Qualche giorno fa tornavamo indietro di otto anni per ripercorrere il gran premio del Brasile con gli occhi lucidi di un uomo beffato. Questa volta a Interlagos torniamo sempre sotto la pioggia, come al solito in un momento decisivo del mondiale, tra chi non ha più nulla da perdere (parliamo di un ragazzotto veloce ma un po’ burbero) e chi (come Rosberg) gira con la calcolatrice in tasca e facendo strane danze per le condizioni meteo.

Quell’uomo, Felipe Massa, che ora è un padre e ha perso molti capelli, ha concluso il suo ultimo gran premio di casa andando a sbattere e fermando la sua Williams all’entrata della pit lane. Dopo aver pianto  per qualche giro la regia internazionale si è soffermata su di lui, sulla fotografia di una carriera di un pilota che avrebbe meritato molto di più.

Dall’altro lato, invece, quel ragazzotto di nome Max e di cognome Verstappen ha trasformato il corrente gran premio del Brasile da un’epopea ad un concentrato di emozioni.

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All’ordine del giorno vanno le innumerevoli difficoltà con le quali si è corso. Che in Brasile lo scenario sia per lo più temporalesco, specie di questi tempi, non è di certo una novità. Che Charlie Whiting e la direzione gara navighino in mari ancora da decifrare, pure. Interrotta per ben due volte con bandiera rossa, la gara ha rischiato davvero di non terminare.

Una giornata davvero tosta per Bernd Maylander a bordo della Safety Car, che è stato chiamato in gioco più volte a causa di diversi incidenti, tra cui un pericolosissimo testacoda di Raikkonen sul rettilineo principale. Un episodio che merita un focus e che ci riporta direttamente al giro 19, quando la vettura di sicurezza è appena rientrata e le vetture si preparano a ripartirvi dietro.

Kimi ha già toppato la partenza al giro 1 facendosi infilare da Verstappen alla S, ma questa volta perde il controllo della SF16-H e si gira attraversando in largo tutto il rettilineo principale. Non sembra essere nulla che convincerebbe la direzione ad interrompere la gara, se non fosse che Esteban Ocon (Manor) per poco non carambola addosso a Raikkonen (che ha la sfortuna di trovarsi in mezzo all’acqua sollevata dalle vetture in transito e di non essere visto).

Dal canto suo Charlie non ci pensa due volte e dà red flag. Il colpo e il rischio subito dal finlandese fanno preoccupare non poco ed è forse proprio a questo punto che è cominciata a nascere la confusione dei giri successivi. Verrà interrotta e/o affidata alla Safety Car almeno altre due volte, facendo indispettire il pubblico e sprecando tempo. Tra pareri discordanti e necessità di vario tipo, c’è tra i piloti chi vorrebbe scendere in pista e chi, come Massa stesso, pensa che Whiting abbia agito correttamente.

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Neanche a mente sciolta si hanno le giuste motivazioni per credere di aver potuto fare meglio di quanto non ha fatto la direzione. Quel che è evidente, però, è che la gara è ripartita e si è svolta con le stesse condizioni di visibilità e aquaplanning con le quali era stata interrotta. Che ancora una volta, insomma, ogni decisione tende a essere divisa nella parte coerente e nella parte incoerente per la costante paura di fare qualcosa di sbagliato.

Uno tra i problemi che attualmente affliggono il motorsport (sponda Formula Uno) sta nella mancanza di un vero codice che regoli il comportamento dei piloti e del format in funzione delle norme di sicurezza. Il sacrificio di Jules Bianchi è da monito per ognuno di noi, ma ci sono e ci saranno delle basi su cui lavorare.

Ad Interlagos in Brasile non mancavano. La prima porta il nome del giovane Verstappen, indemoniato e impegnato in una serie di controlli e sorpassi al limite che alla fine gli valgono un meritato terzo posto. Strappato contro la pioggia e contro una strategia sbagliata che lo ha relegato a montare le gomme intermedie quand’anche stesse ancora piovendo e i tempi sul giro non variavano.

Questa volta che nessuno se lo neghi, perché il ragazzotto olandese ha dato spettacolo per davvero. A concludere il circolo c’ha pensato in più Lewis Hamilton, che ha portato a casa un’altra prima posizione e qualche punto risicato su Rosberg, rimandando la festa mondiale ad Abu Dhabi. Sedici le monoposto arrivate oggi al traguardo, con una top ten insolita rispetto agli affezionati della zona punti, che ha premiato i piloti più indomiti sotto la pioggia.

F1 GP Brasile – Tempi e risultati Gara

1 44 Lewis Hamilton Mercedes + 0″000 00:01.28.285 71
2 06 Nico Rosberg Mercedes + 0″000 +11″455
3 35 Max Verstappen Red Bull + 0″000 +21″481
4 11 Sergio Pérez Force India + 0″000 +25″346
5 05 Sebastian Vettel Ferrari + 0″000 +26″334
6 55 Carlos Sainz Toro Rosso + 0″000 +29″160
7 27 Nico Hulkenberg Force India + 0″000 +29″827
8 03 Daniel Ricciardo Red Bull + 0″000 +30″486
9 12 Felipe Nasr Sauber + 0″000 +42”620
10 14 Fernando Alonso McLaren + 0″000 +44″432
11 77 Valtteri Bottas Williams + 0″000 +45″292
12 31 Esteban Ocon Manor + 0″000 +45″809
13 26 Daniil Kvyat Toro Rosso + 0″000 +51″192
14 20 Kevin Magnussen Renault + 0″000 +51″555
15 23 Pascal Wehrlein Manor + 0″000 +60″498
16 22 Jenson Button McLaren + 0″000 +81″994
17 21 Esteban Gutiérrez Haas + 0″000
18 19 Felipe Massa Williams + 0″000
19 30 Jolyon Palmer Renault + 0″000
20 07 Kimi Raikkonen Ferrari + 0″000
21 09 Marcus Ericsson Sauber + 0″000
22 08 Romain Grosjean Haas + 0″000

Nicola Puca

Fonte immagine in evidenza: google

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