abortire in costituzione
fonte: Flickr

La Francia ha inserito nella loro Costituzione la libertà di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza. Si tratta del primo paese al mondo ad inserire nella Carta Fondamentale un tema tanto delicato quanto complesso come l’aborto. Dopo mesi di dibattiti, tensioni e disaccordi sul testo lo scorso 4 marzo il Parlamento francese ha confermato la riforma costituzionale dell’articolo 34 inserendo, appunto, la libertà di ricorrere all’IVG. Un grande passo in avanti per la Francia, per le donne e per la loro autodeterminazione. Un raggio di sole che fa luce su un’Europa prettamente conservatrice.

Una riforma costituzionale storica

«La legge determina le condizioni nelle quali viene esercitata la libertà garantita alla donna di fare ricorso ad un’interruzione volontaria di gravidanza». È stata questa la modifica apportata all’articolo 34 della costituzione francese, circa 900 tra deputati e senatori si sono riuniti a Versailles ed hanno approvato con 780 voti favorevoli la modifica del testo. Tutto è partito da oltreoceano quando, nel giugno 2022, la Corte Suprema degli Stati Uniti, formata da sei uomini e tre donne, annulla la sentenza Roe vs Wade che aveva permesso il ricorso all’aborto in tutto il paese.

Alla luce di questa regressione, la risposta francese è stata chiara: è stata subito avanzata la proposta di legge per inserire il diritto all’aborto nella Costituzione francese. Alla fine del 2022 dall’Assemblea Nazionale francese approva il progetto preliminare ma per passarlo, ovviamente i due rami del parlamento dovevano concordare sullo stesso testo. Si arriva così, a gran fatica, a febbraio 2024 quando camera e senato si accordano sul testo rendendo così la proposta di legge effettiva.

A marzo 2023, il presidente francese Macron aveva annunciato durante la cerimonia commemorativa dell’avvocata femminista Gisele Halimi l’intenzione di inserire l’IVG nella carta fondamentale per “assicurare solennemente che nulla potrà ostacolare o annullare quello che sarà, quindi, irreversibile” ma anche per “inviare un messaggio di solidarietà a tutte le donne che vedono violata questa libertà”. La riforma quindi, oltre ad una primato storico nel campo dei diritti civili, possiede anche un’importante finalità giuridica che è quella di proteggere la libertà di abortire da eventuali attacchi da parte delle maggioranze politiche che verranno.

Manifestazione dell’8 marzo 2024 a Parigi
Fonte: Jeanne Menjoulet – Flickr

Il percorso di approvazione della riforma è stato alquanto complicato, ci sono stati diversi disaccordi tra Camera e Senato riguardanti soprattutto l’aspetto testuale della riforma ma il 4 marzo 2024, cinquant’anni dopo la legge Veil, con un Congresso Straordinario tenutosi a Versailles la maggioranza del Parlamento ha votato a favore della proposta. Una riforma storica ratificata poi l’8 marzo, in occasione della giornata internazionale dei diritti delle donne, con una cerimonia pubblica di sigillatura nella Place Vendome, dinanzi il ministero della giustizia.

Non tutti hanno apprezzato l’inserimento dell’aborto nella Costituzione

Ovviamente, non sono mancati malumori e disaccordi riguardo la sentenza storica come quella della Pontificia Accademia per la Vita che fa sapere attraverso una nota diffusa dal Vaticano che “proprio nell’epoca dei diritti umani universali, non può esserci un ‘diritto’ a sopprimere una vita umana” mentre Marine Le Pen, ironicamente, afferma che «questa costituzionalizzazione è forse la sola “vittoria” (tra virgolette) che Emmanuel Macron dovrà mettere a verbale dopo dieci anni».

C’è chi, invece, non si è fermato ad esprimere una semplice nota di disappunto ma ha preferito sfociare nel vandalismo e nel cattivo gusto. È il caso di Action Francaise, il movimento di estrema destra che ha scelto proprio l’8 marzo per vandalizzare la statua di Simone Veil a La Roche-sur-Yon affiggendo un cartello con scritto “la Costituzione sta uccidendo i nostri figli” e posizionando nello spazio circostante bambole imbrattate di sangue finto.

L’esempio francese sarà in grado di generare un “effetto domino”?

È importante ricordare che quello che ha fatto il Parlamento francese possiede una valenza storica: essere la prima nazione a costituzionalizzare un argomento di così delicato l’ha resa automaticamente portavoce di un cambiamento e promotrice di un progresso che cerca di farsi spazio nella grande folla dei governi conservatori di questa Unione Europea. 

Per questo motivo un “effetto domino” in cui la Francia riesca a passare il testimone ad altri paesi per suggellare questo diritto sembra al momento impossibile ma, se la sentenza americana del 2022 ha spronato un gruppo multipartitico a presentare un disegno di legge volto ad inserire l’IVG nella costituzione, potranno a sua volta i fatti del 4 marzo in Francia essere lo stimolo per i paesi dell’UE (e non solo) per fare lo stesso? 

Benedetta Gravina

Sono Benedetta, ho 26 anni (ma solo all'anagrafe, nell'animo sono ancora adolescente) e sono laureata in Lingue all'università di Roma "La Sapienza". Amo la musica, la lettura, l'antifascismo, i viaggi organizzati all'ultimo momento ma, prima di tutto, il mare: per me il suono delle onde rappresenta la più bella canzone mai composta.

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