POMPEI – Nuove polemiche coinvolgono il sito archeologico di Pompei. Questa volta non si tratta di reperti derubati o della cattiva tutela dei beni archeologici, bensì di un rialzo del prezzo del biglietto che avverrà il 26 Maggio e si concluderà il 2 Novembre. Il “caro biglietti” non è andato giù né alle agenzie turistiche né ai visitatori, mentre chi gestisce il sito ha espresso la necessità di avere entrate maggiori per una migliore e corretta manutenzione.

Tutto inizia con un email inviata agli operatori del polo archeologico dal soprintendente Massimo Osanna: «Vi informiamo – è scritto – che a far data dal 26 maggio 2015 e fino al 2 novembre, in occasione della Mostra “Pompei e l’Europa (1748 – 1943)”, sono stati istituiti nuovi prezzi su biglietti integrati Scavi di Pompei e museo archeologico». In allegato è stato poi inviato il decreto del direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici dell Campania in cui ci sono maggiori delucidazioni in merito all’aumento del biglietto.

In seguito alla nuova mostra “Pompei e l’Europa (1748 – 1943)”, saranno aggiunti, agli 11 euro del biglietto d’entrata agli Scavi, altri 2 euro mentre agli 8 euro per l’Archeologico si aggiungono 5 per la mostra. Insomma, il totale ammonta a 13 euro. Il problema si pone per due motivi: sia perché, trattandosi di una mostra aggiuntiva, il biglietto dovrebbe essere facoltativo; sia perché molte agenzie, che hanno comprato il pacchetto prima del provvedimento ministeriale, si ritrovano a dover richiedere un surplus ai turisti per una mostra che probabilmente nemmeno riusciranno a vedere, se si pensa che i croceristi, ad esempio, hanno pochissimo tempo a disposizione per le visite guidate prima che ripartano.

Se gli agenti turistici decideranno di annullare tutto, dirottando il flusso turistico verso altri siti d’interesse, il danno economico per gli Scavi sarà ingente. Inoltre, di questo provvedimento sono stati informati solo gli operatori turistici italiani. All’estero non si sa ancora nulla e Pompei rischia di fare una vera figuraccia. Il problema è la cattiva gestione e comunicazione con gli operatori del settore riguardo i finanziamenti del polo archeologico di Pompei che, si sa, non naviga in buone acque. Problemi di sicurezza e di manutenzione sono anche dovuti agli scarsi introiti. Per cercare di aumentare le entrate, si pecca così di chiarezza e serietà soprattutto nei confronti di chi porta visitatori e quindi soldi. Questa mostra, colpevole dell’aumento del biglietto, è davvero interessante, non c’è dubbio, poiché mette in rapporto l’anno in cui sono avvenuti i primi scavi di Pompei nel 1748 e l’anno in cui, nel 1943, avvenne il bombardamento che mise a rischio molti reperti. L’obiettivo è quello di mettere a confronto reperti antichi e opere moderne per evidenziare l’influenza che la classicità ha avuto sugli sviluppi dell’arte e dell’estetica moderna, fra emulazione e reinterpretazione. Intanto, si attendono nuove risposte dal Ministero nella speranza che una mostra così bella non risenta delle polemiche e che per le defezioni turistiche non diventi un flop.

Agnese Cavallo

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