Diciamoci la verità, il panorama politico statunitense (e non solo quello) non offre più quelle figure carismatiche di una volta, che sapevano ipnotizzare le folle con parole che risuonavano come ammonimenti inesorabili nei cuori e nelle menti di chi li stava ad ascoltare.

Oggi si tende a parlare per slogan e frasi fatte, suggerite magari da uno staff di esperti in comunicazione che lavora dietro al politico di turno. Parole incisive, certo, ma prive di passione. Senza scorza, come direbbe Guccini.
Esistono però le eccezioni, quasi sempre rappresentate da spiriti liberi, persone che amano pensare con la propria testa e talmente indipendenti da esprimersi, spesso e volentieri, anche controcorrente rispetto al proprio partito.

Una di queste è Ron Paul, ottantenne medico texano ed esponente del Partito Repubblicano, liberista di destra, non interventista e sostenitore della libertà come valore supremo, tanto da essere etichettato alla stregua di “libertariano”, sostenitore di una filosofia politica che contiene in sé elementi della destra più pura, conditi da un pizzico di anarchismo o, più correttamente, anarco-capitalismo.

Ma bando alle dispute filosofiche, bisogna premettere che non bastano di certo poche righe per descrivere la complessa figura di Ron Paul, sulla breccia da quasi 40 anni, vicino a Reagan prima, poi progressivamente all’opposizione dei candidati del suo stesso partito, vedi la strenua campagna anti-interventista che l’hanno contrapposto sia a Bush senior, prima, che al figlio George W., poi.

ron paul it's happening comic
Ron Paul è diventato anche un fenomeno su internet, con il celeberrimo “It’s happening!”

Nonostante queste divisioni interne, che l’hanno condannato a più riprese ad una sorta di ostracismo da parte dei suoi stessi compagni di partito – probabile concausa dei suoi periodi di momentaneo ritiro dalla vita politica – Paul è tuttora membro della Camera dei Rappresentanti per il Texas, da dove continua a non aver alcun tipo di remora ad esprimere le sue opinioni, molto spesso in aperto contrasto con il movimento neocon.
Da qui il suo soprannome di Dr. No, quasi a evocare il suo animo di bastian contrario nei confronti di tutti gli atti e le proposte che vanno contro la Costituzione americana.

Le sue parole d’ordine più note sono sempre le stesse: non interventismo, ritiro delle truppe e chiusura di tutte la basi militari americane sparse per il globo.

È naturale che un tipo così risulti indigesto, per usare un eufemismo, agli esponenti più radicali della destra a stelle e strisce, ma la sua indipendenza e onestà intellettuale gli hanno permesso di conquistare comunque le preferenze dei repubblicani più moderati, che evidentemente sono ancora molti.

D’altro canto, Paul è un fervente sostenitore del libero mercato ed il suo atteggiamento verso il problema dell’immigrazione è piuttosto intransigente nell’affermare che gli USA non possono farsi carico di tutti coloro che cercano di oltrepassare illegalmente i suoi confini, che dovrebbero a suo avviso essere bloccati all’ingresso, senza la concessione di alcun benefit. Su questi temi, si potrebbe azzardare un paragone con il nostro Salvini, se non fosse che si tratta di due personalità molto diverse fra loro.

In tema di politica sociale, fra l’altro, Paul sostiene il Secondo Emendamento della Costituzione americana, che consente ad ogni privato cittadino americano di possedere un’arma, considerata un mezzo sia per garantire il diritto alla caccia e alla difesa personale che per difendersi contro un’eventuale tirannia del governo federale.

No all’aborto – opinione influenzata, come da lui stesso ammesso, dalla sua lunga carriera di ostetrico – ma, coerentemente con la volontà di difendere la vita in quanto tale, no anche alla pena di morte, poiché considerata (giustamente, nda) una pena stabilita secondo criteri iniqui, che finiscono con lo sfavorire le persone meno abbienti, che non si possono permettere una buona difesa.

Il sostegno alla legalizzazione delle droghe e della prostituzione e l’aperto schieramento contro l’aumento delle tasse e della spesa pubblica completano il quadro di un politico che si potrebbe superficialmente definire bipartisan, ma che noi preferiamo considerare come un lucido ottuagenario, che invece di abbarbicarsi ciecamente a un dogma o a un credo politico, esprime le sue opinioni in maniera coerente con sé stesso e in totale indipendenza.

Il fatto che abbia guadagnato consensi dall’elettorato dimostra che esiste anche un altro modo di fare politica.

Carlo Rombolà

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