I tempi della politica e quelli della vita delle persone sono profondamente diversi.

I giorni che sono passati dal voto per il nuovo Presidente della Regione, per la politica, sono giorni sospesi, in attesa che vengano proclamati gli eletti e si capisca se De Luca potrà governare, come asseriscono lui ed il governo nazionale, oppure saremo costretti a tornare al voto, come sostengono altre forze politiche.

In questi stessi giorni, invece, le cittadine ed i cittadini della regione vanno (nella maggior parte dei casi, faticosamente) avanti con la loro vita quotidiana, e tra costoro ci sono anche gli studenti, che in questa situazione sembrano avere poco da gioire, nonostante la pur ottima novità del non essere più governati dalla (poco) premiata ditta guidata da Stefano Caldoro.

L’incertezza, infatti, di non sapere se ora cambierà qualcosa si somma all’incertezza degli ultimi anni in cui, come ho raccontato nelle precedenti uscite, il sistema del diritto allo studio è stato condotto allo sfascio da una gestione che voglio sperare sia stata dovuta solo all’incompetenza, e non alla volontà di mettere in crisi il sistema di sostegno pubblico all’istruzione. Comunque, tornando a quanto dicevo prima, la nuova Presidenza regionale e la nuova giunta, sempre che ci siano, avranno l’inevitabile dovere di metter fine perlomeno all’incertezza sulla assegnazione e sui tempi di erogazione delle borse di studio, che ormai soffrono di ritardi pluriennali; il profilo dell’assessore che avrà la delega al diritto allo studio sarà un primo segnale che ci farà capire a cosa andiamo incontro.

Chiariamoci, so molto bene che Vincenzo De Luca deciderà da solo, e certo non ho l’intenzione (né l’ambizione) di tirarlo per la giacca; detto ciò, visto anche che De Luca, all’epoca delle primarie, citò espressamente la battaglia dell’Unione degli Universitari per la restituzione dei 17 milioni rubati dalla vecchia giunta regionale al fondo per le borse di studio, spero fortemente che voglia fare seguito alla sua dimostrazione di interesse marcando sin da subito una forte discontinuità con la gestione Caldoro.

Non abbiamo bisogno, infatti, che questa fondamentale delega vada ad un tecnico, non importa che sia stato presidente di un’Adisu, perché abbiamo visto che ciò da poche garanzie; abbiamo bisogno che ad occuparsi del diritto allo studio, uno dei diritti più altamente riconosciuti dalla nostra Costituzione, sia un politico, qualcuno che abbia sì una forte competenza specifica, ma che ad essa unisca soprattutto una visione di questo diritto non come un problema che va forzatamente incastrato nel bilancio regionale, bensì come la pietra angolare della ricostruzione della nostra regione.

Serve indicare qualcuno che abbia nella sua storia la difesa dei diritti, non la loro contabilizzazione, che riconosca il peso che la possibilità di frequentare scuola e università ha nelle vite delle persone nel nostro territorio; e perché no, un qualcuno che sia a suo agio ad un tavolo con gli studenti, in modo da evitare lo scontro che c’è stato in questi anni, che non fa bene a nessuno. Io sono fermamente convinto del primato della politica nel campo dell’applicazione dei diritti, e per questo voglio che sia la politica ad occuparsi delle enormi questioni ancora aperte, dai ritardi nelle borse alla loro doverosa copertura totale (altro che i “prestiti d’onore” che lo stesso De Luca ha citato in un’occasione, qui in Campania abbiamo i “prestiti di disonore”, ovvero le tasse che gli studenti pagano alla Regione senza avere in cambio le borse di studio!), dall’assenza di mense studentesche all’insufficienza dei posti negli studentati, e tanto altro.

A guardar bene, persone con il profilo da me indicato ce ne sono, non molte però; occorre scegliere saggiamente. Comunque, noi di certo non faremo sconti a nessuno, gli studenti della Campania hanno aspettato e sofferto troppo in questi ultimi anni. Siamo pronti a continuare le nostre battaglie, ma ci auguriamo di cuore 5 anni di riposo!

Lorenzo Fattori

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