Leonid Afremov, il pittore alla fine dell’arcobaleno

Leonid Afremov è oggi conosciuto come “il pittore impressionista dei tempi contemporanei“. Una vera e propria icona a livello internazionale, un impressionista moderno che ha saputo fare della sua passione un lavoro, sfruttando al meglio internet come canale di vendita e promozione delle sue opere e del suo talento.

Impressionista perché dalla corrente artistica francese riprende diversi topics tra cui la pennellata ampia e decisa, i soggetti paesaggistici e i cittadini all’aria aperta, i colori accesi, vivaci e fortemente comunicativi. Uno stile quindi inconfondibile, che ritrova in Afremov una carica espressiva più audace. Leonid Afremov è moderno in questo senso: è in grado di mischiare il realismo impressionista alla Monet e l’aurea evocativa ottimistica del pittore russo naturalizzato francese, Marc Chagall.

Chi è Leonid Afremov: la storia

Leonid Afremov nasce a Vitebsk in Bielorussia il 12 luglio del 1955. I suoi genitori sono ebrei: Arkadiy Afremov, il padre, è calzolaio e designer di scarpe, mentre la madre, Bella Afremova, è operaia in una fabbrica di metallo. Nonostante il periodo storico nel quale cresce, le difficoltà causate dalla politica antisemita del governo, Afremov viene allevato secondo la tradizione ebraica.

Fin da piccolo Leonid Afremov si appassiona all’arte in ogni sua sfaccettatura. Oltre alla curiosità e allo studio c’è in lui del vero e proprio talento. I genitori lo incitano e lo appoggiano verso la carriera artistica, iscrivendolo alla scuola d’arte di Vitebsk, dove studierà arte e grafica conseguendo ottimi risultati.

In questi primi anni di formazione Leonid Afremov ha modo di conoscere le opere di diversi pittori internazionali come Pablo Picasso, Salvador Dalì, Marc Chagall e Modigliani e che in un modo o nell’altro influenzeranno molto le sue prime opere e il suo approccio artistico tipicamente associabile alla corrente artistica dell’Impressionismo.

Un inizio di carriera artistica difficile

Terminato il percorso accademico arriva il momento di entrare in contatto diretto con il mondo del lavoro artistico, di “fare carriera“. Appena dopo gli studi Leonid Afremov trova lavoro come designer di loghi e come scenografo in un teatro locale. Dagli anni ’80 si converte in freelance e lavora per aziende comunali e scuole, realizzando pareti a tema per eventi e manifesti di propaganda. Ma le sue origini ebraiche saranno sempre un elemento discriminante, non gli consentiranno infatti di entrare a far parte delle associazioni artistiche locali. Le sue opere infatti non riscuotono un successo immediato, vengono vendute per la maggior parte tramite agganci privati, amici o parenti.

Il 1986 sarà un anno di svolta per Leonid Afremov: il disastro di Chernobyl, distante poche centinaia di chilometri da Vitebsk, e le continue discriminazioni razziali subite, costringono l’artista russo e la sua famiglia a trasferirsi in Israele. Qui continuerà la sua carriera artistica, tra stenti e difficoltà, fino a coinvolgere anche il figlio di sedici anni Dmitry nel vendere con lui i quadri porta a porta. L’attività, contro ogni prognostico, si rivela fruttuosa. Leonid Afremov può permettersi di aprire una galleria d’arte e un negozio ad Ashdod. Sono questi gli anni nei quali Afremov utilizza la spatola per dipingere, sviluppando uno stile del tutto personale.

L’approdo negli USA di Leonid Afremov

Dopo diverse difficoltà, nel 2002, Afremov decide di abbandonare Israele e a trasferirsi negli Stati Uniti insieme a tutta la famiglia. Qui la situazione sembra apparentemente migliore: le gallerie d’arte di New York trovano interessante la collezione dell’artista russo. Ma allo stesso tempo tendono a privilegiare i dipinti a tema ebraico e i ritratti dei grandi musicisti, costringendo l’artista a un ripiegamento e adattamento dei gusti del pubblico americano. Si punta su ciò che “va sul mercato“, che può essere venduto senza problemi.

La vera svolta avviene per Leonid Afremov nel 2004, grazie al figlio e a internet. Sembrerà assurdo, ma sarà proprio la rete a portare all’artista il tanto atteso e sudato successo. Il figlio Boris, tramite il sito di compravendita Beat, pensa di promuovere le opere del padre. Si tratta di un sistema veloce ed efficace che in poco tempo riesce a conquistare il mercato e il pubblico, allargando a dismisura la fama e la popolarità dell’artista russo. Nel 2007, grazie all’apertura del sito personale, le vendite crescono sempre di più, fino all’agosto di un anno fa quando Afremov, all’età di 64 anni, si spegne a causa di un arresto cardiaco a Playa del Camen, in Messico.

Leonid Afremov
fonte immagine: appuntario.blogspot.com

Un pittore impressionista contemporaneo

Manet, Monet e Renoir, gli impressionisti per antonomasia, si servivano principalmente dell’occhio umano per dipingere all’aria aperta ciò che vedevano e percepivano. Il tutto rigorosamente tramite uno strumento: il pennello. Leonid Afremov riprende la medesima pratica, si serve maggiormente degli spazi aperti, sostituendo il pennello con spatole e coltelli per plasmare i colori a olio.

I soggetti principali dell’Afremov pittore sono paesaggi serali incorniciati da lampioni, vie deserte o bagnate da pioggia, coppie di uomini sotto ombrelloni o passanti per strada, le foglie degli alberi e le distese naturali. I colori sono accesi e vivaci, quelli predominanti sono il rosso, il giallo, il blu e il verde. Tutti i paesaggi sono prettamente realistici e vivi.

Nella sua arte non c’è tristezza o malinconia, neppure di fronte a un paesaggio deserto, bagnato o solitario, bensì l’esatto contrario: il tratto artistico di Afremov è costellato da armonia e senso di pace, le sue opere donano quasi un effetto di pura sospensione estetica o di incantesimo perenne. Sembra quasi difficile distinguere se ci si trova di fronte un paesaggio reale o immaginario.

Marta Barbera

Classe 1997, nata e cresciuta a Monza, ma milanese per necessità. Laureata in Scienze Umanistiche per la Comunicazione, attualmente studentessa del corso magistrale in Editoria, Culture della Comunicazione e della Moda presso l'Università degli Studi di Milano. Amante delle lingue, dell'arte e della letteratura. Correre è la mia valvola di sfogo, scrivere il luogo dove trovo pace.

1 commento

  1. Ci troveremo a correre su uno sterrato accidentato oppure sul pavimento di un museo. Perennemente a guardarci attorno; perennemente a guardarci dentro.
    Brava

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