Quest’anno, il 21 marzo, si celebrerà la XXII edizione della giornata della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti delle mafie.

Per quest’occasione Libera promuoverà un corteo regionale. È stato scelto il Parco Conocal come luogo simbolo della violenza criminale.

Abbiamo intervistato Angelo Buonomo di Libera Campania per farci dire di più al riguardo.

“Luoghi di speranza, testimoni di bellezza” questo è il tema che farà da sfondo al corteo. Da cosa nasce quest’idea?

Questo è il tema della XXII giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti. In Campania abbiamo scelto il Parco Conocal, del quartiere Ponticelli di Napoli, come principale luogo di speranza connesso simultaneamente con gli oltre 4000 luoghi diffusi in ogni parte d’Italia e in alcuni luoghi dell’Europa e dell’America Latina. È necessario restituire speranza alle persone e la speranza è rappresentata dalle iniziative concrete e quotidiane che cambiano il segno dei luoghi che viviamo. I testimoni di bellezza possono essere, dal mio punto di vista, i familiari delle vittime innocenti che hanno trasformato il loro dolore in impegno e memoria, esempio affinché non accada più. Ma testimoni di bellezza possono essere anche i tanti cittadini e cittadine che ogni giorno si impegnano, non abbassano la testa di fronte alla camorra che mina le relazioni e il tessuto sociale di ogni comunità. Nel primo giorno di primavera, dal 1995, ricordiamo chi ha perso la vita, donne e uomini normali vittime della bestialità mafiosa e rinnoviamo anche il nostro impegno a favore della legalità e della giustizia sociale. Solo insieme questi due termini possono dare il senso dell’effettiva sconfitta del crimine organizzato.

Se si cerca su internet “Rione Conocal” le uniche notizie che si leggono riguardano blitz della polizia, arresti e baby criminali. È questa l’unica realtà che può vivere questo quartiere?

I luoghi, in particolare i quartieri della città di Napoli, non hanno un destino già scritto, certo il contesto non aiuta ma ci sono degli spiragli in cui inserirsi per costruire segni di riscatto. Usciamo dalla logica che è impossibile cambiare le cose. È necessario creare le condizioni per praticare il cambiamento. Partiamo da tre punti fondamentali: scuola, lavoro e sicurezza sociale. La memoria delle vittime innocenti per noi è la chiave per cambiare la realtà, mentre questi tre ambiti sono gli strumenti per il riscatto perché il cambio di rotta avviene investendo su un nuovo modello culturale, creando una nuova economia e assicurando ai cittadini sicurezza sociale. Quindi no, non è l’unica realtà possibile.

Vittime
Rione Conocal

Si parla molto di riqualifica dei territori, anzi questo tema è uno dei vanti del sindaco di Napoli, eppure nelle zone orientali di Napoli le situazioni di disagio sono all’ordine del giorno. Non esistono piani di riqualifica per questi territori?

Oltre al ruolo delle amministrazioni bisognerebbe immaginare processi di rigenerazione urbana dal basso. Servono interventi di sistema dove tutti gli attori del territorio si sentono investiti di una responsabilità collettiva. Non basta rivendicare, dobbiamo mettere in campo processi e pratiche capaci di portare al riscatto dei territori. Altrimenti resta tutto confinato nella logica della retorica.

I cittadini sono stati più volte scoraggiati nel momento in cui volevano fare qualcosa di concreto per il loro quartiere. Si può leggere  in alcune interviste: “Quando ci siamo muniti di scope, palette e sacchi per riqualificare le aiuole, le forze dell’ordine ci hanno bloccato. Quando ci vengono a togliere le erbacce, ci lasciano i bustoni a terra e siamo noi a dover smaltire quei rifiuti”. Come si può dare un aiuto più concreto a chi vive queste situazioni?

Le azioni di cambiamento hanno bisogno di tempo. Siamo troppo abituati a vedere il peggio che quando si muovono processi innovativi e positivi non siamo capaci di riconoscerli. Il processo che si è attivato nel Lotto O del quartiere di Ponticelli è un esempio. Non è l’unico però. Queste esperienze trasformano i contesti in “luoghi di speranza” per rendere tutti “testimoni di bellezza”.

Vittime
Libera Campania

“Accanto ai familiari delle vittime innocenti, scenderemo in piazza anche per ribadire che la bellezza è un’arma contro la rassegnazione, bellezza intesa anche come ripensare i luoghi dove la comunità vive, in un’opera di rigenerazione urbana che offra spazi sociali e relazionali agli abitanti giovani o meno giovani che siano perché la sconfitta delle camorre passa anche per la riappropriazione degli spazi”. Questo è quello che si legge sul vostro volantino. Come possono i cittadini riappropriarsi dei loro spazi senza temere quelle che potrebbero essere le possibili ripercussioni?

Attraverso il “Noi”. L’impegno collettivo è lo strumento per sconfiggere le mafie e la corruzione. La corresponsabilità è il tema: essere responsabili insieme significa andare verso l’affermazione della giustizia sociale.

Spesso ci viene consigliato di combattere contro queste organizzazioni criminali, di non temerle, che uniti possiamo sconfiggerle. Questo è appunto uno dei temi che muove il vostro corteo. Come si fa a non temere le organizzazioni mafiose, che continuano a fare vittime innocenti?

Bisogna organizzarsi, muoversi collettivamente, vivere il “Noi”. Non abbiamo bisogno di eroi ma di impegno comune. Non è retorica. Sono importanti i segni di cambiamento, le attività formative svolte con i ragazzi delle scuole, le tante piccole e grandi iniziative, le azioni quotidiane nei territori. Camminando insieme.

Andrea Chiara Petrone

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