Sinistra Italiana promuove il bando “Forza! Per la solidarietà e i mutualismi” in piazza Sabato a Pontecagnano Faiano. Ieri, alla presenza del segretario del partito in Sicilia, Luca Casarini, sono stati presentati i progetti giunti all’attenzione del partito in provincia di Salerno.

Che cos’è “Forza!“? È un’iniziativa, interamente finanziata con i soldi provenienti dagli stipendi dei parlamentari, per promuovere, a fondo perduto, le iniziative che si distinguono per innovazione e capacità di creare lavoro sul territorio. La commissione di Sinistra Italiana, in seguito, assegnerà dei punteggi ai vari progetti che, successivamente, saranno sottoposti al voto popolare sulla piattaforma commo.org.

Due le modalità di finanziamento: una per i progetti da 1.000 a 3.000 euro; l’altra per quelli sino a 20.000 rivolti principalmente alle cooperative. L’obiettivo è far ripartire il mutualismo dal basso, onde evitare che le idee innovative diventino preda delle banche e del mercato.

Cena autofinanziata

«Abbiamo bisogno di costruire – spiega Luca Casarini – qualcosa che vada controcorrente. Altrimenti non si interrompe questa spirale infinita. 30 milioni di euro di buon uscita a un amministratore delegato di Telecom Italia sono uno schiaffo in faccia a tutti i lavoratori che sono massacrati dai ritmi e dalla mancanza di lavoro. Questa storia dei 30 milioni di euro ci dice una cosa: i soldi ci sono».

L’ex leader del movimento “no global”, poi, si sofferma sul concetto di mutualismo: «I progetti di mutualismo non sono una cosa caritatevole, li mettiamo in campo perché vogliamo combattere. Contro un mondo che spinge la maggioranza delle persone a impoverirsi, per favorire una piccola minoranza che trattiene tutta la ricchezza nelle sue mani e vive alla “Briatore”. La cooperazione, la solidarietà, il mutualismo: sono le nostre armi. Dobbiamo togliere loro il potere delle mani e redistribuirlo».

E cita David Harvey: «David Harvey parla di diritto alla città. Questi progetti di mutualismo, che avvengono nelle città, ci dicono che lavoriamo per costruire un altro tipo di comunità. Dove non esistono i quartieri dormitorio e poi il salotto cittadino che, invece, è popolato da quella che io chiamo la “finta movida” perché son tutti ricchi in centro e poi hanno i debiti fino alla testa. Il diritto alla città è immaginarsi un altro tipo di città, dove affrontiamo i problemi e la convivenza con migliaia di persone che hanno problemi. Convivere non è una cosa facile e bisogna che sia il prodotto di una visione collettiva, di un progetto».

Paolo Vacca

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