Veleno, il nuovo film di Diego Olivares, sarà presentato venerdì 8 settembre a Venezia e proiettato sul grande schermo il 14 settembre.

Olivares, grazie alle interpretazioni di Luisa Ranieri, Massimiliano Gallo e Salvatore Esposito, ci proietta in una drammatica realtà: la vita nella Terra dei Fuochi. La pellicola racconta la storia di Cosimo e Rosaria, una coppia che vive nelle campagne tra le province di Napoli e Caserta. Nelle vicinanze della terra che Cosimo lavora vi è una discarica gestita dalla camorra e, per questo motivo, gli verrà negata l’opportunità di conoscere il figlio messo al mondo dopo due anni di tentativi. Cosimo non è altro che l’ennesima vittima dell’ecomafia, la quale sul nostro territorio è oramai padrona.

Rosaria, interpretata da Luisa Ranieri, rappresenta le madri che hanno vissuto questa tragedia. Marzia Caccioppoli presidente dell’Associazione Noi Genitori di Tutti Onlus ha dichiarato:

«Sono una mamma orfana di un unico figlio e sopravvivo lottando contro la devastazione
compiuta in quelle terre. Veleno mette alla luce ancora una volta la sofferenza di chi non vuole abbandonare la sua terra ma sceglie di restare e lottare, spesso purtroppo a discapito della propria salute. Al dramma se ne aggiungono altri come  stretti in una morsa senza via di uscita. Terra dei fuochi è ancora qua, per questo è stato giusto riproporre un film sull’argomento. Chiediamo a gran voce la tutela del nostro diritto alla salute, siamo noi le vere sentinelle, noi che scendiamo nelle piazze, noi che non molliamo e che pretendiamo azioni concrete».

La pellicola è prodotta da Bronx Film, la casa di produzione che pone l’attenzione sul disagio sociale delle aree metropolitane. Gaetano Di Vaio, autore e produttore di Veleno, non ha esitato nel mettere in luce aspetti di questa cruda realtà senza alcun tipo di censura:

«Quello che abbiamo provato a raccontare è il dramma di un territorio attraverso la storia di una famiglia onesta come tante altre, che trova anche nelle imprese del Nord colluse con la camorra una delle sue principali cause di sciagura. Mi riferisco a quelle aziende senza scrupoli che per anni hanno sversato i loro veleni nelle campagne tra Napoli e Caserta, quel settore di imprenditoria fatto da colletti bianchi che non hanno avuto alcuna remora ad andare a braccetto con la camorra più violenta e sanguinaria. Il nostro è un lavoro basato su una storia come tante, una storia che ha in sé mille storie, i volti di Luisa Ranieri e Massimiliano Gallo interpretano la determinazione di un intero popolo che sulla propria pelle sta vivendo il dramma della malattia a causa degli interessi speculativi di una parte di imprenditoria del Nord che ha avvelenato il Sud».

Investire in un film di denuncia non è da tutti, soprattutto perché significherebbe prendere apertamente posizione contro ciò che c’è di più marcio nella società. Non è il caso del GRUPPO GESCO, un gruppo di imprese sociali costituitosi nel 1991. Difatti, tra i coproduttori della pellicola è presente anche Sergio D’Angelo, presidente di GESCO:

«Le nostre terre avvelenate, intere famiglie che si ammalano, a partire dai più piccoli e fragili, un territorio violato e devastato dalla mano criminale: quella che ci mostra ‘Veleno’ non è finzione ma una storia vera, un dramma con cui ormai conviviamo nella nostra regione. Un dramma su cui, purtroppo, solo di recente si sono finalmente accesi i riflettori, talvolta con atteggiamenti di sottovalutazione da parte della politica e delle istituzioni locali. Film di denuncia come Veleno che, con il gruppo di imprese sociali Gesco, abbiamo contribuito a realizzare, sono  sempre più necessari nella misura in cui ci costringono a vedere e a non voltarci dall’altra parte come se il problema non ci riguardasse. Quello della Terra dei Fuochi è un problema che riguarda tutti noi, la comunità, il presente e il futuro dei nostri figli».

Inoltre, Veleno inevitabilmente denuncia l’aumento dei tumori in Campania e i rischi che i cittadini corrono ogni giorno senza esserne realmente a conoscenza. A spiegare l’importanza della pellicola sotto questo punto di vista è Antonio Giordano, presidente dello Sbarro Institute di Philadelfia e impegnato nella ricerca medica nella Terra dei Fuochi:

«Veleno è un film necessario che riporta l’attenzione dell’opinione pubblica al tema dei rifiuti tossici e all’aumento dei tumori in Campania, una questione mai risolta. Una storia che pone interrogativi attuali, evidenziando uno scontro tra coloro che speculano sulla terra senza nessuno scrupolo e tra quanti vorrebbero proteggerla, difenderla e tramandarla ai figli. Una storia che, correttamente, collega l’aumento delle patologie tumorali all’avvelenamento di acqua, aria e suolo con sostanze cancerogene come cromo esavalente, benzene, vapori di idrocarburi, fumi, amianto, diossina, cloruro di vinile, polveri fosforite e pirite. Una storia che mi riporta ai miei studi, all’aumento totale della mortalità per cancro, che appare drammatico in alcune forme neoplastiche. Il film mi lascia sperare perché denuncia con impeto il rapporto cancerogenesi-ambiente, un rapporto purtroppo negato o sminuito da una parte della classe politica».

Ilaria Cozzolino

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