Le elezioni presidenziali degli Stati Uniti d’America del 2024 si preparano a scuotere le fondamenta della politica globale. Dopo un lungo processo decisionale, il 5 novembre 2024 gli americani saranno chiamati a scegliere i rappresentanti che in seguito voteranno il prossimo presidente tra i candidati Joe Biden e Donald J. Trump.
Come funzionano le elezioni negli Stati Uniti?
Il processo delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti inizia con le primarie e i caucus: durante le primarie, gli elettori registrati al partito esprimono in anonimo il loro sostegno per un candidato attraverso un voto diretto; i caucus sono invece assemblee pubbliche in cui i sostenitori dei vari candidati si riuniscono per discutere e votare apertamente.
In seguito, con le convention nazionali dei partiti vengono ufficializzate le nomine dei candidati presidenziali. Durante queste convention, i delegati democratici e repubblicani di tutti gli Stati confermano attraverso votazioni e accordi il candidato selezionato dal proprio partito.
Una volta definiti i candidati dei partiti, inizia ufficialmente la campagna elettorale. Questa fase è caratterizzata da una frenetica attività politica, in cui i candidati espongono il loro programma elettorale attraverso dibattiti televisivi, discorsi pubblici e comunicazioni sui social network.
Un elemento distintivo del sistema politico americano è il collegio elettorale, formato dai grandi elettori. Il loro numero varia in base all’ultimo censimento della popolazione di ogni singolo Stato: ad esempio, secondo il censimento del 2020, la California è lo Stato più densamente abitato e conta quindi 54 grandi elettori, mentre l’Alaska è uno di quelli con una popolazione minore e perciò ne ha solo 3.
I cittadini votano i grandi elettori il primo martedì dopo il primo lunedì di novembre (quest’anno sarà il 5 novembre). Le urne sono aperte dalle prime ore del mattino fino alla sera e i voti iniziano ad essere contati subito dopo la chiusura dei seggi elettorali.
I grandi elettori designati si riuniscono ciascuno nella capitale dei rispettivi Stati il lunedì dopo il secondo mercoledì di dicembre (quest’anno sarà il 16 dicembre) ed esprimono la propria preferenza sia per il Presidente sia per il Vice Presidente. Conclusa la votazione, viene inviato un verbale a Washington, ma il conteggio dei voti avviene solo il 6 gennaio. Per vincere le elezioni un candidato deve ottenere almeno 270 voti.
Donald J. Trump: un’era di trasformazioni e controversie
L’amministrazione di Donald J. Trump, dal 2017 al 2021, ha segnato un periodo di profonde trasformazioni e controversie sulla politica interna ed estera degli Stati Uniti.
In politica interna, la sanità è stata segnata dai vari tentativi fallimentari di Trump di abolire l’Affordable Care Act (Obamacare). Tuttavia, è comunque riuscito ad apportare delle modifiche. Anche la gestione della pandemia da COVID-19 è stata oggetto di dibattito. Nonostante le restrizioni di viaggio e lo sviluppo accelerato di vaccini attraverso l’operazione Warp Speed, Trump è stato criticato per la mancanza di una risposta coordinata a livello federale, il messaggio contraddittorio sulla gravità della pandemia e la conseguente scarsità di forniture mediche.
Per stimolare la crescita economica, con il Tax Cuts and Jobs Act del 2017 sono state abbassate le aliquote fiscali sia per le imprese sia per i privati cittadini. Tuttavia, nonostante la riduzione della disoccupazione e una crescita economica sostenuta, alcuni critici hanno espresso preoccupazione sulla crescente disuguaglianza economica.
Infine, Trump ha promosso una politica migratoria restrittiva. Per ridurre l’immigrazione illegale e rafforzare i controlli alle frontiere, l’ex Presidente ha proposto la costruzione di un muro lungo il confine con il Messico e ha adottato politiche di “zero tolleranza” nei confronti degli immigrati che sfruttano il ricongiungimento familiare per restare illegalmente negli Stati Uniti.
In politica estera, Trump ha adottato il protezionismo, imponendo dazi su beni importati e ritirandosi da accordi multilaterali. Il suo obiettivo era ridurre il deficit commerciale degli Stati Uniti, ma queste decisioni hanno scatenato tensioni con i partner politici e commerciali, tra cui Cina, Unione Europea e Canada. Alcuni degli accordi da cui si è ritirato sono l’Accordo di Parigi sul clima e l’Accordo sul nucleare iraniano. Inoltre, ha anche provato a far uscire gli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità durante la pandemia da COVID-19, senza successo. In definitiva, le politiche controverse che Trump ha messo in atto durante il suo mandato, hanno scatenato un’ondata di conseguenze che si protrarranno per anni.
Un aspetto unico della figura di Trump è il numero di procedimenti legali che lo coinvolgono. Come sottolineato da David A. Graham in un articolo su The Atlantic: «Non molto tempo fa, l’idea che un ex presidente – o un candidato presidenziale di un grande partito – avrebbe affrontato gravi rischi legali era quasi impensabile. Oggi, semplicemente tenere traccia dei molti casi contro Donald Trump richiede una laurea in giurisprudenza, molta attenzione o entrambi.»
Tra i 91 capi d’accusa, spiccano quelli civili avanzati da Letitia James, procuratrice generale di New York. L’accusa riguarda un presunto schema di frode finanziaria, che coinvolge anche i suoi figli maggiorenni e l’ex aiutante Allen Weisselberg. I colpevoli hanno aumentato il costo delle proprietà messe in vendita e abbassato il valore del proprio patrimonio. Anche se non di natura penale, il giudice ha ordinato a Trump di versare una somma significativa, di cui non si conosce la cifra esatta.
Sono degne di nota anche alcune accuse di natura penale: Alvin Bragg, il procuratore distrettuale di Manhattan, ha denunciato Trump per aver falsificato dei registri commerciali. Alcune transazioni registrate come spese pubbliche sono state in realtà indirizzate a donne che hanno affermato di aver avuto rapporti sessuali con lui. Inoltre, Jack Smith, consigliere speciale del Dipartimento di Giustizia, lo ha accusato di furto di documenti alla Casa Bianca dopo la fine del suo mandato.
Nonostante la sua attuale situazione legale, Trump si è ritagliato uno spazio sul suo nuovo Truth Social, creato dopo essere stato bannato da X (ex Twitter). «Come ho detto per molto tempo, Twitter è andato sempre oltre nel vietare la libertà di parola, e stasera i dipendenti di Twitter si sono coordinati con i democratici e la sinistra radicale nel rimuovere il mio account dalla loro piattaforma, per mettermi a tacere» ha scritto in un post, rimosso poco dopo. Il nuovo social network, infatti, si presenta come un’alternativa agli altri già esistenti e promette di fornire una piattaforma favorevole alla libertà di espressione, soprattutto a chi si identifica come conservatore. Il suo successo è dato da una significativa parte della popolazione che non crede alle accuse mosse contro di lui ed evidenzia una netta divisione dell’opinione pubblica nei confronti dell’ex Presidente.
Joe Biden: l’attuale presidenza e le sfide future
Il Presidente in carica Joe Biden ha affrontato una serie di sfide sin dall’inizio del suo mandato. Infatti, il suo ingresso alla Casa Bianca è stato segnato dall’assalto a Capitol Hill. I sostenitori del presidente uscente Donald J. Trump hanno invaso il Campidoglio il 6 gennaio 2021, interrompendo il processo di certificazione dei voti che avrebbe ufficialmente confermato la vittoria di Biden.
In politica interna, Biden ha ottenuto notevoli risultati nella lotta contro la pandemia da COVID-19. La campagna vaccinale promossa nel primo periodo del suo mandato ha contribuito a una significativa riduzione dei casi e delle vittime del virus. Tuttavia, l’emergere e la diffusione di varianti come Delta e Omicron hanno messo in luce le carenze del sistema sanitario americano e l’ostilità da parte dell’elettorato conservatore nei confronti delle misure di prevenzione.
Per contribuire alla ripresa economica post-pandemia, Biden ha attuato delle riforme a sostegno delle famiglie e dei disoccupati. Grazie a questi cambiamenti, l’economia statunitense ha registrato una crescita stimata del 5,6% nel 2021 e un calo della disoccupazione al 3,9%. Tuttavia, la crescente inflazione potrebbe compromettere la stabilità economica nel lungo periodo, suscitando preoccupazione soprattutto tra i giovani cittadini.
Infine, per Biden è stato impossibile far approvare dal Congresso importanti riforme sociali e civili, a causa dell’opposizione della maggioranza repubblicana e dei membri democratici più moderati.
In politica estera, Biden ha dedicato particolare attenzione all’Alleanza transatlantica, rafforzando i legami con i partner europei e ribadendo l’impegno degli Stati Uniti verso la NATO. Ha enfatizzato l’importanza della cooperazione internazionale per ridurre l’impatto ambientale, partecipando a summit internazionali e conferenze sul clima e, soprattutto, reinserendo gli Stati Uniti nell’Accordo di Parigi. Ha cercato di stabilizzare anche le relazioni con la Cina, bilanciando la concorrenza strategica con la necessità di cooperazione su questioni globali, come il cambiamento climatico e la sicurezza sanitaria.
Con la Russia, Biden ha mantenuto una posizione ferma sulla questione dell’Ucraina e ha svolto il ruolo di coordinatore dei provvedimenti internazionali contro le azioni di Mosca, tra cui le sanzioni economiche. Inoltre, ha cercato di dialogare con Putin su questioni di interesse comune, come il controllo degli armamenti e la sicurezza cibernetica. Infine, in Medio Oriente, Biden ha sostenuto Israele e ha cercato di promuovere pace e stabilità in tutta la regione, promettendo di sostenere gli Stati arabi alleati nel Golfo. Il supporto degli Stati Uniti a Israele ha però sollevato molte poteste studentesche in varie università statunitensi.
In definitiva, la politica di Biden si impegna a ristabilire il ruolo di leader globale degli Stati Uniti. Tuttavia, il suo modo di gestire le questioni interne ed estere ha deluso gli elettori, rendendo incerto il futuro politico del Presidente. Alla preoccupazione dei cittadini si aggiunge anche la mancata coesione all’interno del suo stesso partito, che potrebbe rendere difficile perseguire i suoi obiettivi politici in caso di vittoria.
Conclusioni e previsioni sulle prossime elezioni americane
I risultati del sondaggio condotto dal New York Times e dal Siena College rivela un quadro politico complesso e competitivo. Donald J. Trump emerge come favorito con il 48% delle preferenze, rispetto al 43% di Biden. Inoltre, la disapprovazione nei confronti dell’attuale Presidente è del 47% e comprende anche i sostenitori tradizionali appartenenti alle minoranze, come donne, afroamericani e latini.
Tuttavia, il sondaggio afferma che la competizione rimane aperta, nonostante il vantaggio di Trump. I due candidati dovranno assicurarsi il sostegno degli elettori proponendo soluzioni accattivanti ai problemi interni ed esteri della federazione.
Matthew Andrea D’Alessio