L’estate, è noto, non è certo il momento di maggiore produttività dei rappresentanti del popolo italiano. Così, mentre in tutta Europa si tende a ripensare il concetto di democrazia a seguito della vicenda greca (con il ricorso al referendum in stati quali la Germania per approvare la dazione di prestiti monetari allo stato guidato da Tsipras), ed il governo abbia velocizzato le procedure per giungere alla approvazione della riforma RAI (che è approdata in una camera dei deputati stamane vuota, ma sicuramente pronta a riempirsi il giorno della votazione finale), i due temi che scaldano gli animi sono: a) la legalizzazione della cannabis; b) la prostituzione.

A) LA LEGALIZZAZIONE DELLA CANNABIS

218 parlamentari hanno firmato la proposta di legge volta a legalizzare l’utilizzo a scopo ricreativo della cannabis. Un testo trasversale, che ha ricevuto il plauso sia della maggioranza sia della minoranza dem, sia del M5S, sia di Forza Italia sia dei civatiani, sia del PSI sia di SEL, ben illustrato nel sito  dell’intergruppo parlamentare www.cannabislegale.org, e che si basa sui seguenti punti: 1. liceità del possesso di cannabis in quantità non superiori a 5 grammi in luogo pubblico e 15 in domicilio privato (ovvero: sarà possibile detenere fino a 15 grammi nella propria abitazione, ma non più di 5 al di fuori di essa); 2. liceità della coltivazione di non più di 5 piante di sesso femminile, previa comunicazione alla autorità dei monopoli (attualmente, la coltivazione è incriminata dalla legislazione sugli stupefacenti); 3. cannabis vendibile nei tabaccai in quanto monopolio di Stato; 4. divieto di guida a seguito della assunzione di cannabis (come già attualmente previsto dal codice della strada). La proposta ha incontrato le contestazioni di vari esponenti del mondo medico, che contrastano l’iniziativa di legge, ricordando i principali rischi che derivano dalla assunzione di simile sostanza (diminuzione delle capacità cognitive; aumento del rischio di sopravvenienza di malattie psichiche; aumento del rischio cancerogeno). Contraria inoltre la Lega di Matteo Salvini, per la quale la cannabis, a differenza della prostituzione, sarebbe dannosa per la salute dell’uomo.

B) LA PROSTITUZIONE

“Fino a prova contraria il sesso non fa male, la cannabis sì”: breve e lapidaria la dichiarazione con la quale il segretario del Carroccio ha esplicato la sua presa di posizione favorevole alla riapertura delle note case chiuse. Una proposta di legge in tal senso era già stata presentata nel 2014 da una senatrice del PD ed esponenti di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, ispirata ad ordinamenti stranieri che regolamentano tale attività e la qualificano quale lavorativa (con le conseguenze che ne derivano in materia di retribuzione, orari e diritto del lavoro);quali quelli di alcune regioni dello stato federale tedesco e dello stato olandese, dove le meretrici sono soggette a controlli medici volti a prevenire la trasmissione di malattie veneree. Un sistema dunque che vorrebbe tutelare sia la prostituta, della quale andrebbe accertato l’esercizio della libera volontà, sia il cliente, che null’altro farebbe se non togliersi uno sfizio, e che andrebbe forse giudicato più sul piano morale, che su quello materiale.

Vincenzo Laudani

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