La Campania conquista un nuovo, inaspettato record in termini di raccolta differenziata: quello del “Comune riciclone”.

Legambiente parla di percentuali vicine al 55% e, nella fattispecie, conquistano il podio Benevento, con il 70% di raccolta differenziata, Salerno (58,4%) ed Avellino (56,54%). La corsa al riciclo della Campania ha portato Airola (Bn) all’87%, seguita da Ginestra degli Schiavoni e Montesarchio, sempre in provincia di Benevento.

«Segno evidente che cambiare ed innovare – si evince dal rapporto della Campania – anche in pochi mesi, è possibile e vantaggioso, se si introducono premi e penalità, come l’ecotassa per i rifiuti avviati a discarica e sgravi tariffari a chi ricicla di più.»

Secondo le statistiche, la Campania, da sola, è riuscita ad incrementare il tasso di Comuni Ricicloni del Sud del 15,3%. Tra le province campane spiccano Benevento, Salerno ed Avellino, seguite poi da Napoli, con il 53,81% di raccolta differenziata, e da Caserta, con il 50,69%.

Campania a parte, Legambiente attesta che sono 1.520 i comuni chiave per la raccolta differenziata, per quasi 10 milioni di abitanti. La maggior parte di questi è sita al Nord-Est del paese (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige), mentre al Centro-Sud vi è un notevole incremento rispetto agli anni precedenti.

I 365 comuni “Rifiuti free” sono quelli che, durante il 2014, hanno prodotto meno di 75 chilogrammi a testa di rifiuto secco indifferenziato, mentre la produzione media pro capite nazionale si aggira attorno ai 550 chili annui.
Un altro dato interessante sono i comuni marchigiani e i sopracitati campani. Il Piemonte e la Lombardia si sono fermate, ma Milano diventa la prima città, oltre il milione di abitanti, ad aver superato la soglia del 50% dei rifiuti riciclati.

«Grazie a Comuni ricicloni, è nata un’alleanza virtuosa tra cittadini e industria illuminata, protagonista della moderna economia circolare, per una grande riforma anti spreco e una Italia finalmente rifiuti-free – afferma Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – Per completare questa rivoluzione però, occorre la volontà politica di replicare le buone pratiche già esistenti, realizzando tanti impianti per il riuso e il riciclaggio e per gestire al meglio i troppi rifiuti speciali che finiscono ancora nella rete delle ecomafie e dell’eco criminalità».

Chiara Esposito

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