Dall’ultimo rapporto pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è emerso che il 92% della popolazione mondiale vive in luoghi ad alto rischio inquinamento dove la qualità dell’aria è al di sotto degli standard imposti. I dati sono emersi da una recente analisi svolta dai ricercatori dell’Università di Bath condotta attraverso satelliti e rilevatori di terra installati in 3000 luoghi in tutto il mondo.

Secondo le stime degli esperti i livelli di inquinamento atmosferico sono molto elevati nelle zone del Mediterraneo orientale, Sud-Est asiatico e Pacifico occidentale; migliore la situazione in Europa e Stati Uniti. In questi luoghi i valori superano la soglia di particolato pm2,5 imposta dall’Oms, che ha fissato il limite a 10 milligrammi per metro cubo d’aria. Gli inquinanti di queste particelle sono abbastanza piccoli da penetrare nei polmoni causando gravi danni all’apparato respiratorio e al sistema cardio-vascolare.

Nel mondo sono 3 milioni i morti a causa dei veleni presenti nell’aria esterna a cui dobbiamo aggiungere altri 3 milioni e mezzo considerando anche l’inquinamento in ambienti chiusi. Il 94% di questi decessi è dovuto a malattie croniche non trasmissibili: problemi cadiovascolari e polmonari cronici, cancro ai polmoni, ictus e broncopneumopatia cronica. L’inquinamento atmosferico, come spiegato nel rapporto, aumenta anche il rischio di gravi infezioni respiratorie.

In Italia, stando al rapporto, i decessi causati dall’inquinamento si attestano intorno alle 21mila unità. La maggior parte delle morti premature è causata da cancro ai polmoni (6400), ictus (5800) e malattie cardiovascolari (8300). Il nostro paese è il quarto in Europa per morti premature dietro a Ucraina (54000), Polonia (26600) e Germania (26000).

Gran parte delle fonti inquinanti sono dovute all’attività dell’uomo. L’Oms nel suo rapporto ha puntato il dito contro i mezzi di trasporto inadeguati, combustibili fossili utilizzati in casa, combustione dei rifiuti, centrali elettriche a carbone e attività industriali.

Le fonti di inquinamento antropiche rivestono un ruolo primario, ma anche i fattori naturali sono da tenere in forte considerazione: nei paesi situati in zone desertiche la presenza di forti tempeste di sabbia può influire negativamente sulla qualità dell’aria. Altri fattori da tenere in considerazione sono la forte intensità della luce solare, l’alta temperatura, la presenza di catene montuose e la scarsa ventilazione che sono causa di impedimento della circolazione dell’aria.

L’Oms chiede un’azione rapida per affrontare l’inquinamento atmosferico. Tra le misure proposte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per far fronte al problema ci sono la riduzione del numero di veicoli in circolazione, il miglioramento della gestione dei rifiuti e la promozione di metodi ”green” per cucinare e riscaldare la casa. Si auspica che i Governi mondiali prendano i giusti provvedimenti.

Vincenzo Nicoletti

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