“Particolarmente utile socialmente” è una canzone nel momento in cui con serena leggerezza e spontaneità mira a far riflettere. Lo è soprattutto se ci si affida a un sound trascinante, rivelatore di lucide verità.

“Cerco di scrivere le mie canzoni come un buon sugo biologico fatto in casa, non una polpa pronta presa al discount. Altrimenti si imbocca la strada dell’ evasione e della distrazione”, un inno alla naturalezza è anche la musica di Mannarino, che così la descrive, con straordinaria convinzione.

In nome del suo impegno a colpire indistintamente ogni tipo di pubblico, Mannarino è in tour nelle librerie la Feltrinelli. Qui, il cantautore romano incontrerà i suoi fan e firmerà le copie del nuovo album Apriti cielo. L’artista è partito il 13 gennaio da Torino e giungerà a Napoli il 19 dicembre. Presso la Feltrinelli sarà disponibile anche il pass che dà accesso prioritario al firmacopie.

“Mi piace il fatto che l’espressione “Apriti cielo” possa essere letta in modi diversi, sia come un’esortazione sia come esclamazione”. In un’espressione così toccante e allusiva, Mannarino colloca l’impatto con il suo album. Una riflessione propositiva sulle contraddizioni dell’uomo moderno, non più appesantita da rabbia sociale e senso di ingiustizia. Ciò perchè “il primo passo è la consapevolezza”. Secondo Mannarino, da qui si riconoscono gli errori, per cambiare sulle ali dell’entusiasmo di chi crede nei propri ideali.

“Voglio vivere come un colibrì, voglio vivere come un sognatore, perché la vita è come un’onda del mare, e un’onda persa non ritorna”. È questa la frase centrale del singolo “Arca di Noè”, con cui l’album è stato annunciato. L’album racconta una fuga di quel colibrì, intesa non come evasione dalla realtà, ma come ricerca di nuovi slanci. Durante il suo viaggio Mannarino ritrova questi ultimi nella musica brasiliana. L’aveva scoperta quando era molto giovane e suonava nei “Kampina”. Nel gruppo lo affiancavano un chitarrista e un percussionista brasiliani incontrati per caso in un locale a Roma.

Proprio dalla capitale inizia la fuga del colibrì. Roma, nel suo enorme caos, è il punto di partenza della riflessione. Sarà proprio ciò che Mannarino ha imparato qui a fondersi con le esperienze del suo viaggio. Tra folk e ritmi di Bahia, l’artista ci comunicherà la sua rifessione finale nella canzone più decisa del suo album, “Gandhi”.

“C’è un limite sottile…tra pacifismo e accettazione passiva delle ingiustizie. Partendo da questa premessa, ciò che osservo è un pacifismo edulcorato usato dal potere per farti accettare un sistema di caste“.

Non solo critica, ma soprattutto alternative concrete. Questi gli intenti che il cantautore mira a trasferire ai fan presenti alla Feltrinelli attraverso l’incontro.

Corrado Imbriani

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