«Basta alla politica alla “a chi figli e a chi figliastri”», questo lo sfogo del sindaco di Napoli Luigi de Magistris che, in un lungo post Facebook indirizzato al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, ha voluto chiarire la propria posizione e quella della sua amministrazione circa la questione dei bilanci delle Città Metropolitane per il triennio 2017-2019.

Si può parlare, infatti, di una “questione dei bilanci” poiché le Città Metropolitane chiamate alla loro approvazione si sono ritrovate in estrema difficoltà, tanto da spingere il “Governo Gentiloni” alla creazione di un Decreto Legge ad hoc, come lo stesso de Magistris denuncia in apertura del post:

“Ieri il Sindaco di Milano ha chiesto al Presidente del Consiglio Gentiloni di intervenire immediatamente per salvare le città metropolitane di Milano, Roma e Torino che non riescono ad approvare il bilancio. È evidente la richiesta di soldi, di una legge speciale. Il Governo è già intervenuto in questi giorni per evitare il dissesto di quelle città prorogando il termine per il bilancio al 30 giugno. Ma non è sufficiente, hanno bisogno di soldi. L’area metropolitana milanese, capitale della finanza, rischia di fallire, non garantire più il trasporto pubblico, forse non pagare gli stipendi. Il Governo si accinge, quindi, a varare l’ennesima legge speciale per Roma e Milano. Ancora soldi”.

Secondo il sindaco di Napoli, quindi, il Governo avrebbe prorogato il termine per l’approvazione del bilancio (possibilità prevista da l’art. 151, comma 1, del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (TUEL), approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267, che (…) dispone che il termine può essere differito con decreto del Ministro dell’interno, d’intesa con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentita la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, in presenza di motivate esigenze”) per venire incontro alle esigenze di Milano, Roma e Torino, pensando inoltre a una nuova legge speciale che fornisca a queste ultime città anche un sostegno economico.

Ma lo sfogo del sindaco non si ferma alla questione decreto e, anzi, continua così: “Noi in città metropolitana, grazie al lavoro immane che ho fatto con i dipendenti tutti e con il consiglio metropolitano, abbiamo approvato il bilancio il 31 gennaio. E siccome in questi due anni abbiamo fatto un lavoro enorme di risanamento ed efficientamento abbiamo anche un avanzo libero di oltre 500 milioni che potemmo spendere. Ma Governo e Parlamento ci dicono che non possiamo utilizzare il denaro – che abbiamo ricavato con trasparenza, onestà e forza amministrativa – per i vincoli di bilancio. (…) Caro Presidente, in città metropolitana non ti chiediamo un euro che sia uno, ma solo di consentirci di spendere i 500 milioni che noi ci siamo trovati con capacità e caparbietà. Faremo il più grande piano di messa in sicurezza di scuole, strade, ambiente e territorio che l’area metropolitana di Napoli abbia mai realizzato dal dopo terremoto del 1980. E con le mani pulite.

Mica potrete dare soldi a chi non è riuscito a fare i bilanci e non consentite di spendere a chi ha fatto bilanci virtuosi? Non posso crederci“.

Il messaggio è chiaro, de Magistris non lascia spazio a fraintendimenti: perché finanziare città “immeritevoli” che da sole non riescono a presentare il proprio bilancio e non permettere a chi lo ha fatto nei tempi e onestamente di utilizzare soldi propri, derivanti da una buona gestione?

Non che un tale divieto fermi l’amministrazione de Magistris: “se malauguratamente non ci autorizzate – perché ci vuole una norma, piccola e semplice, senza soldi – noi li spenderemo lo stesso, con atti di obbedienza costituzionale: mettere in sicurezza il territorio è prevenzione, come insegna la protezione civile. Ci prenderemo questa responsabilità: la Costituzione viene prima delle leggi ordinarie e dei politicanti incapaci o in mala fede“.

Il problema, però, non starebbe solo nel non permettere l’utilizzo di quei 500 milioni di euro sopracitati:

“Per Napoli avete sforbiciato altri 15 milioni netti nonostante avevate più volte promesso mai più tagli ai Comuni; avete aumentato il fondo svalutazione crediti ed abbiamo dovuto metterci altri 45 milioni; in 6 anni ci avete tagliato quasi un miliardo; non avete temperato il nostro piano di riequilibrio, ad esempio consentendo la rinegoziazione dei mutui con cassa depositi e prestiti; non possiamo fare investimenti (…) e potrei continuare su altri aspetti, ma mi fermo su un ultimo punto. Il Comune di Napoli ha il conto bloccato per circa 80 milioni di euro da Natale scorso per un pignoramento derivato da un commissariamento post terremoto 1980!!”.

Cosa tutto ciò avrebbe comportato, de Magistris lo ha spiegato con toni duri e molto forti:

“(…) Il Governo doveva intervenire per far togliere il pignoramento. Non lo ha fatto. Bastava un segnale. Non è arrivato. Ci hanno tenuto con le loro braccia forti e potenti sott’acqua per vedere forse quanto riuscivamo a resistere in apnea. Abbiamo resistito anche questa volta. Ma che ingiustizia ennesima! Ora si daranno soldi a Roma, Milano e Torino. Questa è l’Italia giusta e solidale che volete? Da noi la pazienza per le ingiustizie è terminata. Il Governo dimostri in questi giorni – c’è da approvare anche il decreto enti locali – che non esiste l’Italia di serie A e di serie B, che non ci sono i raccomandati e gli sfigati, che non ci sono i protetti politicamente e i senza santi in Paradiso. Noi non vogliamo le leggi speciali come vi chiedono quelli che le hanno già avute. Noi non vogliamo privilegi.

La rabbia evidente del sindaco ha fatto sì che la posizione “anti-ingiustizie” dichiarata in questo post non si limitasse al solo sfogo diretto al governo Gentiloni e, infatti, già il 27 marzo de Magistris dichiarava di voler “istituire una commissione di inchiesta sui debiti ingiusti dal 1981 ad oggi. Una volta individuati ed accertati cancelleremo giuridicamente i debiti ingiusti che danneggiano il popolo napoletano. Non li pagheremo! Al massimo li pagheranno i responsabili di questo delitto contro il popolo napoletano. Procede senza sosta il cammino verso Napoli Città Autonoma.

Quella di Luigi de Magistris è una posiziona netta, definita da rabbia e insoddisfazione nei confronti di un Governo che si ritiene si sia dimostrato essere di parte per una volta di troppo.

Desire Rosaria Nacarlo

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