Secondo l’Istituto Superiore della Sanità il quadro epidemiologico della popolazione residente nella Terra dei Fuochi è peggiorato.

Ecco quanto riportato nell’ultimo rapporto pubblicato: ”L’incidenza dei tumori negli uomini della provincia di Napoli e la mortalità sono superiori dell’11% a quella della popolazione di riferimento. Nelle donne i corrispondenti superamenti sono rispettivamente del 9% e 7%. Nella Provincia di Caserta per quanto riguarda la mortalità l’eccesso è del 9% fra gli uomini e del 4% fra le donne”.

Il ”Progetto Sentieri – Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento” ha fornito stime analoghe (incremento del 9% fra gli uomini e del 7% fra le donne). I tumori più frequenti sono quelli allo stomaco, fegato, polmone e vescica e per quanto riguarda le donne quello alla mammella.

I dati sono alquanto preoccupanti, ma per gli oncologi vanno presi con le pinze. ”Questi numeri vanno correlati agli strumenti e modalità di rilevazione ed al confronto con gli andamenti storici. Per fare un’analisi approfondita sono necessari dei corretti denominatori, cioè bisogna implementare l’attività e quindi disporre dei dati dei Registri dei tumori che non sempre e storicamente coprono tutte queste aree. Ancora non ci sono dati certi sulla relazione di causa-effetto ed inoltre c’è da considerare che le patologie tumorali hanno cause multiple e tempi di latenza lunghi” ha spiegato Carmine Pinto, presidente dell’ Associazione Italiana di Oncologia Medica.

L’amianto è il maggior fattore di rischio maggiore. L’esposizione anche a dosi basse, specie in fasi cruciali dello sviluppo, è in grado di modificare il processo della cancerogenesi. L’Agency for Research on Cancer ha definito l’amianto agente cancerogeno per la pleura, per il polmone, la laringe, l’ovaio, il peritoneo, il pericardio, la tunica vaginale del testicolo e con evidenza limitata per il colon-retto e lo stomaco.

Anche gli altri metalli pesanti e l’inquinamento industriale hanno un ruolo predominante. Cromo e nichel sono legati all’insorgere di tumori a polmoni, naso e faringe, mentre l’arsenico è correlato alla diagnosi di tumori a polmone, vescica, pelle. Nei pressi delle centrali a carbone e degli inceneritori si è verificata un aumento dell’incidenza di tumori di laringe, polmoni e vescica, mentre nelle vicinanze delle industrie chimiche sono frequenti casi di cancro al fegato e alle vie biliari.

Nonostante alcune di queste sostanze siano state bandite, come nel caso di amianto e PCB, esse continuano a restare nell’ambiente ed è impossibile prevedere con le attuali risorse e strategie di bonifica quando e si riuscirà ad eliminarle del tutto.

Vincenzo Nicoletti

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