Gli avvenimenti in Gambia degli ultimi giorni sono tutti collegati alle elezioni presidenziali di dicembre. Il primo dicembre infatti, il presidente uscente Yahya Jammeh, al potere del 1994, ha perso le elezioni contro l’imprenditore Adama Borrow.

Yahya Jammeh era salito al potere con un colpo di stato nel 1994 instaurando una dittatura e, convinto di avere poteri paranormali, una volta ha dichiarato che se Dio glielo avesse permesso, sarebbe rimasto al potere per un «miliardo di anni». Nel corso di questi anni, numerose sono state le sparizioni, le uccisioni, le incarcerazioni senza processo e le discriminazioni nei confronti delle minoranze.

Jammeh, aveva perso le elezioni a dicembre e non aveva mai accettato il risultato delle urne, dichiarando di non essere intenzionato a lasciare il paese.

La situazione di incertezza politica del Gambia, aveva portato all’intervento da parte di altri paesi limitrofi come il Senegal e la Nigeria. Nei giorni scorsi, infatti, le truppe dell’esercito senegalese che sostengono il presidente eletto, sono scese in campo per dirigersi verso la capitale Banjul dopo che il presidente eletto Adama Borrow ha prestato giuramento nell’ambasciata del suo paese in Senegal.

Il 18 gennaio 2017 era il giorno previsto per la scadenza del mandato di Jammeh, lo stesso in cui l’esercito senegalese ha rivolto un ultimatum all’ex presidente: entro la mezzanotte dello stesso giorno, Jammeh avrebbe dovuto lasciare il paese.

La situazione è stata incerta per giorni, l’ex presidente infatti, si rifiutava di abbandonare il paese e aveva dichiarato lo stato di emergenza. La notte scorsa però, ha riservato delle sorprese: Jammeh ha dichiarato alla tv nazionale di voler dare le sue dimissioni. Ha detto: «Lascio per il bene del paese, da musulmano e uomo di Stato, non voglio che neanche una goccia di sangue venga versata. Sono grato e fiero di aver guidato il Gambia.»Tuttavia l’ex presidente non ha ancora lasciato il paese e le truppe dell’ Ecowas (Economic Community of West African States) sono ancora schierate sul confine con il Senegal.

Anche il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si era pronunciato sulla crisi politica dello Stato africano, rilasciando una risoluzione di appoggio al nuovo presidente Adama Borrow e nonostante l’ex presidente avesse già dichiarato la volontà di cedere il potere, salvo ripensarci qualche giorno dopo, i nuovi sviluppi potrebbero portare ad una risoluzione del conflitto. Numerose sono state le negoziazioni in questi giorni che hanno coinvolto i leader anche degli altri paesi africani.

Jammeh sarebbe riuscito ad ottenere l’amnistia sui crimini da lui commessi negli anni di dittatura insieme alla possibilità di potersi ricandidare alle prossime elezioni presidenziali. L’ex presidente avrebbe dovuto lasciare il palazzo presidenziale nella notte per partire insieme al presidente della Guinea dove cominciare il suo esilio, ma di fatto così non è stato.

Sabrina Carnemolla

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