La regina degli scacchi
Fonte: sandiegouniontribune.com

La miniserie “La regina degli scacchi”, composta da 8 puntate da circa 50 minuti, prodotta e rilasciata da Netflix il 23 ottobre scorso, sta rapidamente battendo ogni record ed è per molti la miglior serie tv del 2020. The Queen’s Gambit ( è questo il titolo originale e che letteralmente tradotto è “Gambetto di donna”, richiamando una tipica apertura scacchistica) è stata ideata da Allan Scott e Scott Frank e vede come protagonista una giovane bambina prodigio degli scacchi che poi, nel corso della serie, crescerà e sarà alle prese con l’ascesa al successo e con le sue dipendenze da droghe e alcool. La regina degli scacchi è Beth Harmon, interpretata dalla giovane e promettente attrice statunitense Anya Taylor -Joy, già protagonista di film di successo come “Emma” tratto dall’omonimo libro di Jane Austen, e magnifica interprete nel film “Split” di Glass.


“La regina degli scacchi” è una serie davvero ben curata, a cominciare dall’ambientazione nell’America degli anni ’50 e ’60 in cui la Guerra fredda fa da sfondo nelle competizioni tra gli scacchisti in un clima carico di tensione, soprattutto quando le scene si sposteranno nella vecchia Unione Sovietica. Elemento fondamentale è sicuramente l’introspezione dei personaggi e più in particolare della protagonista. Nel corso della sua vita da piccola orfana che si trasforma prima in un’adolescente e poi in una giovane donna, emerge la capacità di vincere la sua timidezza facendo forza sul suo innato talento e intelligenza. Tutte qualità che la trasformeranno da bambina prodigio a campionessa in un gioco dominato da soli uomini, ricevendo apprezzamenti, elogi e congratulazioni, pur facendo i conti con momenti di sconforto e solitudine. E proprio la solitudine è stata sua compagna fin dalla tenera età: rimasta orfana e trasferitasi in un orfanotrofio con Jolene, altra ospite della struttura, la regina degli scacchi conosce il custode dell’orfanotrofio, il tale Mr.Shaibel, grazie al quale conoscerà l’arte degli scacchi di cui subito se ne innamorerà.


Il suo genio é accompagnato dalla sregolatezza poiché la sua vita è un continuo alternarsi tra alti e bassi duranti i quali non farà a meno di assumere alcol e sedativi. Un’abitudine questa che l’ha tormentata fin dall’infanzia e della quale non è mai riuscita a liberarsi.

La regina di scacchi fonte: it.ign.com


Il gioco degli scacchi assume un ruolo fondamentale durante tutta la serie poiché si configura come un linguaggio comune tra Beth e la società dell’epoca, tra Beth e le sue paure e i suoi fantasmi, ma soprattutto tra Beth e gli spettatori.
La serie, infatti, tramite la sua narrazione e la splendida performance di Anya Taylor – Joy, riesce a sfatare quel falso mito del gioco degli scacchi come un qualcosa di noioso: giocare a scacchi si riscopre accattivante, avvincente e appassionante e non a caso molte persone dopo la visione della serie hanno cominciato a informarsi e a cercare le regole degli scacchi per iniziare a giocare. In ogni mossa scandita da Beth c’è la sua voglia di riscatto: in ogni pedone, in ogni alfiere, cavallo, torre, re e regina, c’è una parte di lei che collabora per portala alla vittoria e in ogni scacco matto c’è il suo innato talento che la porta alle più alte vette del successo.

Il grande successo di questa serie è dovuto anche alla regia di Scott Frank che, con l’aiuto degli effetti speciali, riesce a muovere scacchi nel soffitto focalizzati dalla mente della protagonista sottolineando la sua brama di conoscenza e la sua intensa passione. Le inquadrature in primo piano di Beth durante le competizioni sembrano quasi volerci far sentire più intensamente i ragionamenti del suo cervello che mira alla vittoria delle più svariate competizioni di scacchi. E iconico è anche lo sguardo ipnotico della protagonista rivolto agli avversari in ogni partita: uno sguardo magnetico capace di intimorire anche il più esperto scacchista in circolazione.

Forte dell’ottima performance dell’attrice protagonista, degli altri membri del cast e di una regia delicata e sensibile, quasi poetica, “La regina degli scacchi” è una serie che viene vista tutta d’un fiato, capace di emozionare e imprimersi nella mente dello spettatore che ne porta con sé un piacevole ricordo e una carrellata di vivide emozioni.

Francesca Meglio

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