnicamente a un abitante della Svevia) e, a conti fatti, chiamarsi Italo Svevo era come dire di essere italiano e tedesco.

Tristan Tzara

Se lo pseudonimo di Svevo esprimeva un’accettazione della propria nazionalità, lo stesso non si può dire di quello scelto da Samuel Rosenstock, in arte Tristan Tzara, poeta nato in Romania che scrisse la sua opera in francese. Il nome sembra infatti essere stato scelto per la sua omofonia con la frase romena “trist în țară, ovvero “triste nella (sua) terra”.

Joseph Conrad

Al contrario di Tzara, sembra che nel caso di Conrad sia stato proprio il rispetto verso la letteratura del suo paese (Conrad era nato in Polonia) a fargli decidere di scrivere in inglese i suoi romanzi. Nella stessa scelta dello pseudonimo, che è in fondo un’anglicizzazione di due dei nomi di battesimo di Józef Teodor Konrad Korzeniowski, sembra sia pesato il nome di uno degli eroi di Adam Mickiewicz, Konrad Wallenrod.

George Eliot

Orwell non è l’unico scrittore britannico ad aver scelto George come parte del proprio pseudonimo. La differenza è che George Eliot, inserita da Harold Bloom nel suo Canone Occidentale, era in realtà una donna di nome Mary Ann Evans. Scelse il proprio pseudonimo per vari motivi, pubblici e privati: essere giudicata come autore e non come autore-donna, tenere separata la sua produzione saggistica da quella narrativa ed evitare scandali all’uomo sposato che frequentava, George Henry Lewes.

Umberto Saba

Nato a Trieste come Umberto Poli, lo pseudonimo dell’autore di Ernesto riguarda soltanto il cognome, ma è un cambio tra i più significativi. Le due sillabe del cognome paterno, simbolo e ricordo di un genitore assente, cedono il posto ad altre due sillabe, che sono state alternativamente interpretate come un omaggio alle origini ebraiche della madre (Saba è una parola ebraica) o ad un tributo a Peppa Schobar/Sabaz, la balia slovena che allevò il poeta. Tra alcuni curiosi pseudonimi utilizzati dal “Saba prima di Saba”, da ricordare almeno Umberto Chopin Poli.

George Sand

Con Chopin ebbe a che fare il terzo George del nostro elenco, come documenta questo dipinto di Delacroix. Il terzo George della nostra lista non è né un uomo né inglese, come farebbe pensare il nome, ma nacque a Parigi con il nome di Amantine Dupin.

Blaise Cendrars

«Scrivere è bruciare vivo, ma anche rinascere». Parola di Blaise Cendrars, nato in Svizzera nel 1887 come Frédéric Louis Sauser. Cendrars richiama il francese “cendre”, “cenere”, mentre Blaise la parola “braise”, brace – un possibile riferimento alla rinascita della fenice, come si sostiene in questo articolo.

Mo Yan

Come ha notato il Guardian è curioso che un autore così prolifico come il cinese Guan Moye abbia scelto come pseudonimo “Mo Yan”, che in cinese significa “non parlare”. Moye decise di usarlo in ricordo di ciò che gli diceva sua madre, la quale per proteggerlo in tempi di lotte politiche lo ammoniva di “non parlare troppo” in pubblico.

Luca Ventura

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