Nel pomeriggio del 31 Agosto, verso le 15, una densa colonna di fumo si alza tra l’Area Nord di Napoli e il sud del Casertano.
La nube inizia ad espandersi, si fa sempre più fitta, più nera; si alza al punto da offuscare il cielo di quella che sembrava una giornata qualunque di fine estate. Dopo un’ora, l’annuncio dei primi comunicati stampa: un incendio in un deposito d’auto. Ulteriori approfondimenti chiariranno che a prendere fuoco è il deposito giudiziale situato in Via della Selva Piccola, nella frazione Casacelle a Giugliano in Campania (Napoli), gestito dalla ditta De Luca.

Le fiamme verranno domate una volta passate le 19, dopo 4 ore di soccorsi della Protezione Civile e dei Vigili del fuoco, che dovranno ovviare anche all’insufficienza delle autobotti e ai guasti alla rete idrica locale: 4 sono i pompieri ricoverati per una forte intossicazione, di cui uno ferito al petto da una scheggia volata via durante l’esplosione di gran parte delle 300 auto custodite, fortunatamente senza destare preoccupazioni in merito alle proprie condizioni di salute.
Gli abitanti si riversano per strada; vi sono malati di asma o di tumore tra i parenti, ma chiudere la finestra non evita che le proprie case vengano invase dalla nube, che anzi rende perfino più asfissiante il caldo.

Tra il disagio e la curiosità serpeggia il forte sospetto della natura dolosa dell’incendio, che lo stesso Domenico De Luca, gestore del deposito, rende esplicito alle tv locali. “Qualcuno ha voluto farmi un dispetto”, dichiarerà senza mezzi termini, facendo pensare alla mano del racket dietro l’accaduto.

Con i Carabinieri e i militari che analizzeranno tutti gli elementi utili a costruirne la dinamica, una volta domate a fatica le fiamme, i dati raccolti da quanto successo sono altamente preoccupanti: 30 km di linea d’aria occupati da un fumo altamente tossico, che ha destato paura in altre frazioni di Giugliano, come Lago Patria, e in altri paesi dell’hinterland napoletano, quali Villaricca, Qualiano, Mugnano di Napoli e Calvizzano. Nel Casertano, Aversa e i paesi del suo circondario, Lusciano, Parete, Trentola Ducenta e Villa Literno sono in stato di allerta.
Le polveri dei metalli pesanti che si sono liberate nell’aria sono altamente nocive, e rappresentano un pericolo per quanti soffrono di patologie respiratorie o addirittura tumorali.

A pochi giorni dall’incendio scoppiato nella vicina Area Resit, uno degli epicentri della vicenda di cronaca nota tristemente come Terra dei Fuochi, brucia sul web la rabbia dei comitati ambientali e dei cittadini. Condividendo le foto di quella scena surreale, chiedono chiarezza e giustizia, esprimono paura e frustrazione per quello che è solo l’ultimo di una lunga serie di roghi; per un calvario, quasi infinito, di un territorio che è stato costretto a subire le conseguenze della scellerata e poco lungimirante politica industriale degli scorsi decenni, la cui ultima raccapricciante testimonianza è stata ritrovata a Calvi Risorta (Caserta).

Eduardo Danzet

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