I social network sono ormai fortemente radicati nelle nostre vite e soprattutto in quelle delle nuove generazioni. Numerosi i sociologi e pedagogisti che si interrogano sulle modalità di utilizzo adatte a giovani e bambini. Educare i minori al corretto utilizzo di queste piattaforme è, infatti, un compito sempre più difficile.

I social network sono ben radicati all’interno della quotidianità di ognuno e soprattutto delle nuove generazioni che nascono e crescono proiettate in una realtà diversa da quella di un tempo. Cellulari e social network assorbono le nostre abitudini e spesso diventa una sfida per genitori ed insegnanti far interagire i ragazzi e coinvolgerli in attività interessanti.

Quello che un tempo era uno strumento per migliorare le comunicazioni è diventato un limite alla comunicazione stessa e soprattutto al rapporto tra genitori e ragazzi. I bambini risultano sempre più isolati e alienati dal mondo a causa dell’utilizzo di questi dispositivi, spesso  e volentieri a causa della mancanza di freni imposti dai genitori.

A tal proposito è nato il libro ”Nasci, Cresci e Posta” di Simone Cosimi e Alberto Rossetti. Gli autori si prefiggono lo scopo di rispondere a molte domande riguardo il corretto utilizzo dei social tra cui quale è l’età minima per accedervi, le ore impiegate online e con quali persone è giusto interagire.

Come è stato affermato dagli autori del libro in una conferenza: “Sono sempre di più i ragazzi al di sotto dei 13 anni che possiedono uno smartphone e aprono almeno un account su un social media, cominciando così la loro navigazione, con contenuti personalizzati, in solitudine. Del resto, i dati lo dimostrano in maniera impietosa, a guidare la scelta di un genitore non sembrerebbe esserci una valutazione di tipo educativo, come potrebbe essere la presunta maturità del figlio, quanto piuttosto la sempre maggiore accessibilità economica di smartphone e tablet, insieme all’idea, tutta da dimostrare, che questi dispositivi siano necessari a qualunque età.”

L’intento di Cosimi e Rossetti è spronare i genitori ad un’attenta analisi e supervisione dei comportamenti dei ragazzi, a lasciar loro libertà di azione e di crescita e allo stesso tempo far attenzione che i social non diventino l’unico modo dei propri figli per instaurare relazioni.

Oltre a Cosimi e Rossetti anche la consulente pedagogica Barbara Alaimo si è interessata al fenomeno. L’esperta, con recente post pubblicato su universomamma.it, ha fatto chiarezza su quando deve avvenire il primo approccio dei figli con il mondo dei social e su come deve essere.

Sono sempre più i sociologi e i pedagoghi contattati da genitori disperati in cerca di risposte su come agire per il bene dei propri figli: l’educazione ai social è diventata oggigiorno una vera e propria necessità.

Nicoletta Crescenzo

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