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250 militari, la risposta (?) dello Stato alla camorra

La risposta dello Stato di fronte alle ultime escalation di violenza di stampo camorristico che si sono consumate tra Napoli e le zone limitrofe consiste in 250 militari in più per l’operazione di controllo del territorio.

Angelino Alfano afferma: «Questa è la pronta risposta dello Stato, che avevo assicurato durante il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, dedicato al capoluogo campano» ed aggiunge: «Queste unità di rinforzo rappresenteranno con più forza il presidio di legalità che noi intendiamo contrapporre agli episodi di violenza e di recrudescenza della criminalità e alle faide interne che in questo momento caratterizzano le azioni criminali, potenziando il controllo del territorio e rafforzando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni».

Questa è solo una delle misure adottate: il Viminale ha messo in atto una vera e propria campagna “pro legalità” basata non solo sull’aumento dell’esercito ma incrementando la sinergia e il raccordo tra gli apparati investigativi coordinati dalla magistratura, più investigatori con il distacco di operatori dei reparti speciali Sco, Ros, Scico e Dia, più impianti di videosorveglianza e più efficienza nelle chiamate di emergenza.

Il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris in merito alla questione ha dichiarato: «I militari vengono inviati a tutela di obiettivi sensibili, per liberare le forze dell’ordine ordinarie e concentrare queste ultime nella lotta alla criminalità ordinaria e organizzata. Se invece dovessimo scoprire che qualcuno ha pensato di militarizzare la città ed espropriare le forze dell’ordine del loro lavoro si assumerà la responsabilità di dire che le forze dell’ordine non sono in grado di svolgere il compito che la Costituzione assegna loro. Io non la penso in questo modo. Non consentiremo a nessuno di infangare l’immagine di una città viva, piena di cultura e di energia. Bene l’Esercito se serve a quello, come mi ha assicurato il prefetto e quindi il Governo, e io non posso che credere a quello che mi dice. Altro invece, sarebbe vedere blindati girare per la città, sarebbe qualcosa che non funziona e non serve a nessuno».

L’esercito, è ovvio, non è la soluzione. Lo Stato deve avere la forza e la coerenza di puntare sulla rieducazione. La nuova leva camorristica è composta da giovanissimi che probabilmente non hanno nemmeno la consapevolezza del degrado in cui vivono. Bisogna mostrare che un’altra strada esiste ed è percorribile, e non lo si fa militarizzando una città ma incentivando, investendo sull’istruzione, nei servizi sociali e sul lavoro: cose a cui il Governo non è sembrato molto interessato finora.

Maria Bianca Russo

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