NAPOLI – Sui tetti del centro storico, quello che per l’UNESCO rappresentano un patrimonio inestimabile, i baby boss della camorra hanno costruito un vero e proprio poligono da tiro.

Alcuni “apprendisti” dei clan napoletani salgono sui terrazzi delle case sparando a più non posso alle antenne paraboliche, loro bersaglio.

Sono stati scoperti dai carabinieri nel borgo di Sant’Antonio Abate, o più comunemente “buvero”, dove nei giorni scorsi i ragazzini hanno provocato sparatorie con morti e feriti.

Gli agenti si sono arrampicati sul tetto di uno degli edifici dove abita un parente dei giovani coinvolti e hanno trovato un vero e proprio poligono da tiro con le antenne paraboliche tutte sforacchiate dai colpi di pistola.

I carabinieri, nelle loro indagini, si sono accertati che i proiettili venissero indirizzati in diverse direzione tra le antenne e i muri delle terrazze con il rischio di poter colpire nelle finestre delle abitazioni circostanti. Ma nessuno dei vicini ha mai pensato di denunciare.

Nel cortile della palazzina ispezionata dalle forze dell’ordine c’è una struttura di legno dove sono state trovate una pistola calibro 9 parabellum con la matricola abrasa e una cinquantina di munizioni chiuse in una busta: questa, è una pista per l’omicidio Sibillo. L’obiettivo delle analisi balistiche è quello di verificare la compatibilità con quanto ritrovato nei luoghi dell’omicidio di Emanuele Sibillo, 20 anni, elemento di vertice del gruppo camorristico di Forcella (ucciso la notte del 2 luglio), e il ferimento di due giovani di 16 e 17 anni, uno dei quali è ricoverato in condizioni gravissime all’ospedale Loreto Mare di Napoli.

Lo scenario di guerra animato da poco più che bambini è il quartiere di Forcella e via dei Tribunali. Cuore della baby-faida e via Oronzio Costa, nel quartiere di san Lorenzo, una zona della città dove le varie fazioni della malavita si contendono la piazza dello spaccio e il controllo delle estorsioni.

Non è un gioco, o un film. È una delle tante realtà napoletane. Sono ragazzi che non hanno mai conosciuto nulla di diverso oltre la violenza, l’illegalità e le armi. Mentre gli altri coetani sparano in un gioco alla play station, loro lo fanno sul serio. E questo non li spaventa ma li gratifica, e li sprona a proseguire la loro “scalata camorristica”

Lisa Zaffinelli

 

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