La vita che verrà: intervista a Stefano Ioffredo di Sinistra Italiana
Foto di proprietà di Gabriele Caruso

Il 24, 25 e 26 Novembre 2023, si è svolto a Perugia il III Congresso Nazionale di Sinistra Italiana denominato: “La vita che verrà“. In quella circostanza, il deputato Nicola Fratoianni è stato confermato all’unanimità segretario per la terza volta, mentre Nichi Vendola è stato eletto per acclamazione presidente. Da quel momento, sono seguiti altri Congressi a livello territoriale, che hanno eletto i propri segretari provinciali. In Campania, è stato confermato Coordinatore della Federazione Provinciale di Napoli di Sinistra Italiana, Stefano Ioffredo, il quale si è prestato ad un’intervista che non solo affronta tematiche di stretta attualità, ma si proietta anche verso le sfide che il suo partito dovrà affrontare nel prossimo futuro.

Perché questo Congresso è stato organizzato ad Acerra? Questa città ha per voi un particolare valore simbolico?

«Questa seconda fase del Congresso provinciale si svolge ad Acerra in una data particolare: il 28 gennaio di 21 anni fa, in questo territorio avvenne l’occupazione dei terreni da parte delle maestranze della città contro la costruzione dell’inceneritore. Quindi Acerra è un luogo simbolo importante per tutto ciò che riguarda la lotta ambientale, le bonifiche, è il luogo simbolo per rilanciare un ciclo integrato dei rifiuti che in Campania non è stato mai avviato, per ricordare l’importanza della raccolta differenziata. Dovendo così svolgere questa seconda parte del Congresso provinciale in questa data, abbiamo voluto essere qui per dare anche un segnale di rinnovo e di rimpegno su questi temi e sulla nostra proposta politica».

Prima il giovane musicista Giovan Battista Cutolo, ucciso questa estate. Ora un agguato fallito presso le Case Nuove, in Corso Arnaldo Lucci. Come si fermano questi atti di violenza che con sempre maggior frequenza si stanno verificando a Napoli? Come si combatte la criminalità?

«Si combatte con tutto ciò che rientra in quello che caratterizza la presenza di uno stato sociale. Non sono fenomeni che possono essere ascrivibili a singoli avvenimenti, ma al contrario è un fenomeno strutturato che si determina con una crescita parallela ad altre vicende, come l’aumento dei furti delle automobili, ma anche all’interno delle abitazioni. Soprattutto nella provincia di Napoli, è evidente un aumento della microcriminalità e della criminalità organizzata. Contro tutto questo si interviene non solo con la presenza di maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine, ma anche intervenendo in tutto ciò che causa la criminalità, ovvero contrastare le emergenze sociali, e più in generale tutto ciò che impedisce una crescita culturale ed economica del territorio. Si deve intervenire sulle circostanze che poi favoriscono la criminalità, come per esempio l’abbandono scolastico, che a Napoli e provincia colpisce soprattutto la fascia di età trai dai 15 ai 24 anni, e nel complesso è arrivato ad essere quasi il 30%. Bisogna investire quindi anche in misure sociali oltre che portare avanti una battaglia del controllo del territorio e nel sostegno della legalità, altrimenti la criminalità troverà sempre spazio. La politica e le istituzioni tutte dovrebbero lanciare sempre esempi positivi, non come quello di chi gira armato a feste di capodanno, che non danno un buon esempio e rischiando di cadere in contraddizione con tutto quello che si vuole mettere in campo».

Voi di Sinistra Italiana, come giudicate e quale posizione assumete rispetto al Disegno di legge in merito alle ecoproteste? Ritenete necessaria la criminalizzazione dei giovani che si preoccupano per l’ambiente?

«Parlo sulla base di un percorso personale che viene da queste esperienze: io ho iniziato da giovane nei comitati studenteschi, nelle associazioni ambientaliste quando all’epoca la provincia di Napoli era invasa dall’emergenza rifiuti. Io penso che quelli dell’attuale governo siano ovviamente dei provvedimenti, come diceva anche il senatore Peppe De Cristofaro questa mattina, di distrazione di massa, che hanno anche una certa tendenza ad arginare il dissenso. Dissenso che poi si manifesta in forme che alla fine non danneggiano in maniera permanente oggetti, né che vanno a danno di persone. Nella storia della democrazia di questo Paese, tutto di ciò che di buono è stato fatto per la crescita della qualità democratica e il raggiungimento dei diritti, è avvenuto attraverso le lotte, quali le occupazioni delle fabbriche, le occupazioni delle scuole, l’occupazione delle campagne da parte dei braccianti. Piuttosto si nota una mancata capacità o volontà di chi rappresenta le istituzioni in questo momento, di voler ascoltare quello che questi giovani ci vogliono comunicare e ci stanno dicendo».

Abbiamo potuto leggere, da una passata intervista al senatore De Cristofaro, la vostra opposizione all’autonomia differenziata. Quali misure ha intenzione di prendere Sinistra Italiana dopo che questa proposta verrà approvata alla Camera dei deputati e diventerà ufficialmente legge?

«Questa per noi è la madre di tutte le battaglie. L’ho detto questa mattina durante l’introduzione dei lavori congressuali e lo continueremo a ribadire in tutte le sedi politiche, democratiche, istituzionali, del nostro Paese, soprattutto quelle del Mezzogiorno. Intendiamo mettere in atto tutti gli strumenti democratici e politici che la legge ci consente. Siamo già impegnati all’interno di comitati contro questa proposta di legge e saremo all’interno delle mobilitazioni nazionali che si organizzeranno. Compulseremo le amministrazioni, gli enti locali, verso atti di indirizzo, di dissenso formale, ci batteremo all’interno dei consigli comunali, dei consigli regionali, contro questo disegno scellerato che non solo spacca il Paese in due, ma è figlio di una cultura secessionista che ha sempre visto il Sud come un peso e mai come una risorsa, oltre che a compromettere tutta una serie di diritti fondamentali che vanno garantiti a tutte e a tutti. Da questo punto di vista, noi siamo dalla parte della nostra Costituzione, dei diritti che vanno garantiti a prescindere da dove nasci perché questo è il sale della democrazia, questa è la nostra idea che siamo disposti a portare con ogni strumento all’interno del Parlamento, delle istituzioni, nella città a fianco dei lavoratori e dei cittadini, arrivando anche ad utilizzare strumenti come un referendum abrogativo».

Come reagisce Sinistra Italiana rispetto alla proposta di presidenzialismo? Siete a prescindere contro l’elezione diretta del Capo dello Stato, oppure vi opponete a questa specifica proposta avanzata dalla maggioranza?

«Noi siamo a prescindere contro tutte le proposte che vanno a smantellare la democrazia, il parlamento, le istituzioni democratiche del nostro Paese. Questa proposta di presidenzialismo avanzata dalla destra, non è altro che una proposta che proviene dalla tradizione di Fratelli d’Italia, ma che comunque è frutto di uno scambio politico con l’autonomia differenziata. Ecco, queste due proposte insieme, a prescindere dai tempi di attuazione, minano la democrazia e la presenza dello Stato all’interno del nostro Paese. Sono figli di una stessa proposta che in linea con tutti gli altri provvedimenti che la destra si sta preoccupando di portare in parlamento, come quello che riguarda la riduzione della manifestazione del dissenso democratico, o addirittura il diritto di sciopero, fanno rievocare tempi bui per la nostra democrazia. Ovviamente, come Sinistra Italiana saremo impegnati anche contro questa proposta, dato che noi ci riconosciamo pienamente nella democrazia parlamentare. Soprattutto perché riteniamo che qualsiasi legge di riforma costituzionale da proporre al Paese, deve prevedere, a nostro avviso, tutta una serie di passaggi non solo in parlamento, ma anche fra le forze democratiche e del Paese e all’interno della società civile».

Infine, come avete iniziato ad affrontare il tema delle alleanze sia rispetto le diverse sfide amministrative che vi aspettano in merito alle prossime elezioni europee? Con quali partiti siete in trattativa per preparare al meglio queste importanti tornate elettorali?

«La linea che è uscita dal nostro Congresso nazionale e rilanciata poi dai Congressi regionali e provinciali è chiara: noi per le prossime elezioni europee stia lavorando al rilancio della lista di Alleanza Verdi-Sinistra, una lista che oltre al partito dei Verdi e quello di Sinistra Italiana, si arricchisce in questa fase del contributo di reti civiche ed esperienze di municipalità importanti con le quali siamo in contatto. La nostra è soprattutto una lista aperta a tutte le soggettività civiche e politiche che si riconoscono in una proposta di un Europa diversa, una proposta che mette insieme un modello economico non come quello che abbiamo assistito fino ad oggi, ma che metta insieme giustizia sociale e giustizia ambientale. Un’Europa che ritrovi il proprio impegno nell’agire diplomatico e non con l’invio delle armi. Un’Europa che si faccia carico della pace fra i popoli, nell’assenza di azioni significative da parte delle organizzazioni internazionali, lì dove ci sono enormi conflitti che incidono appunto anche rispetto la qualità della vita delle persone e sull’ambiente, perché dove c’è guerra non c’è un ambiente sano. Quindi, noi siamo convinti di continuare a lavorare in questa direzione, alle amministrative, consapevoli delle contraddizioni che spesso ci troviamo ad affrontare in Campania. Lavoreremo lì dove possibile alla costruzione di coalizioni e di liste anche con il simbolo nazionale di Alleanza Verdi-Sinistra. Laddove invece non ci fossero queste condizioni, lavoreremo per creare coalizioni alternative oppure ci presenteremo con il nostro simbolo di Sinistra Italiana, dato che siamo un partito che ha dimostrato, soprattutto nell’ultima fase delle amministrative, di essere capace di presentarsi con la propria identità e quindi di avere una comunità politica che si ritrova a lavorare per l’interesse generale e per dare un’alternativa a questo Paese. Oltre che a prepararci per le prossime elezioni, noi lavoriamo perciò per essere pronti alle sfide politiche che ci riserva la quotidianità e per rendere migliore la vita che verrà».

Dopo la fase dell’emergenza e la sfida per la sopravvivenza vinta da Sinistra Italiana, lo slogan “la vita che verrà” è stato appositamente scelto per invitare i membri del partito ad andare avanti, oltre la depressione, al rimpianto o alla nostalgia del Partito Comunista Italiano. Consapevole che i tempi sono profondamente cambiati, il partito intende attingere comunque da questa tradizione politica del secolo scorso, per continuare ad adottare scelte espressamente di sinistra e rispondere in maniera rivoluzionaria alle nuove sfide che si prospettano nel prossimo futuro.

Lontano quindi dall’essere o dall’apparire massimalista, per lo meno in questa precisa fase storica, Sinistra Italiana vuole affrontare in maniera pragmatica i problemi che derivano dalle congiunture del nostro tempo. Alla difesa della democrazia con ogni mezzo costituzionalmente riconosciuto, vengono affiancati così da questo partito nuovi valori come l’ambientalismo e ripresi vecchi cavalli di battaglia della sinistra tradizionale, quale la necessità di uno stato sociale. Senza dimenticare l’importanza del protagonismo e della partecipazione giovanile per innovare il partito e quella dei movimenti d’opinione temporanea nel rendere il proprio soggetto politico sempre più rappresentativo e attento alla dimensione locale.

Gabriele Caruso

Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, mi occupo soprattutto di indagare la politica italiana e di far conoscere le rivendicazioni dei diversi movimenti sociali. Per quanto riguarda la politica estera, affronto prevalentemente le questioni inerenti al Regno Unito.

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