Il “Day After” il referendum sulla questione Grexit è cominciato e a caldo, da tutto il mondo arrivano le reazioni di chi, più o meno coinvolto, prende posizione alla luce del risultato delle urne, che hanno detto: OXI.
C’è chi ne prende atto e chi invece impunta i piedi, pronto ad aprire un nuovo capitolo di dibattito e di ricerca di accordi. Non manca chi, invece, prepara il terreno per strategie politiche piuttosto discostate dalla semplice questione economica.

Le borse, dopo la perdita di 290 miliardi all’annuncio del referendum, quest’oggi partono comunque male, ma più stabili e risultando legate alle prime manifestazioni concrete che dimostrino la ricerca di un nuovo accordo tra il paese ellenico, come le dimissioni del ministro delle Finanze Varoufakis, e i creditori. Tutti gli indici giù, con Milano che perde il 2,8%, ad eccezione di Shangai.

Euro sotto pressione, ma che per ora tiene, sebbene in attesa del rinculo della bomba referendaria che in sostanza pone un enorme punto interrogativo sulla permanenza del Paese sotto la moneta unica: dopo un minimo di seduta a 1,0992 dollari, l’euro ha perfino imboccato una risalita a 1,1051 a tarda mattina. E la valuta unica resta ben più in alto del minimo toccato lo scorso 16 marzo, 1,0458 dollari.

Da una parte c’è chi tira per difendere la moneta unica come l’ex presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, che elude qualsiasi responsabilità dell’euro nella crisi (della Grecia, n.d.r.) e difende la figura della banca centrale come coadiutore dei paesi in difficoltà ricordando gli aiuti del 2007, 2010 e 2011, e chi invece come Sigmar Gabriel, vicecancelliere di Angela Merkel, alza un muro e tiene il punto affermando: È difficile immaginare nuovi negoziati tra la Grecia e i creditori dopo la vittoria del No al referendum ellenico sul piano di aiuti internazionale”, aggiungendo poi, Tsipras ha tagliato gli ultimi ponti con l’Europa e il suo governo sta guidando la Grecia su un cammino senza speranza”.

In un clima rovente, tra dichiarazioni agl’estremi, c’è chi cerca di mediare con reazioni più pacate come per Benoit Coeurè, membro del direttorio Bce che parla di una certa volontà di agire della Banca e dice: “Troveremo gli strumenti necessari, se c’è da fare di più, faremo di più”. Fa il paio con Coeurè, il commissario UE  e ministro delle finanze francesi Pierre Moscovici, che alleggerisce il peso sulle spalle di Varoufakis spiegando come le raccomandazione UE (che sono atti non vincolanti diretti a sollecitare il destinatario ad adottare un determinato comportamento) siano state atteggiate a uso Decisioni (come atti vincolanti quindi), continuando: “Penso si debba provare ad applicare raccomandazioni meno precise ma più strategiche, meno intrusive e meno dettagliate e più globali, più queste sono intrusive, più sono inutili. È abbastanza insopportabile vedere la Commissione Ue tenere per mano un ministro; in effetti si, mi è successo di capire il popolo greco”.

Infine, si annoverano tutte le mosse strategiche sullo scacchiere più politico che economico.
Lascia Varoufakis, al suo posto Tsakalotos, che con un post sul suo blog parla di vittoria del piccolo sulla grande oppressione del debito.
Così, a poche ore dal risultato del referendum, Angela Merkel è volata in Francia da Hollande per valutare le conseguenze del voto ellenico. Comunicato congiunto dei due leader che parlano di “rispetto della scelta greca”.
Più reattivo invece, il presidente russo Vladimir Putin, che uscito indubbiamente rafforzato dal plebiscito ellenico, ha richiesto già dalla tarda nottata di ieri, dopo essersi sentito telefonicamente, un incontro con Tsipras. Ancora nessun comunicato ufficiale da parte degli Stati Uniti.
Timida reazione della Cina, che attraverso un portavoce fa sapere del suo auspicio alla ripresa, mentre nei prossimi giorni incontrerà la Russia al vertice BRICS e da lì si potranno rilevare eventuali attività sul piano economico attorno al problema greco.
Previsto per domattina un incontro a Palazzo Chigi tra il premier Renzi, sostenitore del sì, e il ministro Padoan per un confronto tra eventuali assestamenti in Italia.

Si chiude il quadro con le dichiarazioni di pochi minuti fa: il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, uscendo dal summit straordinario con i leader della zona, euro insiste per la permanenza greca nell’Eurozona, mentre in questi momenti Alexis Tsipras lo sta raggiungendo a Bruxelles per valutare entro domani le nuove proposte per il risanamento del debito.

Vincenzo Palma

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