“L’informazione, invece di trasformare la massa in energia, produce ancora più massa”, affermava il sociologo francese Jean Baudrillard. E – aggiungerei – niente più che la televisione massifica l’opinione popolare.

Di cosa sto parlando? Proprio dello schermo piatto che oggi tutti abbiamo in casa.
Televisione. Tele-visione, ossia “vedere da lontano”. Già, perché la nascita della televisione ha ridotto notevolmente le distanze del mondo (fisiche e culturali), ha rimpicciolito quest’ultimo e ha confermato la tesi del sociologo canadese McLuhan: viviamo in un “villaggio-globale”. La televisione, come strumento di comunicazione di massa, rientra nel percorso dello sviluppo tecnologico, partito con la stampa, passato per la radio e giunto, nel 1925, all’inizio della storia televisiva, grazie all’invenzione dell’ingegnere Baird.

Ora, chi avrà avuto il tempo di interessarsi a leggere quest’articolo, è tentato di fare retromarcia, tornando a farsi un giro sulla propria home di Facebook. Vi capisco, perché sicuramente starete farneticando tra voi: “questo tizio vuole farci una lezione di Sociologia”. No, restate qui ancora per poco. Non studio Sociologia e non è mia intenzione farvi una lezione. Ciononostante, voglio parlarvi di un problema, che, ahimè, ha natura sociologica. Ma prima è necessario e indispensabile tenere presenti alcuni elementi.

Il principale scopo della televisione, e di tutti i mass media, è (o meglio, dovrebbe essere) “fare informazione”, attraverso la trasmissione di immagini. Il più grande politologo italiano Giovanni Sartori, in suo libro intitolato “Homo Videns”, analizza la trasformazione dell’individuo da homo sapiens a homo videns: il primo è prodotto dalla cultura scritta; nel secondo l’immagine esercita la supremazia sulla conoscenza. “Le cose raffigurate in immagini – scrive Sartori – contano e pesano più delle cose dette in parole”. Se condividete tale pensiero, condividerete pure quanto sia influente il potere politico della televisione, per Sartori “video-politica“. Ma di cosa si tratta?

Per il politologo italiano, la televisione “forma opinione”. E nel manipolare tale opinione, mediante la tv, vi è la principale attività politica del nostro tempo: l’Italia berlusconiana docet. Poco fa ho detto che la tv “dovrebbe” fare informazione, come primo scopo. In realtà, oggi, l’obiettivo primario delle trasmissioni televisive è fare “audience“(numero di spettatori). Non vi voglio chiedere se è giusto o meno fare audience con una spiaggia in cui si viene privati dei propri vestiti e ci si mostra davanti al pubblico con due foglie al posto della biancheria intima. Credo che certe cose non meritino nemmeno troppo tempo su cui discuterci sopra. Ciò che voglio chiedervi è: l’audience sostiene la corretta informazione? Sempre in “Homo Videns”, si legge: “L’informazione che conta è la più filmabile; se non c’è filmato non c’è notizia, e cioè la notizia non viene data, non è video-degna”.

Fatta questa lunga parentesi (sì, perché in realtà ancora non sono giunto al “dunque”), voglio parlarvi di un video, estrapolato dalla trasmissione televisiva Mattino Cinque e caricato sulla propria pagina Facebook dal leader della Lega Nord, Matteo Salvini. Il servizio è intitolato “La testimonianza choc di due zingari minorenni” e narra di una loro attività di scippo pari a 900 euro giornalieri.

E’ sotto gli occhi di tutti che, oggi, la televisione come mezzo multimediale è stata largamente sovrastata da Internet, che in tal caso diventa un pericoloso alleato. Le immagini prese dalla tv e caricate sui social network possono pervenire a milioni di persone, molte delle quali si convinceranno che ciò che appare ai loro occhi sia veritiero. In tal modo, si capisce che manipolare un individuo risulta molto più efficace grazie alla possibilità di “vedere” ciò di cui si racconta come notizia. Ma chi ci garantisce che non sia tutto recitato? 

Non è una semplice ipotesi o illazione. Perché tutti sappiamo che quella rete (Mediaset, senza fare nomi), già ci ha abituati a gaffe (alias presa per il culo) del genere. Ricordate la scenata della inviata della D’Urso? Striscia la Notizia svelò un fuorionda sul caso Loris, in cui si capisce come Alessandra Borgia, inviata di Pomeriggio Cinque, finge di incontrare casualmente il cacciatore che trovò il cadavere del bambino. Se non ne eravate a conoscenza – vedere per credere – cliccate qui.

Intanto il video pubblicato da Salvini, presente in studio (come sempre, ad ogni ora del giorno, su ogni rete possibile e immaginabile) mentre il servizio veniva trasmesso, ha raggiunto quasi 10 milioni di visualizzazioni. Numerosissimi sono stati i commenti xenofobi e razzisti, i quali non ne vale la pena riportare. Per certi individui andrebbe ricordata la regola delle 12 P:  “Pensare prima, parlare poi, perché parole poco ponderate potrebbero produrre parecchie puttanate”. Per Salvini, poi, peccato che il silenzio sia durato solo 24h, vista la sospensione del suo account.

In ogni caso, chi ci impedisce di pensare che non sia una finzione? Chi ci impedisce di pensare che non sia un subdolo e studiato metodo per convincere milioni di persone a credere che il vero problema degli italiani siano gli immigrati, rom, africani, musulmani e “non-italiani” in generale? Sarebbe bello se domani quella trasmissione trasmettesse un servizio su un immigrato che lavora e paga regolarmente le tasse. Perché di immigrati, come di italiani, ce ne sono buoni e cattivi. Il fatto è che gli italiani, statisticamente parlando, ne sono in numero notevolmente maggiore.

Andrea Palumbo 

 

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