AVERSA – Nell’ultimo fine settimana di Novembre la cittadina di Aversa è stata partecipe di iniziative intraprese per salvaguardare il complesso dell’ex-ospedale psichiatrico Santa Maria Maddalena, il primo nato in Italia. Una struttura dell’ASL immersa nel verde che occupa più di 17 ettari del suolo aversano, e che è  oramai abbandonato all’incuria e al degrado, da chi vocifera di volerlo vendere, o  meglio, svendere di ogni valore per beneficiare del terreno in attività che risultino “proficue”.

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Sabato 29 Novembre, gli attivisti di Aversa che fanno parte del Movimento 5 Stelle hanno preso parte ad un “tour turistico“, dove si invitava la cittadinanza a scoprire le condizioni di abbandono in cui versa il complesso monumentale. La stessa serata, è stato indetto un convegno dal Movimento che ha visto partecipare i deputati Luigi Gallo e Salvatore Micillo insieme all’europarlamentare Isabella Adinolfi e la senatrice Vilma Moronese; quest’ultima durante l’esposizione di sensibilizzazione alla tematica coglie l’occasione per dire: “Come stiamo seguendo la gara d’appalto per ristrutturare e valorizzare la famosa Reggia di Carditello, abbiamo intenzione di metterci a discutere anche dell’antico complesso della Maddalena; possiamo farlo solo attraverso il supporto e l’attivismo della cittadinanza, così da riconsegnarla in mano ai giovani.”

A questo proposito, conviene dire che sul territorio di Aversa già sono in prima fila delle realtà di lotta contro la svendita e la parcellizzazione del complesso, come il Coordinamento nato proprio in ragione di “salvaguardare” una parte di storia che nel bene e nel male ha inciso le caratteristiche dell’identità Aversana. Proprio questo Coordinamento per la Tutela della Maddalena, voluto e nato grazie all’attivismo dei cittadini, ha indetto un’assemblea domenica, per discutere di strategie e iniziative che saranno proposte alla cittadinanza e alle strutture parlamentari,  fino alle scuole, per sensibilizzare la coscienza di molti giovani che non conoscono la storia del vecchio ex-manicomio.

Il coordinamento ha intenzione di proseguire la strada di lotta soprattutto per riscattare una cittadina dall’immane storia nascosta, perchè la “città delle cento chiese” ha bisogno di sradicare un nuovo modello di cultura, lontano dalle logiche di marketing che vorrebbero fiutare odore proprio nei giardinetti del complesso, dove giacciono tra più di 20 edifici opere d’arte, archivi storici e spazzatura.

È un luogo che cela molte misteriose leggende, curiosità e rivelazioni del periodo in cui venivano internati i cosiddetti “pazzi”, uno dei tanti il famoso Bobò, un sordomuto, che una volta uscito dal manicomio divenne poi attore di teatro. Il coordinamento per la salvaguardia mette in ballo svariate idee, in ambito culturale: riuscire a partire dalla sconfitta per costruire una nuova fetta di storia. Magari con una targa onoraria a questo “folle artista incompreso”, come suggerito da una delle fondatrici del gruppo Anna Gioia Trasacco, da cui la cittadinanza potrebbe sicuramente prendere ispirazione per mettersi in gioco sul territorio, ricordando che il complesso definito erroneamente “bellissimo monumento artificioso” ha segnato gran parte del fallimento della psicoanalisi in qualità di scienza, ma potrebbe divenire simbolo di un nuovo riscatto attraverso l’appropriazione della memoria e dell’insegnamento.

Alessandra Mincone

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