Oggi la rivista “Classic Voice” farà conoscere in anteprima mondiale l’elenco completo delle 5000 bozze, tra scritti e spartiti, del compositore Giuseppe Verdi.

Verdi infatti aveva conservato nella sua residenza a Sant’Agata di Villanova sull’Arda, in provincia di Piacenza, tutti i suoi manoscritti usati 800px-Sant'Agata_01per abbozzare idee o partiture utili per la stesura conclusiva delle sue opere teatrali, come il Nabucco, l’Aida, il Rigoletto o l’Attila. Per gli studiosi poter mettere mano su questi scritti consentirebbe di ricostruire cosa c’è dietro ad ogni opera, di capire come le partiture o le storie sono state via via modificate e le scelte prese all’ultimo memento dal compositore.

Si tratterebbe quindi di un “tesoretto segreto” che racconta i retroscena dell’attività di Giuseppe Vedi per un arco di tempo lungo cinquant’anni. I Manoscritti sono di proprietà degli eredi del compositore che hanno rispettato la volontà del loro illustre antenato. Verdi aveva chiesto infatti che la sua ultima abitazione “Villa Verdi” a Sant’Agata, gli ambienti della casa e gli oggetti al suo interno restassero dove erano stati lasciati prima di morire, rendendo così i manoscritti inscindibili dall’immobile.

cv193_coverAnche se rumors di alcuni anni fa parlavano di un segreto spostamento delle 5000 bozze in un luogo più protetto come la Svizzera, le voci saranno smentite anch’esse dal giornale “Classic Voice” all’interno del quale ci sarà l’intervista ad un discendete di Giuseppe Verdi, Angiolo Carrara Verdi, che oggi cura Villa Verdi e ciò che essa racchiude, e che ha confermato comunque il fatto che i manoscritti furono tenuti in un luogo più sicuro noto a pochi ma che non si tratta della Svizzera.

Verdi non è stato l’unico compositore ad avere manoscritti inediti, tanti altri come Mozart, Piccini, Beethoven ne posseggono, la novità sta nel fatto che per quelli di Verdi non c’è mai stato uno studio approfondito. Le uniche bozze studiate sono state quelle riguardanti la Traviata, e ciò che si spera con la pubblicazione dell’elenco dei manoscritti è che riaccenda l’interesse degli studiosi, affinché si occupino di dare uno sguardo anche agli altri  e scoprire magari cose nuove ed inaspettate.

Fonte:

http://www.gazzettadiparma.it/news/busseto/279883/Verdi–svelate-le-5mila-pagine.html

Claudia Cepollaro

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