“Partono tutti incendiari e fieri, ma quando arrivano sono tutti pompieri” cantava nel 1980 il compianto Rino Gaetano, e del resto la tendenza dei giovani al voto “di rottura” non è una novità. Ma andando a scavare tra le motivazioni emergono dati interessanti.
Un sondaggio condotto da Quorum per SkyTg24, infatti, afferma che la maggior parte degli elettori al loro primo voto esprimerà la propria preferenza per il Movimento 5 Stelle, e che la tematica che più ha influenzato la loro scelta è quella del lavoro.

Il Movimento 5 Stelle guadagna il 31% dei consensi alla Camera e ben il 35% al Senato.

In tal modo, stacca nettamente il PD (20% alla Camera e 17% al Senato) e riesce persino a superare il 33% al Senato della coalizione di centrodestra (che invece è prima lista alla Camera con il 33% dei consensi). Discreto risultato anche per Liberi e Uguali, che ottiene la fiducia dell’8% dei giovani alla Camera e del 6% al Senato, e per +Europa di Emma Bonino che supererebbe lo sbarramento sia alla Camera (4%) che al Senato (3%).

Una prima analisi sulle tendenze di voto può far notare come, mentre a sinistra l’elettorato giovane tende a essere più radicalizzato rispetto alla media italiana (buone percentuali per LeU, pessime per il PD), a destra i giovani si fidano di più della guida “moderata e sicura” di Berlusconi e del suo Forza Italia, nettamente primo partito della coalizione di centrodestra (19-20%), rispetto a Lega (11-14%) e Fratelli d’Italia (3-4%).

È poi fondamentale far notare come gli indecisi siano al 16% e, soprattutto, come il primo partito sarebbe rappresentato dagli astenuti (40% alla Camera e 36% al Senato), segno di una preoccupante sfiducia nelle istituzioni da parte delle nuove generazioni.

Il sondaggio di Quorum ci offre però altri dati interessanti per un’ulteriore analisi, come il peso delle più importanti tematiche del dibattito pubblico sul voto dei giovani e la fiducia nei partiti su questi singoli temi.
Ne emerge, come anticipato, che la tematica più importante è quella del lavoro, ritenuta fondamentale dal 70% dei giovani. Altre questioni che i giovani percepiscono come fondamentali sono i costi della politica, le tasse e l’istruzione.

Colpisce il fatto che, in un voto basato principalmente sul tema del lavoro, a spuntarla sia nettamente il Movimento 5 Stelle.

Soprattutto perché il M5S basa il suo programma elettorale a questo proposito sulla discussa proposta del reddito di cittadinanza, che molti analisti ed economisti vedono come inapplicabile sia economicamente (i costi prospettati dai pentastellati si aggirano intorno ai 15 miliardi) che eticamente: secondo le idee del Movimento 5 Stelle il reddito di cittadinanza dovrebbe garantire a due milioni di giovani disoccupati un reddito minimo mensile, che verrebbe meno una volta rifiutate tre offerte di lavoro proposte dai centri per l’impiego.

Ma l’assenza di circa 6 milioni di proposte di lavoro potrebbe spingere molti giovani a ricevere questo reddito per un tempo insostenibile, palesandosi come una forma di “negazione del lavoro”.
Invece di cercare soluzioni per aumentare la domanda di lavoro si preferisce, o peggio, ci si arrende all’idea che la disoccupazione giovanile sia un dogma inattaccabile, e si trovano metodi alternativi di sussistenza: di certo, non una prospettiva rosea.

Altro punto su cui riflettere è l’importanza relativa data al problema dell’immigrazione dai giovani.

Questo tema influenza il voto del 52% circa di giovani elettori, dietro anche ad una tematica meno presente nel dibattito pubblico come quella dei diritti civili. Ciò significa che il voto di pancia “contro lo straniero” è peculiarità più degli elettori anziani rispetto a quelli più giovani.
Importanza minore riveste anche la tematica dell’Europa e della politica estera (45%) e della fiducia nel leader (35%).

I giovani, il voto e i partiti

Analizzando la fiducia nei singoli partiti, il centrosinistra convince di più gli elettori sui temi del lavoro, dell’Europa e dei diritti civili, mentre il voto per il centrodestra dipende più dall’attenzione sui temi dell’immigrazione e della sicurezza.

Il Movimento 5 Stelle fa ovviamente breccia nell’elettorato attento ai costi della politica, ma anche su questioni proprie di altri schieramenti come l’istruzione (storicamente legata al centrosinistra) e le tasse (cavallo di battaglia delle campagne elettorali di Berlusconi).

Liberi e Uguali conferma infine il suo orientamento a sinistra facendo proprie le battaglie sulla scuola (grazie alla questione delle tasse universitarie) e sui diritti civili.

Una nota di merito infine va alla motivazione espressa dai giovani per giustificare il proprio voto: l’80% di loro vota in base al partito che sente più vicino alle proprie idee, e solo una minoranza ne fa un discorso relativo al leader di quel partito (12% circa) o al candidato del proprio collegio (8%).
Pochi nomi e tante idee, insomma. Ne abbiamo davvero bisogno.

Simone Martuscelli

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