Per il giorno 4 Settembre, la Rete Campagne in Lotta annunciava una mobilitazione nei pressi di Foggia, per rivendicare i diritti negati ai lavoratori delle campagne.

Attraverso un preciso comunicato, la stessa Rete ha delineato in maniera accusatoria l’intera situazione mediatica che va forgiandosi intorno al tema dell’immigrazione. Si va accusando le istituzioni, in particolar modo, di sfruttare lo strumento del ripristino di una legalità che in realtà lascia continuamente desiderare, quando si pensa alla mole di lavoro che la prevalenza di clandestini al sud Italia riesce a colmare, avvantaggiando le esportazioni e la produzione di prodotti primari per mano di grandi filiere internazionali del settore agroalimentare, che guadagnano sulla manodopera a bassissimo costo di questi lavoratori invisibili.

Le istituzioni, complici delle aziende e della grande distribuzione, non concederanno mai nulla spontaneamente” e per fronteggiare tale lotta venerdì è nato un corteo spontaneo, dove i lavoratori hanno dimostrato di poter “sbattere in faccia a chi fa profitti sullo sfruttamento, che nessun pomodoro può essere raccolto senza le nostre braccia.”

Un corteo mosso dall’esigenza di queste persone di poter concretizzare un modello di vita dignitoso, che permetta loro di poter lavorare con delle tutele minime e liberarsi dall’oppressione della schiavitù cui sono costretti quotidianamente, così da ricevere soprattutto dei documenti, e smettere di essere tra le fasce più ricattabili della società.

Il corteo è partito nel pomeriggio: durante il tragitto i lavoratori hanno occupato temporaneamente la sede provinciale della Coldiretti invogliando così il presidente De Filippo a prendere parte ad un tavolo di discussione, sul rilascio dei documenti e delle residenze dei lavoratori in Capitanata, nonché sul rispetto dei minimi contrattuali di lavoro e la garanzia di beni primari quali casa, acqua, sanità e trasporti.

In seguito, arrivati alla Prefettura, si è avuto un incontro col viceprefetto: è qui che l’indisponibilità delle istituzioni, ha cercato di sviarsi dal poter e dal saper garantire i diritti per cui nasceva l’intento della mobilitazione. Ma la protesta non si è arrestata, e la città di Foggia è stata assordata dalle grida: “Basta promesse, We need Yes!“.

Attimi di tensione, successivamente, quando la questura ha minacciato l’avanzata del corteo di cariche e lacrimogeni; e solo al ritorno in prefettura, la Rete ha ottenuto nuovi appuntamenti per la prossima settimana: per il 9 è fissato un incontro per permessi di soggiorno e residenze, mentre il 10 verranno discusse le questioni legate al lavoro, con la partecipazione dei rappresentanti delle organizzazioni produttrici.

“Denunciamo con forza gli abusi messi in atto dalle forze dell’ordine che come unica risposta alla piazza hanno dato lo sgombero forzato e le minacce, complicando la situazione paradossale in cui si trovano la maggior parte dei lavoratori che richiedevano quantomeno il rilascio dei permessi di soggiorno e il riconoscimento delle residenze!”

Dunque, la lotta dei lavoratori nelle campagne foggiane non si arresta, e non sono escluse le eventualità di nuove mobilitazioni in città.

Oggi centinaia di lavoratori delle #campagne hanno scioperato e sono scesi in piazza a #Foggia per richiedere…

Posted by Comitato Lavoratori delle Campagne on Venerdì 4 settembre 2015

 

Alessandra Mincone

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.