Attualmente nel nostro paese i minori di 16 anni coinvolti in attività lavorative sono circa 340 000. 28 000 bambini e adolescenti in Italia lavorano in ambienti a rischio per la loro salute e incolumità e sono coinvolti in attività molto pericolose.

Dalla ricerca Game Over di Save The Children Italia è emerso che il 7% dei minori di 15 anni lavora facendo spesso orari continuati o notturni (circa 28000). I settori principali sono la ristorazione (43%), l’artigianato (20%) e l’agricoltura (20%)

In condizioni di crisi economica, spesso i datori di lavoro preferiscono sottoporre a contratto un ragazzo adolescente in quanto i costi sono minori, anche se parecchi sono coinvolti in attività di famiglia (44,9%).

I bambini in questione sono costretti, oltre che a rinunciare al dovuto svago e riposo, a interrompere gli studi. L’Italia ha un tasso di dispersione scolastica tra i più alti rilevati in Europa (18,2%) e se non si incorre in misure preventive la situazione potrebbe evolversi in maniera drastica.

Nel mondo la situazione è ancora più grave. Stando alle cifre di Save the Children i minori costretti a lavorare sono complessivamente circa 168 milioni tra cui 120 milioni in una fascia d’età tra i 4 e 15 anni.

85 milioni di bambini e adolescenti lavorano in ambienti ad alto rischio che mettono in serio pericolo la loro vita. L’area maggiormente colpita è l’Africa subsahariana e il settore maggiormente coinvolto è l’agricoltura (98 milioni di minori lavorano nei campi).

«Ci ritroviamo a constatare una mancanza di attenzione al lavoro minorile nel nostro Paese,  sia in termini di monitoraggio del fenomeno, che di azioni specifiche per prevenire e contrastare il fenomeno, anche nelle sue forme peggiori, nonostante si tratti di un problema presente e che rischia di peggiorare,  anche a causa della crisi economica.» ha affermato Raffaella Milano, direttore programmi Italia – Europa di Save The Children.

Furio Rosati, direttore del programma di ricerca IloUnicefBanca Mondiale Understanding Children’s Work ha spiegato: «Un bambino costretto a lavorare prima del tempo avrà il doppio delle difficoltà dei suoi coetanei ad accedere ad un lavoro dignitoso in età più adulta. E correrà molti più rischi di rimanere ai margini della società, in condizioni di sfruttamento».

Spesso i governi tendono a sottovalutare il problema e le leggi per limitare o prevenire lo sfruttamento minorile di bambini e adolescenti scarseggiano. Per questo motivo Save The Children Italia ha diffuso i seguenti dati e lanciato il suo appello.

Una soluzione al problema può essere la garanzia di un’istruzione di qualità che consenta ai minori di assumere le conoscenze basilari fino all’età minima di accesso al mercato del lavoro.

Si auspica che l’appello di Save the Children sia di buon auspicio e che il mondo della politica si impegni realmente con appositi decreti e istituendo i dovuti tavoli di dialogo con le ONG e parti sociali. Il lavoro minorile è una piaga sociale che va eliminata una volta per tutte.

Vincenzo Nicoletti

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