Spiega l’Ambasciatore Bologan riguardo il post di Luigi Di Maio: “Sosteneva John Austin che “pronunciare una frase significa svolgere un’azione che può distruggere o edificare”. E le parole, anche se in un certo contesto, possono offendere senza che questo sia il fine voluto. La comunità romena è ben integrata nel tessuto sociale italiano”.

Luigi Di Maio ha scritto: “L’Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro (così nel testo, ndr) criminali. Mentre la Romania sta importando dall’Italia le nostre imprese e i nostri capitali. Che affare questa Ue!”.

Le parole del Vicepresidente della Camera dei Deputati ha fatto scalpore e creato una bufera, dall’Ambasciata della Romania arriva una lunga lettera dell’Ambasciatore. George Gabriel Bologan ha scritto: “La comunità romena è ben integrata, apprezzata per la sua presenza nel tessuto sociale italiano, per il contributo in vari campi. Molti dei miei onesti cittadini sono sui cantieri e i datori di lavoro li apprezzano e vogliono continuare a collaborare con loro, altri portano sollievo e assistenza a tante persone sole e immobilizzate, altri, medici e infermieri fanno arrivare la speranza e il sorriso ai malati, altri che sono ingegneri, insegnanti, ricercatori, studenti, artisti, portano il loro contributo allo sviluppo del paese che hanno scelto per affinità culturale e spirituale.”

Cosa ha scritto Luigi Di Maio?

“L’Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali. Mentre la Romania sta importando dall’Italia le nostre imprese e i nostri capitali. Che affare questa UE! Siccome in Italia la politica non ha mai voluto far funzionare la giustizia, anzi molto spesso l’ha sabotata volutamente, noi stiamo attraendo delinquenti, mentre le nostre imprese scappano dove i sistemi giudiziari sono più efficienti: come in Romania! Vi chiedo di ascoltare questi due minuti del Procuratore aggiunto di Messina Sebastiano Ardita per capire cosa hanno creato in Italia 20 anni di partitocrazia degli amici degli amici. Basta non votarli più per far cambiare le cose.” Di seguito il Post di Facebook incriminato:

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