Mentale Strumentale e quei Subsonica mai ascoltati prima
Fonte: pagina Facebook dei Subsonica

Costretti ad attenerci alle disposizioni governative in risposta all’emergenza sanitaria causata da SARS-CoV-2, noi tutti ci siamo ritrovati catapultati in una quotidianità stravolta nella quasi totalità. Piegati alla cripticità violenta di un nemico invisibile e al contempo letale, gran parte dei meccanismi della nostra società che si credevano intoccabili hanno subito un mutamento radicale e con essi le vite di ogni singolo individuo. In questo contesto sociale in cui il tempo pare ai più sospeso, i Subsonica hanno trovato l’atmosfera adatta per pubblicare il loro nono album di inediti “Mentale Strumentale”.

La copertina del nono album dei Subsonica “Mentale Strumentale”

Una via di fuga, in questo caso attraverso la musica, dalla nuova e sconosciuta realtà che ci è stata imposta negli ultimi mesi è quanto ambito dai membri dell’emblematico complesso italiano formatosi in quel di Torino nell’estate del 1996. Con lo scopo di dar voce alle proprie brame, i Subsonica hanno deciso di rispolverare un progetto discografico che nel 2004 venne scartato dalla propria etichetta Mescal in quanto ritenuto non idoneo alla pubblicazione poiché troppo distante dalla forma canzone e dalle classiche sonorità electro-rock con le quali hanno deliziato il proprio pubblico nel corso della loro ultraventennale carriera.

Come si può già evincere dalla scelta del titolo, “Mentale Strumentale” è un disco prettamente sperimentale composto integralmente da tracce strumentali. Vista la lontananza dalle logiche commerciali moderne, la scelta di Samuel – la cui voce per l’occasione diventa strumento d’atmosfera – e soci di riesumare la loro vecchia fatica discografica stroncata sul nascere e di riproporla a distanza di all’incirca sedici anni appare alquanto desueta. D’altronde, quale metodo migliore per un gruppo musicale dalle capacità innate e con una visione artistica a 360° come i Subsonica di esprimere il proprio slancio vitale se non tramite una rottura drastica da ogni logica precedentemente prestabilita?

Dal momento che le parole che compongono i testi aprono le porte alle emozioni rimembrando all’ascoltatore attimi del proprio vissuto, trasporre concetti in musica senza l’ausilio di parti vocali appare il più delle volte una sfida ardua. Ciononostante non bisogna sottovalutare la charme e la potenza evocativa della musica strumentale: l’assenza del cantato consente di focalizzare maggiormente l’attenzione sui suoni ed estendere il significato a seconda del proprio sentito personale. Senza un ascolto attivo, curiosità e propensione verso la ricerca non risulta possibile immedesimarsi ad hoc nel brano.

Attraverso la predilezione per l’utilizzo di soli strumenti musicali, i Subsonica hanno sancito la piena libertà di un artista di vivere le proprie preferenze personali senza essere determinato dai gusti del mercato. Nonostante gran parte delle loro canzoni di successo siano rimaste impresse grazie alle loro liriche taglienti e penetranti, il quintetto piemontese ha deciso coraggiosamente di abbracciare la dimensione dell’ignoto buttandosi a capofitto in un progetto discografico che non fornisce alcuna garanzia in termini di vendite. “Mentale Strumentale” assume, quindi, il ruolo di mezzo di liberazione da quelle catene che cominciavano ad essere troppo strette per un collettivo di musicisti sperimentatori come il loro.

Il primario intento dei Subsonica è sottolineare come non sia necessaria la voce per rendere un pezzo orecchiabile e/o di tendenza. Le dieci tracce in scaletta esplorano svariati territori musicali facendo così riaffiorare la vitalità musicale di una band erroneamente considerata da molti come un’entità pop. “Mentale Strumentale” è un tripudio di creatività e di melodie raffinate tra loro antitetiche: si passa dai synth analogici e alla ritmica frenetica di “Decollo – Voce Off” nella parte iniziale, alle percussioni etniche e alle voci serafiche di “A di addio” nell’intermezzo e per finire alla tempesta noise accompagnata da delicate note di pianoforte di “Rientro in atmosfera”.

La nona fatica discografica dei Subsonica si presenta come un concept album improntato sul tema del viaggio. I brani contenuti in “Mentale Strumentale” descrivono un’immaginaria esplorazione interstellare a bordo di una navicella spaziale e allo stesso tempo un viaggio dentro se stessi nella galassia dell’introspezione. L’album genera all’ascolto tutto d’un fiato un vero e proprio flusso di coscienza: in ogni traccia si manifesta l’alternarsi del caos e della quiete dei pensieri.

Non si può di certo non dire che “Mentale Strumentale” non sia la felice espressione dell’anima e dell’evoluzione nel tempo della mente dei componenti del gruppo piemontese. Pur apportando consistenti modifiche al loro modo di esprimersi e di rivolgersi al proprio pubblico, i Subsonica sono riusciti ancora una volta a lasciare il segno confermandosi per ciò che sono sempre stati, ossia una delle band più innovatrici del panorama rock nostrano.

Vincenzo Nicoletti

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